Quando si dice Brasile-Uruguay la mente non può che tornare a quel 1950, al Maracanà gremito da 200.000 spettatori, alla partita che valeva la Coppa del Mondo del 1950. Sappiamo tutto: il gol di Friaça che trasforma lo stadio in una polveriera, l’orgoglio uruguagio, il pareggio di Schiaffino, il gol vittoria di Ghiggia. E le lacrime (con qualche suicidio, addirittura) di tutto un popolo. Oggi l’occasione non è così importante, nè si gioca al Maracanà: semifinale di Confederations Cup 2013, a Belo Horizonte. La sfida però è sentita, per i motivi di cui sopra: il Brasile non ha dimenticato, l’Uruguay tanto meno. E allora i motivi perchè sia una grande partita, anche nervosa e spigolosa, ci sono tutti; non solo perchè ci si gioca comunque una finale, anche perchè i protagonisti in campo sono tanti. 



“Non abbiamo paura dell’Uruguay”. Felipe Scolari è pronto alla partita. “Loro hanno un grande attacco e sarà sicuramente uno spettacolo, ma il Brasile non deve temere nessuno. Dobbiamo smetterla con certi discorsi, prendiamo come riferimento le nostre ultime tre partite: abbiamo preso fiducia dalle vittorie, ora ci crediamo e ci credono anche i tifosi. Vogliamo riscattare la storia di certi momenti della Seleçao, il pubblico stasera farà la differenza”. Così come potranno farla i giocatori in campo: il Brasile torna a giocare con la sua formazione titolare. Rientra Paulinho in mediana (un turno di riposo contro l’Italia), David Luiz recupera: in porta Julio Cesar, Dani Alves e Marcelo sulle corsie, in mezzo Thiago Silva a guidare il reparto. Confermato Luiz Gustavo davanti alla difesa, poi l’esplosività dell’attacco: Neymar ha già segnato tre gol nel torneo, Fred due, Oscar e Hulk sono ancora a secco ma sono fondamentali per il gioco della squadra. Non dovrebbero esserci sorprese dell’ultim’ora, a meno che Scolari non decida a sorpresa di inserire Hernanes (l’unico brasiliano attualmente in serie A) al posto di Oscar, un cambio di cui si era già parlato di fronte ad alcune prove non esaltanti del trequartista del Chelsea, che a volte sembra faticare un po’ nel trovare la posizione giusta in campo, rischiando di pestarsi i piedi con Neymar.



Scolari ha cercato di ruotare tutti gli uomini nel corso del torneo, ma inevitabilmente qualcuno ha avuto minor minutaggio. E’ il caso soprattutto di Bernard, attaccante dell’Atletico Mineiro (visto contro l’Italia), di Jadson ex Shakhtar Donetsk e oggi al Sao Paulo, e del difensore Rever, sempre dell’Atletico Mineiro. Resta una panchina di grande qualità: Jo ha segnato due reti in questa Confederations Cup, Dante si è affermato come uno dei migliori centrali difensivi in Europa, vincendo tutto con il Bayern Monaco, ed è galvanizzato dall’aver trovato il primo gol in Nazionale lo scorso sabato. E poi, ovviamente, Lucas Moura, che tutti i tifosi vogliono titolare: finora, Scolari è stato irremovibile.



Nessuno: Felipe Scolari ha tutta la rosa a disposizione.

Oscar Tabarez naturalmente sa bene che il suo Uruguay non parte con i favori del pronostico, ma la sua nazionale ha vinto l’ultima Copa America, è arrivata quarta al Mondiale e ha quindi centrato risultati migliore di quelli del Brasile. “Loro hanno molte qualità che ci possono mettere in difficoltà. Hanno un gioco offensivo, ma a volte dietro sono deconcentrati. Cercheremo dunque di basare la nostra tattica per annullare gli aspetti che rendono grande il Brasile. Abbiamo fiducia: loro non hanno ancora incontrato una squadra che attacca come noi”. Ha ragione: dopo la prima partita con Forlan in panchina, Tabarez  è tornato al classico tridente. Il Cacha, Suarez e Cavani hanno 83 gol combinati in Nazionale, un attacco atomico supportato da un centrocampo molto fisico nel quale Gargano sarà il pendolo davanti alla difesa, con Diego Perez e Alvaro Gonzalez a supporto. Il sacrificato è dunque Cristian Rodriguez: in difesa si rivede Maxi Pereira sulla destra, con Caceres che gioca a sinistra e la coppia centrale formata da Diego Lugano e Godin. In porta, ovviamente, Muslera. Ben otto calciatori della Celeste giocano in Italia, altri tre (Aguirregaray, Muslera e Ramirez) sono degli ex.

 Gaston Ramirez e Cristian Rodriguez sono gli uomini più pericolosi in uscita dalla panchina: velocità e fantasia che possono servire al tridente offensivo di Tabarez. Poi l’esperienza di uomini come Arevalo Rios e Alvaro Pereira, che potranno essere utili in diverso modo (il centrocampista del Palermo più per blindare un eventuale vantaggio), c’è anche la classe di Nicolas Lodeiro, in gol contro Tahiti, e la concretezza di un Abel Hernandez cui il poker contro i polinesiani non può che aver fatto bene, pur considerando il livello degli avversari.

 Tabarez deve rinunciare ad Andres Scotti, il veterano che è stato espulso contro Tahiti e dunque osserva un turno di riposo. Una delusione, ma c’è il rovescio della medaglia: se l’Uruguay vincerà, sarà a disposizione per la finale pur avendo poche possibilità di giocare.

 

 12 Julio Cesar; 2 Dani Alves, 3 Thiago Silva, 4 David Luiz, 6 Marcelo; 18 Paulinho, 17 Luiz Gustavo; 19 Hulk, 11 Oscar, 10 Neymar; 9 Fred. All. Scolari

A disp: 1 Jefferson, 22 Cavalieri, 13 Dante, 14 Filipe Luis, 16 Rever, 15 Jean, 8 Hernanes, 23 Jadson, 7 Lucas Moura, 5 Fernando, 20 Bernardo, 21 Jo

Squalificati:

Indisponibili:

 1 Muslera; 16 Maxi Pereira, 2 Lugano, 3 Godin, 22 M. Caceres; 20 A. Gonzalez, 5 Gargano, 15 Diego Perez; 21 Cavani, 9 Suarez, 10 Forlan. All. Tabarez

A disp: 12 Castillo, 23 Silva, 4 Coates, 13 Aguirregaray, 14 Lodeiro, 17 Arevalo Rios, 8 Eguren, 6 Alvaro Pereira, 18 Ramirez, 7 C. Rodriguez, 11 A. Hernandez 

Squalificati: Scotti

Indisponibili:

 

Arbitro: Osses (Cile)