Sarà la finale prevista da tutti della Confederations Cup 2013, Brasile-Spagna, in programma alla mezzanotte italiana allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro. Una finale annunciata, quella tra queste due nazionali, ma quanta fatica hanno fatto per eliminare in semifinale Uruguay ed Italia. Gli azzurri in effetti meritavano ampiamente di vincere, se non avessero sbagliato troppe occasioni da gol, e l’Uruguay ha sbagliato un rigore con Forlan sullo 0-0. Finale del bel gioco comunque potremmo dire, perché sia la squadra allenata da Scolari sia quella guidata da Del Bosque sono capaci di esprimere grande calcio. Da una parte Neymar, autentico fuoriclasse che dalla prossima stagione vestirà la maglia del Barcellona. Dall’altra il centrocampo spagnolo, che fa del possesso di palla e della tecnica individuale una costante delle sue partite. Le due nazionali si sono affrontate l’ultima volta 14 anni fa, in occasione di un’amichevole terminata 0-0. E sono passati 63 anni dall’ultima sfida disputata al Maracanà, con un successo della nazionale verdeoro per 6-1, seconda peggior sconfitta della storia delle Furie Rosse. Oggi però tutto è diverso. Per parlare di Brasile-Spagna abbiamo sentito Pierino Prati. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Brasile-Spagna finale annunciata della Confederations Cup? Direi di sì, era la partita che tutti si aspettavano e i pronostici sono stati rispettati, anche se le due squadre non sono sembrate così irresistibili.
Le due squadre infatti hanno fatto fatica in semifinale contro Uruguay e Italia… Hanno giocato tutte e due con delle ottime nazionali. La Spagna poi ha avuto fortuna con l’Italia, che meritava di centrare la finale. Mi sembra una Spagna in calo rispetto agli ultimi appuntamenti mondiali.
A un anno dal Mondiale questa potrebbe essere la finale? Ci sono diverse squadre al livello di Brasile e Spagna, come l’Italia, e non dimentichiamoci la Germania e l’Olanda. L’Uruguay invece ha un attacco formidabile.
Come fermare Neymar? Cercando di stare sempre addosso a lui, non concedendogli la possibilità di manovrare in libertà. Bisogna limitare il suo raggio d’azione in ogni parte del campo.
E come bloccare il centrocampo spagnolo? Il modo giusto l’aveva trovato l’Italia, facendo pressing e concedendo pochi spazi alla Spagna. Così la nazionale di Del Bosque non ha potuto giocare come voleva.
Le due difese non sembrano molto sicure. In quale modo superarle? Sì, in effetti non sono difese che mostrano sicurezza. Lasciano tanti spazi, entro i quali Spagna e Brasile potrebbero colpirsi vicendevolmente, magari con ripartenze spesso micidiali.
Il fattore campo potrebbe essere decisivo? E’ sempre una cosa importante, che conta molto e dà maggiori motivazioni alla squadra di casa.
La fatica dei supplementari per la Spagna potrebbe pesare? No, perché la Spagna è una squadra che fa correre la palla e quindi non dovrebbe aver speso tante energie nella partita con l’Italia.
Il suo pronostico? Nonostante tutto dico Spagna, ha sempre qualcosa in più di un Brasile che non mi ha impressionato tantissimo. Scolari dovrà lavorare tantissimo in vista del Mondiale dell’anno prossimo. (Franco Vittadini)