Per il quarto anno di fila una tennista italiana arriva alla semifinale del Roland Garros. Nel 2010 Francesca Schiavone vinse anche il torneo parigino; nel 2011 la stessa Schiavone giocò la finale, perdendola da Na Li. Poi è arrivato il regno di Sara Errani: lo scorso anno finale persa nettamente da Maria Sharapova, e ora la vittoria su Agnieszka Radwanska che le consegna la semifinale impossibile (sulla carta) contro Serena Williams. Sara ha infranto anche un tabù, quello che l’aveva vista sempre perdente (28 volte) contro le prime 5 della classifica mondiale. Sara attualmente è la numero 5, la Radwanska è appena sopra. Serena Williams ha una striscia di 29 vittorie consecutive: in questo momento sembra decisamente ingiocabile, ma chissà: oggi contro Svetlana Kuznetsova ha faticato non poco, con un momento incredibile di blackout che l’ha costretta a giocare il terzo set (dovendo anche recuperare un break iniziale). In più, qui ha vinto solo nel 2002 e torna in semifinale dopo una vita: la domanda è, può Serena trovare due giornate storte consecutive? Con il massimo rispetto per una delle più grandi campionesse di tutti i tempi, lo speriamo tutti. Intanto Sara, che più tardi ha anche guadagnato i quarti nel torneo di doppio -dove lei e Roberta Vinci hanno ottime possibilità di successo – sta dimostrando tutta la sua grinta, il suo temperamento di atleta vincente. Per parlare del suo nuovo exploit e del suo momento qui al Roland Garros abbiamo sentito il giornalista della web-tv tematica SuperTennis, Livio D’Alessandro. Eccolo in questa intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net.



Errani in semifinale: te l’aspettavi? Direi di sì: già prima dell’inizio del Roland Garros, visto anche il sorteggio, si poteva pronosticare che arrivasse ai quarti di finale. Certo, l’incontro contro la Radwanska era aperto a tutti i pronostici; la tennista polacca non ha però un ottimo score nei quarti di finale dei tornei del Grande Slam…



Quali sono stati i segreti del successo di oggi? La mentalità vincente che ha avuto Sara, la sua determinazione in tutto l’incontro che gli ha consentito di non mollare mai, nemmeno nei momenti più difficili.

Come quando si è trovata 1-3 e poi 5-6 nel secondo set: e se fosse stata costretta al tie break? Sara avrebbe vinto lo stesso questa partita. Il tie break è finito 8-6 a favore della nostra tennista: ci è mancato poco, ma credo che Sara non avrebbe mollato e si sarebbe imposta comunque nel terzo set.

Giocare anche nel doppio non potrebbe stancare Sara? La partita di oggi è stata particolarmente faticosa…



No, anzi: è stato proprio giocare il doppio in questi anni che l’ha fatta crescere, le ha dato sicurezza, l’ha migliorata. Non penso che questo crei fatica a Sara.

Ora la Williams: ostacolo impossibile? In realtà sì. Serena Williams è veramente d’un altro pianeta, bisognerà sperare in un’autentica impresa di Sara. E potrebbe non bastare.

Oggi però l’americana ha accusato un pesante blackout: Serena può sbagliare due partite di fila?Vedere la Williams perdere così il secondo set e andare sotto 2-0 nel terzo ci ha sorpreso e, diciamolo pure, ci ha fatto sperare. In effetti però credo che sia difficile che possa giocare due incontri così a distanza di due giorni.

In ogni caso Sara sta crescendo sempre di più: soprattutto a livello mentale? E’ l’aspetto principale della carriera di Sara: la sua crescita mentale. E’ anche l’unica tennista italiana a essere arrivata finora a tre semifinali nei tornei dello Slam; la sua compagna di doppio Roberta Vinci ha fatto anche lei dei progressi notevoli, sotto il profilo fisico; ha migliorato il suo gioco, ha scalato le posizioni del tennis mondiale. Un altra conferma di questo bel momento del tennis femminile azzurro, che dura ormai da alcune stagioni.

Vedremo Sara un giorno ai vertici mondiali, magari numero uno del ranking WTA? Ai vertici mondiali lo è già. Poi non si può mai sapere: potrebbe crescere ancora e trovarsi in vetta alla classifica. In fondo Serena Williams non è eterna, che Sara possa prendere il suo posto potrebbe non essere impossibile.

 

(Franco Vittadini)