Si chiama Corazon Classic Match Veracruz 2013. A scontrarsi, alle 18 al Santiago Bernabeu, Real Madrid e Juventus, ma con due formazioni che riuniscono alcuni tra i giocatori più rappresentativi delle storiche squadre europee. E’ una partita benefica: l’intero incasso infatti sarà devoluto in beneficenza alla Croce Rossa Spagnola Exito Escolar, che garantirà borse di studio a ragazzi che si trovano in difficoltà economica. Una buona causa per una buona partita: oggi infatti ci sarà la possibilità di riammirare alcuni tra i più grandi campioni che abbiano vestito queste due maglie. Con due doppi ex di eccezione, Zinedine Zidane (Juventus 1996-2001 e Real Madrid 2001-2006) e Fabio Cannavaro (Juventus 2004-2006, Real Madrid 2006-2009, ancora Juventus nel 2009/2010) e una serie di nomi, appunto, da leggenda (clicca qui per le probabili formazioni e l’elenco completo dei protagonisti). Il riferimento particolare è a grandi sfide che queste due squadre hanno affrontato in Europa, sempre in Coppa dei Campioni. Nell’edizione 1986/1987 Juventus-Real Madrid capitò agli ottavi di finale. Fu doppio 1-0, poi la spuntarono le Merengues anche grazie a decisioni arbitrali dubbie (come un calcio di rigore netto e non assegnato). Più fortunata la Juventus nelle altre occasioni: a partire dai quarti del 1995/1996, quando Raul segnò il decisivo 1-0 al Bernabeu ma Del Piero e Padovano ribaltarono tutto – e la Juventus si laureò poi campione d’Europa. Altre due sfide nel 2004/2005 (ottavi: anche qui 1-0 Real e poi 2-0 Juve) e nel 2008/2009 (gironi: 2-1 Juventus a Torino, 2-1 a Madrid con doppietta di Alex Del Piero, salutato con un’ovazione dal pubblico spagnolo).



La partita che però tutti ricordano, in casa bianconera, è la semifinale del 2002/2003: il Real Madrid aveva vinto 2-1 al Bernabeu (Ronaldo, Trezeguet e Roberto Carlos), ma al Delle Alpi fu 3-1, con le reti di Trezeguet, Del Piero e Nedved e quella inutile, nel finale, di Zidane. La Juventus volò in finale giocando un calcio a tratti meraviglioso, senza che i Blancos riuscissero mai a vedere il pallone se non nelle fasi iniziali dell’incontro. Oggi molti di quei campioni torneranno in campo e si sfideranno di nuovo: ritmi più blandi ovviamente, ma lo stesso talento di una volta. Tra le fila del Real Madrid ci sono nomi che perlopiù hanno fatto la storia del club negli anni Ottanta, quando i Blancos hanno vinto cinque titoli della Liga consecutivi (tra il 1985 e il 1990), due volte la Copa del Rey, due volte la Supercoppa e in più due Coppe UEFA (1985 e 1986). Celebre era la Quinta del Buitre, cioè cinque giocatori riuniti appunto attorno alla figura di leader di Emilio Butragueno, detto appunto El Buitre (l’Avvoltoio), numero 7 che infiammò il Bernabeu e anticipò quello che sarebbe stato poi un altro leggendario indossatore di quella maglia, Raul. Butragueno è l’unico rappresentate questa sera di quella Coorte, ma altri nomi dello squadrone sono presenti: il portiere Buyo, il difensore Gordillo, poi Santillana che del Real Madrid è stato recordman di presenze prima di Raul e Sanchis e che ha segnato 290 gol con la camiseta blanca. Loro hanno contribuito in prima persona anche a creare una Nazionale che nel 1984 centrò la finale degli Europei (persa contro la Francia), anche se Buyo in quel periodo era chiuso da Luis Arconada, portiere della Real Sociedad, e in Nazionale giocò solo 7 partite. Altri nomi fantastici sono quelli di Christian Karembeu (visto anche in Italia con la Sampdoria), Amavisca, Bodo Illgner che era il portiere di quel Real Madrid che nel 1998 battè la Juventus in finale di Champions League, rete segnata da Fernando Morientes che è presente questa sera; e anche nomi appartenenti al passato più recente, come quello di Luis Figo che la Juventus aveva quasi preso prima che finisse al Barcellona (la famosa doppia firma, coinvolto anche il Parma). Anche i nomi della Juventus non sono però da meno: c’è più o meno tutto lo squadrone che con Marcello Lippi centrò la finale nel 2003, perdendola ai rigori con il Milan; Ferrara-Birindelli-Tudor-Montero rappresenta la difesa (manca Mark Iuliano), poi ci sono Davids e Pavel Nedved, che in quel maggio del 2003 ricevette un’ammonizione maledetta che gli fece saltare la finale, il suo più grande rimpianto. Della generazione precedente, quella di Marcello Lippi e della Champions League conquistata a Roma, fanno invece parte Sergio Porrini, Paulo Sousa (purtroppo solo due anni alla Juventus), Jugovic che calciò il rigore decisivo contro l’Ajax, e Fabrizio Ravanelli che racchiude in pieno quel primo ciclo di successi. Il nome che invece dà continuità con il passato è quello di Massimo Mauro: il progetto della Juventus, che lo comprò 23enne dall’Udinese, era quello di farne l’erede di Michel Platini, ma in 4 stagioni il calabrese oggi commentatore per Sky Sport segnò solo 3 gol in campionato e andò a Napoli senza troppi rimpianti. Era però in campo quando i bianconeri furono eliminati dal Real Madrid nel 1987. Insomma: i nomi ci sono, perciò anche se i ritmi non potranno essere quelli di una finale europea ci divertiremo sicuramente, anche solo a ricordare com’erano questi straordinari calciatori nel pieno delle loro carriere. Non resta ora che dare la parola al campo: Real Madrid-Juventus leggende sta per cominciare…



 

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