Scatenato contro il Barcellona. Basta questo per far saltare tutti in piedi sulle rispettive sedie. Come? Guardiola, nato e cresciuto con la maglia blaugrana cucita addosso, leader e capitano della squadra che vinse tutto con Johan Cruyff, poi allenatore per quattro indimenticabili stagioni nelle quali ha rivinto tutto (e a più riprese) infuriato contro i suoi colori? Sì: è accaduto nel corso della conferenza stampa di chiusura del ritiro del Bayern Monaco, che come noto è avvenuto a Riva del Garda (c’è stata anche un’amichevole contro il Brescia, squadra nella quale Pep ha giocato: 3-0 per i bavaresi). Ebbene, Guardiola si è lanciato in un’invettiva contro la dirigenza catalana. Il motivo? Presunte voci che si erano sparse intorno all’ambiente del Camp Nou, secondo le quali ci sarebbero state delle frizioni insanabili tra lui e Tito Vilanova, attuale allenatore del Barcellona. Peccato che Pep e Tito siano grandi amici: sono maturati insieme nelle formazioni giovanili, quando Guardiola ha iniziato ad allenare ha voluto Vilanova come secondo, lo ha chiamato in prima squadra e nel momento in cui ha lasciato ha indicato lui come successore, parlandogli in privato e dicendogli che se si sentiva pronto doveva accettare l’incarico. In mezzo, la malattia di Tito, che ora sarebbe al centro del disguido. Su questo, Pep non ha perdonato: “Quando ero a New York, ho chiesto al Barcellona una sola cosa: che mi lasciassero tranquillo. Non ci sono riusciti. Io ho fatto il mio percorso e me ne sono andato, l’ho deciso io. Ora, che loro facciano il loro lavoro e siano contenti con i giocatori che hanno. Auguro loro il meglio ed esulterò sempre alle loro vittorie, non devo nemmeno dirvi cosa significa questo club per me. Tuttavia, troppe cose hanno passato il limite. Usare la malattia di Vilanova per danneggiarmi è qualcosa che non dimenticherò mai”. Un fiume in piena Pep, che è tornato più volte sulla scelta fatta, sull’amicizia con Vilanova, sul fastidio provato quando il Barcellona “utilizza le mie amicizie: se ceno con Cruyff, ceno con Cruyff” (il riferimento è probabilmente a un’altra voce, secondo cui Guardiola sarebbe potuto tornare in panchina con i blaugrana se le condizioni di salute del suo ex vice fossero peggiorate). E c’è di più: un’altra voce incontrollata riferiva di una conversazione che il tecnico avrebbe avuto con il padre di Neymar, spiegandogli come Vilanova non sarebbe riuscito a far convivere il brasiliano con Messi; conversazione riferita dal vicepresidente del Santos Odilio Rodrigues. Smentita anche qui: “Non conosco questo signore, al Mondiale per Club nel 2011 quando abbiamo battuto il Santos 4-0 non ho avuro l’occasione di parlargli. Gli hanno dato informazioni sbagliate su di me”. Su Neymar, dice che già tre anni fa su richiesta di Sandro Rosell aveva contattato il giocatore per chiedergli se volesse trasferirsi al Barcellona, e che nel momento in cui è diventato allenatore del Bayern Monaco lo ha richiamato per chiedergli quale fosse la sua volontà: “Dopo cinque minuti mi ha detto che voleva giocare nel Barcellona, mi ha ripetuto 20 volte che sarebbe andato lì. Ci siamo parlati tre volte: nessuno ha mai nominato Vilanova”. Infine, Pep ha sfidato a farsi sentire nel caso le cose dette non fossero vere. “Ma che si facciano sentire loro, non intermediari: allora ne potremo parlare”. Insomma: se qualcuno ancora pensava ad un romantico ritorno di Guardiola al Barcellona, forse ora ci ripenserà.



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