Si allunga nuovamente l’ombra del doping sul mondo dell’atletica, e ancora una volta colpisce uno dei suoi protagonisti più splendenti: Tyson Gay, 30 anni, è stato trovato positivo ad un controllo. Lo sa da due giorni: lui stesso lo ha annunciato al telefono da Amsterdam, dove è di stanza per una serie di allenamenti che avrebbero dovuto portarlo prima al meeting di Monaco e poi ai Mondiali di Mosca. In lacrime, ha raccontato di come l’Usada lo abbia “pizzicato”: i controlli a sorpresa ci sono sempre stati, e ancora una volta hanno colpito. La sostanza incriminata non è ancora nota, mentre le analisi che lo hanno inchiodato risalirebbero allo scorso mese di maggio. Precisiamo: nel momento in cui scriviamo, devono ancora essere effettuate le controanalisi che potrebbero scagionare Tyson Gay. Il quale comunque non ha avuto remore nel raccontare la sua versione (la positività gli è stata comunicata da due giorni, naturalmente dall’Usada e cioè l’Agenzia Antidoping degli Stati Uniti): “Non posso parlare di sabotaggio, quello che è successo è che mi sono fidato di qualcuno e la fiducia è stata tradita. Ho fatto un errore, e adesso non potrò essere in pista per i prossimi appuntamenti”. Un’amimssione in pratica, nella quale fondamentalmente Gay punta il dito contro qualcuno di non meglio specificato che lo avrebbe rassicurato, con tutta probabilità, sull’utilizzo della sostanza. Non è la prima volta che medicinali in apparenza innocui – ma anche simil-integratori – finiscono sotto il radar dell’Agenzia antidoping: potrebbe essere questo il caso, ma naturalmente dobbiamo aspettare prima di poterlo dire. Tyson Gay detiene il miglior tempo stagionale sui 100 metri (9”75), e i suoi migliori risultati li ha centrati al Mondiale di Osaka nel 2007, quando si è laureato campione sui 100 e 200 (davanti a Usain Bolt). Alle Olimpiadi ha sempre fallito: a Pechino 2008 è stato eliminato nella semifinale dei 100 (ma rientrava da un infortunio) e nella 4×100 ha contribuito alla caduta del testimone che ha sancito la squalifica degli Stati Uniti, mentre a Londra 2012 è giunto quarto nei 100 (perdendo il podio per un solo centesimo) e ha centrato la medaglia d’argento nella staffetta.