Sono tante le cose legate all’Udinese che si possono e si dovrebbero conoscere. Non è sempre facile entrare in contatto con realtà come queste, anche perché chi mastica calcio in Italia di solito è abituato a piatti ricchi di gossip, farciti di grandi cifre, rimpolpati di nomi altisonanti. A Udine invece si sa, il piatto buono é quello semplice, quello da trattoria, da sagra di paese, bagnato da un buon bicchier di vino. All’apparenza non sono i grandi numeri a dominare il panorama calcistico friulano, eppure approfondendo anche solo di poco l’argomento ci si accorge che non è così. Sí, perché nei trent’anni di Pozzo alla guida dell’Udinese (quasi venti in serie A, già questo dato di longevità dirigenziale è interessante e lo riprenderemo prossimamente), esistono numerosi dati nascosti, poco conosciuti che stanno ultimamente destando curiosità, invidia ma soprattutto ammirazione in Italia, in Europa e senza esagerare anche nel resto del mondo. Anzitutto le undici qualificazioni in Europa negli ultimi diciannove di serie A. Oppure la proprietà di tre squadre in tre paesi europei diversi, oltre all’Udinese infatti i Pozzo sono azionisti di maggioranza di altre due squadre. Il Granada, che ha fatto un balzo dalla serie C alla serie A nella Liga spagnola in soli due anni – e quest’anno si é salvata per il secondo anno consecutivo nella massima serie- e il Watford, rilevata l’estate scorsa dai Pozzo in Inghilterra dalla First Division e che a maggio di quest’anno è andata ad un soffio dalla qualificazione in Premier League, arrendendosi ai supplementari nella finale dei play off contro il Crystal Palace. Se si parla di numeri, poi, bisogna ricordare l’ottantina di giocatori sotto contratto che giocano in Italia e in Europa pronti a tornare alla casa madre se richiamati per giocarsi quella carta, quella possibilità che ha portato grandi calciatori a Udine, da Zico a Causio, da Amoroso a Bierhoff, da Di Natale a Sanchez e molti altri. Sono dunque molti gli spunti che andrebbero approfonditi oltre al progetto dirigenziale: la costruzione dello stadio partito i primi di giugno, le voci di mercato che a Udine non si spengono mai avendo tanti giovani gioielli e un progetto che non prevede rinnovi costosi e soprattutto non prende in considerazione i capricci di giocatori e procuratori. Si potrebbe accennare al lavoro di Guidolin, l’allenatore più esperto del nostro campionato al suo quarto anno consecutivo a Udine, anche questo un piccolo record qui in Italia. E come non parlare dei gioielli di lusso a disposizione del Mister a cominciare da quel Totò Di Natale, ormai re indiscusso di Udine che comincia il suo decimo ritiro… altro dato, altro numero, altro traguardo non scontato. E saranno questi gli argomenti di cui vorrei trattare in queste settimane a partire da oggi, data ufficiale di inizio ritiro dell’Udinese ad Arta Terme in Carnia. Sarà un viaggio approfondito nel cuore del Friuli alla ricerca del segreto di questa provinciale che respira sempre più l’Europa. (Giovanni Bellina)