Vincere aiuta a vincere. Se non lo sa Roger Federer, dobbiamo accettare che non lo sappia nessuno. Avere in bacheca 77 tornei di cui 17 dello Slam, detenere il record di maggior numero di settimane in testa alla classifica ATP e godere della nomea di “tennista più forte di tutti i tempi” (possiamo pacificamente accettare che siano in tantissimi a pensarla così) non è per ogni comune mortale. Perciò, non bisogna certo insegnare allo svizzero quale sia la ricetta per il successo, o meglio: per tornare al successo. Sì, perchè saprete bene che il Re ha perso la corona: nel 2013 ha vinto un solo torneo, ad Halle. Titolo che aveva fatto ben sperare perchè appena precedente Wimbledon – che sognava di conquistare per l’ottava volta – e invece a Londra è arrivata un’eliminazione al secondo turno da un carneade come Stakhovsky. Come se non bastasse Roger si era piegato altre volte: nei quarti agli Australian Open e al Roland Garros, ma anche a Indian Wells e Madrid. Per uno che ha giocato 23 semifinali Slam consecutive, un periodaccio; tanto che per la prima volta in carriera si parla di ciclo finito, di propositi di ritiro, di momenti leggendari che però non ci saranno più. Roger però non ci pensa: e si presenta al torneo di Amburgo, che oggi è un 500 quando tempo fa era un Masters 1000 (in questo è stato soppiantato da Madrid) e che Federer ha vinto, all’epoca, quattro volte. Tra cui quella che, nel 2002, gli ha dato per la prima volta in carriera l’ingresso nella Top 10. “E’ stato un sogno per me, ad Amburgo ho vissuto momenti bellissimi”, ha detto lo svizzero, che si concentra pienamente sul torneo. “Ho analizzato la situazione, non mi è costato farlo perchè anche nei momenti migliori sono stato abituato così. L’obiettivo è chiaro, ed è quello di restare nel circuito Atp”. Federer ha deciso di prendere parte al torneo di Amburgo, sulla terra, come step intermedio che lo porterà verso il cemento degli Us Open: “Non volevo arrivare negli Stati Uniti sei settimane prima di Flushing Meadows, potevo decidere se allenarmi e basta o giocare uno o due tornei”. Alla fine ha scelto per Amburgo, e anche per Gstaad. Ad Amburgo usufruisce di una wild card: doverosa visto che, come detto, ha trionfato quattro volte qui (nel 2002, 2004, 2005 e 2007). “Non sarà facile vincere”, ha chiuso lo svizzero, “mi concentrerò sulla prima partita e niente di più”. Avrà la testa di serie numero 1, un bye al primo turno (come sempre capita in questi tornei) e affronterà l’esordio contro Daniel Brands, numero 58 del ranking ATP. Cominceremo a vedere da qui se sarà una rinascita o meno.