Dopo le prime due settimane, il Tour de France 2013 ha detto chiaramente che l’uomo più forte è il britannico Chris Froome. Ottimo a cronometro e semplicemente irresistibile in salita, avendo vinto in modo netto entrambi gli arrivi più impegnativi proposti finora dalla Grande Boucle numero 100, ad Ax 3 Domaines e al Mont Ventoux, ora la maglia gialla ha oltre quattro minuti di vantaggio sull’olandese Bauke Mollema – secondo a sorpresa – e su Alberto Contador, il primo rivale che però non riesce a reggere il passo del ‘keniano bianco’. Finora Froome e il Team Sky si è mostrato abbastanza vulnerabile agli attacchi a sorpresa nelle tappe di media difficoltà, ma quando il gioco si fa duro la loro superiorità è indiscutibile. Il Tour non è ancora finito, perché questa terza settimana proporrà una cronometro e altre tre tappe di montagna sulle Alpi, ma servirà un’impresa al momento difficile da immaginare affinché gli avversari di Froome possano ribaltare le sorti di questa corsa. Ne abbiamo parlato con il grande ex Paolo Savoldelli in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Froome era il favorito, ma il suo dominio è andato oltre le aspettative? In parte è così, ma va detto che quest’anno ha dominato tutte le corse a tappe che ha disputato tranne la Tirreno-Adriatico, facendo molto bene sia in salita sia a cronometro. Hanno provato a mettere in difficoltà la sua squadra, che è priva di Kiriyenka e Boasson Hagen, e lo hanno fatto soffrire, ma in salita ha vinto nettamente già due tappe.
Il britannico sembra senza rivali… Contador è comunque terzo, ma certamente non è ai suoi massimi livelli e Froome è stratosferico. Lo scatto che ha fatto sul Mont Ventoux quando erano rimasti in tre è stato incredibile, segno di una superiorità netta.
Cosa l’ha stupita di più di Froome? Mi ha colpito il fatto che è da febbraio che vince ed è ancora il più forte. Mi stupisce meno che vada forte sia in salita sia a cronometro: infatti è certamente uno scalatore, ma anomalo. Con la sua altezza si capiva che poteva andare forte anche a cronometro, solo che negli anni scorsi le correva male.
E’ entrato in una nuova dimensione quest’anno? Sì, ma già l’anno scorso forse avrebbe potuto vincere il Tour se avesse potuto fare la sua corsa o se fosse stato in un’altra squadra e non al servizio di Bradley Wiggins. Anzi, questo discorso vale anche per la Vuelta 2011, quando ancora una volta Sky aveva puntato su Wiggins e poi vinse Cobo. Se la sua squadra non lo avesse imbrigliato in queste due corse, il Tour 2013 forse poteva essere il suo terzo successo in un grande giro.
Cosa manca invece a Contador rispetto ai suoi anni migliori? Diciamo che quest’anno non è mai stato il solito Contador, che dominava in salita fin dalle prime corse dell’anno e poi dominava il Giro e al Tour. A cronometro è già da qualche anno che non è ai suoi massimi livelli, ma in salita staccava sempre tutti. Quest’anno no, ma d’altronde già alla Vuelta 2012 vinse con un’azione splendida in una tappa anomala ai danni di Rodriguez, tuttavia senza dominare in stile Giro 2011, quando già sull’Etna staccò tutti dimostrando una superiorità esagerata. Il favorito numero uno era Froome e tutto si sta confermando. Contador è comunque sul podio finora, ma per la prima volta ha trovato un avversario capace di mandarlo fuori giro, come è successo sul Mont Ventoux.
Mancano altri possibili outsider? In Valverde non ho mai creduto, perché nella terza settimana cala sempre, al di là dell’episodio del ventaglio nella tappa di venerdì scorso; Evans ha già 36 anni ed è reduce dal Giro, dove è salito sul podio; c’è qualche giovane dietro, ma per assurdo un grande protagonista sarebbe potuto essere Porte se non avesse avuto quel giorno di crisi sui Pirenei.
Cosa può succedere in questa durissima terza settimana? Il Tour non è ancora finito, ma il problema è che isolare Froome non basterà. Va talmente forte che anche in quel caso potrebbe ribaltare tutto, come nella tappa sui Pirenei in cui alla fine solo Quintana ha provato ad attaccare perché Froome rispondeva sempre e gli altri non ne avevano di più. Comunque sarà molto difficile controllare la corsa con soli sette uomini, perché lo è già se si è in nove, però Froome ha più di quattro minuti di vantaggio e penso che si correrà per il podio.
Anche perché forse sarebbe più semplice attaccarlo nelle tappe miste piuttosto che sull’Alpe d’Huez… Sì, però Froome a questo punto deve controllare solo Mollema e Contador.
Infine, come giudica il Tour degli italiani? Non abbiamo l’uomo da classifica e si sapeva. Cunego ormai farebbe bene a puntare sulle corse di un giorno, ma per le squadre è troppo importante un piazzamento in classifica a causa del sistema dei punteggi Uci. Nibali invece avrebbe certamente lottato per il podio, anche se battere Froome non sarebbe stato facile. Molto bravo Trentin, che ci ha ridato una tappa dopo tre anni e che è un giovane molto interessante e bravo gregario per Cavendish: ha fatto un bel numero e guidato dal d.s. Bramati può crescere molto. (Mauro Mantegazza)