Prima di lui i “terzini” erano rudi pedatori che pensavano a prendere prima le gambe degli attaccanti e poi la palla. Poi, sulla scena del romantico calcio anni ’50, arrivò questo giocatore di colore, dal fisico possente ma dal portamento elegante e raffinato, duro quanto bastava negli interventi, ma spesso capace di arrischiarsi in dribbling e giocate spettacolari perfino dentro la propria area di rigore. Si chiamava Djalma Pereira Dias dos Santos, ma tutto lo chiamarono presto Djalma Santos, fin dai suoi primi calci professionistici che diede verso la fine degli anni ‘40, nella formazione del Portuguesa. Djalma Santos, uno dei più grandi, se non il più grande terzino di tutti i tempi, è morto mercoledì notte nella sua città natale di Uberaba, nei pressi di San Paolo, in seguito alle complicazioni di una polmonite che lo aveva colpito e costretto ad un ricovero ospedaliero il 30 giugno scorso, proprio il giorno della finale di Confederations Cup fra Brasile e Spagna. Djalma Santos aveva 84 anni: il Brasile ed il calcio perdono così una delle loro più carismatiche icone, proverbiale roccaforte della difesa della nazionale verdeoro, cosa che gli valse il soprannome di Muralha, per intuibili motivi. Vero innovatore del suo ruolo, Santos fu il primo ad interpretare la figura del “terzino d’attacco”, non ancora in senso moderno, ma comunque in modo assolutamente rivoluzionario per l’epoca, come confermano i 39 gol segnati in carriera nei campionati brasiliani. Un atleta capace di coniugare potenza, velocità ed eleganza. Formava con l’amico e quasi omonimo Nilton Santos una fantastica coppia difensiva che fu cardine dei trionfi verdeoro ai Campionati del Mondo del e del . Con la Seleçao partecipò ad altre due edizioni del Mundial, nel 1954 e nel 1966, chiudendo il proprio palmares con 99 partite e tre reti in nazionale. E, dato ancora più incredibile per un roccioso difensore qual era, nel corso della sua lunghissima carriera chiusasi nel 1970 dopo un decennio nel Palmeiras e due stagioni nell’Atletico Paranaense, non ha mai subito nessuna espulsione. Nel 2004 è stato inserito dalla FIFA nell’elenco dei cento più grandi giocatori di ogni tempo.