Ne parlavamo giusto ieri, delle giovanissime del nuoto ai Mondiali di Barcellona 2013, in occasione della medaglia d’oro vinta da Katie Ledecki, seconda donna al mondo a scendere sotto il muro dei 4 minuti nei 400 stile libero dopo la nostra Federica Pellegrini. Oggi siamo ancora qui per raccontare di una sua coetanea che ha invece frantumato un record del mondo. Di Ruta Meilutyte si era trattato lo scorso anno: alle Olimpiadi di Londra era schizzata fuori dal calderone delle atlete sconosciute, spaccato in due una Lituania affamata solo e soltanto (o quasi) di basket e regalato al Paesino baltico la prima medaglia a cinque cerchi nella storia del nuoto. Lacrime ed emozione, inviti presidenziali e feste nella sua Kaunas al rientro; si pensava che Ruta, 16 anni e un sorriso da bambina in un corpo per niente adolescente, potesse pagare la notorietà con crisi da prestazione. La risposta è arrivata ieri: record europeo nelle batterie dei 100 metri rana, record del mondo in semifinale. , questo il crono che migliora di 10 centesimi secchi il precedente primato di Jessica Hardy, che resisteva da ben quattro anni. Logico e naturale che nella finale di oggi sia la strafavorita, anche perchè Rebecca Soni, oggi la numero uno nella specialità (argento a Londra dietro al prodigio lituano) non si è presentata a Barcellona. Possibili avversarie? La Hardy c’è, c’è anche Rikke Pedersen e poi una che a 15 anni è già candidata a prendersi il trono, Viktoruya Solnceva che arriva dall’Ucraina. Ma intanto il palcoscenico è tutto della Meilutyte: “Non me l’aspettavo: in allenamento non sto andando benissimo”, dice lei, che a vederla in faccia è il ritratto della timidezza ma poi in acqua esce dai blocchi come una palla di cannone, e ciao a tutti. La sua vita non è stata certo semplice: quando aveva 4 anni la madre moriva in un incidente stradale (investita), e il padre emigrava in cerca di fortuna in Inghilterra, lasciando i figli (ci sono anche due maschi) a casa, dai nonni. Il nuovo orizzonte della lituana, una volta che il padre ha potuto riabbracciare i figli, è diventato Plymouth, contea di Devon, Cornovaglia: qui, nel college dal quale è passato anche il campione di tuffi Tom Daley, Ruta si è formata, superando le iniziali difficoltà; e da qui, inteso come Regno Unito, è arrivata la proposta della nazionalità britannica. Risposta: “Non ci penso proprio, io sono lituana”. Quando è arrivata all’Acquatic Center un anno fa nessuno sapeva chi fosse: in batteria lo avevano capito tutti, ora della finale era diventata la favola più bella dei Giochi. E può esserci la replica: oggi la Lituania può vincere il primo oro mondiale nel nuoto, e intanto ha scoperto di essersi appassionata a una disciplina che era sempre rimasta nella soffitta delle cose che ci sono ma non si utlizzano. Lei intanto va dritta per la sua strada, ben consapevole che non durerà in eterno, perchè altre teenager sono pronte a soffiarle lo scettro. Che non fosse una scheggia impazzita uscita dal cappello delle improbabilità l’ha già dimostrato ieri: il nome nel libro dei record lo ha messo. Oggi cercherà la consacrazione. A proposito di giovani: oggi altre due baby-fenomeni al femminile saranno in acqua per medaglie e record. Katie Ledecki cerca la doppietta nei 1.500 (ha il secondo miglior tempo nelle qualificazioni), mentre Missy Franklin, la cannibale a stelle e strisce, ci prova nei 100 dorso dopo aver già vinto l’oro nella 4×100 stile libero. (Claudio Franceschini)



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