La notizia del giorno è che Mark Cavendish non ha vinto la sesta tappa. Vittima di una caduta a circa 30 chilometri dall’arrivo, il britannico non ha potuto esprimersi come poteva. Ha anche sbagliato la volata, partendo troppo presto e così è arrivato solo quarto su questo traguardo di Montpellier. L’Aix en Provence – Montpellier è stata vinta così da Andre Greipel che ha consumato la sua vendetta nei confronti del ciclista britannico. Secondo si è piazzato Peter Sagan: il corridore slovacco, condizionato anche lui dalla brutta caduta del primo giorno del Tour, non è ancora riuscito ad assaggiare il sapore della vittoria in questo Tour. Terzo Marcel Kittel. Buon nono posto invece per il nostro Roberto Ferrari, ancora una volta tra i primi dieci. La tappa non ha avuto nessuna fuga, con i grandi big che hanno controllato la corsa. Soprattutto per la prima volta al Tour de France la maglia gialla è di un corridore africano, precisamente di Daryl Impey. Il ciclista sudafricano l’ha portata via al compagno di squadra Simon Gerrans della Orica-GreenEdge. Per parlare di questa sesta tappa abbiamo sentito Alessandra De Stefano, inviata di Rai Sport al Tour 2013. Eccola in questa intervista esclusiva rilasciata a IlSussidiario.net.
Greipel primo, si è dimostrato ancora un velocista di razza? Ha battuto Cavendish, ha fatto molto bene, disputando una volata fantastica. Certo se Cavendish fosse stato in buone condizioni e non fosse caduto le cose sarebbero potute andare andare molto diversamente.
Cavendish quarto: è lui il grande battuto, anche se la caduta e la volata sbagliata hanno influito molto… Bisogna ammetterlo, la caduta ha influito tantissimo sulla prestazione di Cavendish, che ha poi cercato di fare una volata importante, recuperando posizioni su posizioni, ma ha mancato la vittoria. Se non fosse caduto, Cavendish avrebbe sicuramente vinto.
Cosa manca a Sagan per vincere una tappa di questo Tour? Sagan è rimasto vittima anche lui di una brutta caduta il primo giorno, che sta influendo molto sul suo rendimento in queste tappe d’inizio Tour. La sua mancanza di successi dipende anche da questo; poi, oltre alle vittorie, un altro obiettivo di questo suo Tour 2013 è indossare la maglia verde a Parigi ed è molto concentrato su questo traguardo.
Un giudizio su Kittel? E’ un ottimo velocista, uno dei migliori, come sta dimostrando in queste prime volate del Tour.
Roberto Ferrari nono, cosa gli manca per diventare un velocista vincente? Intanto ricordiamoci del suo quinto posto di ieri. Sta facendo bene, è un velocista molto bravo. Forse per diventare uno sprinter vincente gli manca un po’ esperienza, per diventare come Petacchi, uno che ha vinto la Milano-Sanremo, per ripeterne così la carriera.
Sorprende il fatto che non ci sia stata nessuna fuga in questa sesta tappa? Bisogna dire che questa edizione del Tour è stata veramente massacrante, la tre giorni in Corsica non è stata così facile: il grande caldo, il trasferimento a Nizza. Un Tour difficile che ha impegnato molto i corridori: i big in questa sesta tappa hanno probabilmente voluto controllare la corsa, nell’attesa dei Pirenei che arriveranno nei prossimi giorni, per evitare sorprese sgradevoli per loro.
Impey maglia gialla, giorno storico per l’Africa… Un giorno importante, il primo corridore africano maglia gialla al Tour, de France, un sudafricano. Per questa nazione un successo che viene in un momento veramente particolare che il Sudafrica sta vivendo, in cui il suo uomo più rappresentativo, il suo simbolo Nelson Mandela, è in una situazione veramente delicata per la sua vita.
Ciclismo d’attesa delle grandi montagne quello di questi giorni, quanto piace al pubblico? C’è il ciclismo delle volate e quello delle montagne, io credo che ci sia un pubblico per ogni tappa. Certo le grande salite sono il palcoscenico ideale per questo sport, ma anche le tappe di questi giorni possono aver riservato tante emozioni. (Franco Vittadini)