Ieri abbiamo assistito alla composizione di una finale femminile inedita, qui a Wimbledon come negli Slam in generale; oggi gli uomini affrontano le loro semifinali, e potrebbe verificarsi la stessa cosa. Si comincia, come al solito, alle 14 (ora italiana): il campo è il centrale, i primi a giocare sono Novak Djokovic e Juan Martin Del Potro. Riedizione della finale per il bronzo olimpico di un anno fa: l’erba è la stessa, allora vinse l’argentino e se pensate che le motivazioni fossero diverse vi sbagliate, perchè un bronzo per la Serbia contava per Nole quasi come uno Slam (e anche per Del Potro riferito all’Argentina). Però, si giocava sulla distanza dei tre set; qui le cose potrebbero cambiare. Più in generale i precedenti sono 8-3 per Djokovic: negli Slam si sono incontrati per la prima volta nel 2007 nel terzo turno degli Us Open (vittoria di Djokovic), poi il terzo turno del Roland Garros 2011 (sempre Nole) e ancora Flushing Meadows dello scorso anno, ai quarti, sempre con vittoria del numero uno al mondo che in totale, parlando di Majors, ha lasciato a Del Potro appena un set in tre precedenti. Sull’erba l’unico episodio è quello già ricordato, mentre le vittorie dell’argentino sono come detto tre: in Coppa Davis nel 2011 (Nole si ritirò sotto di un set e 0-3 nel secondo), alle Olimpiadi e a Indian Wells quest’anno, l’ultimo incrocio tra i due (erano le semifinali). Djokovic è arrivato qui senza perdere un set: sta giocando benissimo, c’è mentalmente e non c’è niente che possa far dire che non arriverà in fondo. Forse, solo la straordinaria vena dell’argentino, per due volte ad un passo dal ritiro per infortuni al ginocchio, per due volte risorto fino a demolire l’avversario (nel secondo caso era Ferrer). Chissà: potrebbe essere il suo anno. Deve però fare i conti, se arriverà in finale, con gli altri due: Andy Murray avrà tutto il centrale a spingerlo (così come la collinetta dotata di maxi schermo per chi non riesce a entrare: il rumore è impressionante, soprattutto quando il pubblico viene inquadrato). Nei quarti ha dovuto rimontare due set di svantaggio contro Verdasco, di sicuro la fatica non la sentirà: conta molto di più l’adrenalina e la tensione, che potrebbe pagare decisamente più Jerzy Janowicz, alla prima semifinale Slam di una carriera che nemmeno poteva cominciare, perchè c’è stato un periodo in cui il polacco voleva smettere. E invece, dopo aver sepolto il connazionale e amico Kubot (i due alla fine si sono scambiati la maglietta), arriva qui forte di numeri da paura: 30 ace e 58 vincenti nei quarti, una velocità media di prima palla di servizio a quasi 203 chilometri orari (la più veloce l’ha sparata a 225.3) e niente da perdere soprattutto, perchè la pressione addosso ce l’ha tutta l’avversario. I precedenti sono in parità: si sono giocati entrambi sul cemento, nel 2009 vittoria in tre set di Murray in Coppa Davis, lo scorso anno a Parigi-Bercy è stato Janowicz a imporsi agli ottavi. Il favorito è Murray, ma chi pensa, magari guardando la testa di serie che i due si portano dietro, che Janowicz parta battuto o che si tratti di una partita agevole per lo scozzese si sbaglia di grosso, perchè il polacco non è solo servizio e bordate, nel suo tennis c’è molto di più. In campo oggi anche gli juniores, giunti alle semifinali: Gianluigi Quinzi si allena in Argentina e a Porto San Giorgio ci torna ormai sporadicamente, ma è italianissimo nonostante tradisca in qualche dichiarazione lo “slang” spagnoleggiante. Ha eliminato ieri il numero 2 Nikola Milojevic da cui aveva perso al Roland Garros e oggi affrontala testa di serie numero 5 Kyle Edmund, giocando quindi (sul campo 3) anche contro il pubblico. L’altra semifinale vede il coreano Hyeon Chung, vera e propria sorpresa del torneo (ha triturato il numero 1 del seeding Nick Kyrgios), e il tedesco Maximilian Marterer. In campo femminile le semifinali sono due partitone: la numero uno del seeding e imbattuta quest’anno Belinda Bencic (come Martina Hingis è svizzera ma di origine cecoslovacche), che arriva dal trionfo al Roland Garros, affronta la sorpresa Louisa Chirico (sorpresa per modo di dire: ha già vinto due tornei ITF), capace di eliminare prima Carol Zhao e poi Elise Mertens. Nella parte bassa, la numero 2 Ana Konjuh (come la Bencic è del 1997, ma del 27 dicembre), che invece ha vinto gli Australian Open (anche nel doppio) trova Taylor Townsend, da cui lo scorso anno ha perso la finale del doppio (l’americana era in coppia con Eugenie Bouchard, la croata proprio con la Bencic). Finale scritta tra le prime due? Non esattamente: le avversarie se la giocano eccome. (Claudio Franceschini)
(1) Novak Djokovic (SRB) – (8) Juan Martin Del Potro (ARG) SEMIFINALI MASCHILI
(24) Jerzy Janowicz (POL) – (2) Andy Murray (GBR) SEMIFINALI MASCHILI
(5) Kyle Edmund (GBR) – (6) Gianluigi Quinzi (ITA) SEMIFINALI JUNIORES MASCHILI
Hyeon Chung (KOR) – Maximilian Marterer (GER) SEMIFINALI JUNIORES MASCHILI
(1) Belinda Bencic (SUI) – (15) Louisa Chirico (USA) SEMIFINALI JUNIORES FEMMINILI
(5) Taylor Townsend (USA) – (2) Ana Konjhu (CRO) SEMIFINALI JUNIORES FEMMINILI