Finisce con un settimo posto la staffetta 4×200 stile libero dell’Italia; il tempo è 7’57”91, ma al Palau Sant Jordi, sede dei Mondiali di nuoto Barcellona 2013, possiamo quasi dimenticare un risultato deludente e che era comunque atteso, visti gli avversari; perchè quando ci sono in acqua gli Stati Uniti bisogna solo alzarsi in piedi e applaudire. Lo scorso anno la squadra olimpica di nuoto americana ha realizzato un videoclip sulla celeberrima Call me maybe, portata al successo da Carly Rae Jepsen, la cantautrice canadese che qualche settimana fa ha fatto una figuraccia al lancio inaugurale di una partita di baseball. Protagonisti Rebecca Soni, Missy Franklin, Michael Phelps e tutti gli altri, in 3 minuti e 12 secondi di balletti e canti, su aerei, pullman e piscine, una sorta di saluto e omaggio ai fans. Pensi: cantano e ballano per tirarsi su il morale e divertirsi, perchè in acqua i risultati sono scarsini. Poi li vedi e dici: che bello nuotare per gli Stati Uniti. Riassumiamo: la staffetta di questa sera l’hanno vinta Katie Ledecky e Missy Franklin. Fanno 34 anni in due e un numero sproporzionato di medaglie d’oro, e da sole hanno dato alle due rispettive avversarie dell’Australia, medaglia d’argento. Sì, avete capito bene: spaventoso. E dire che la Ledecky, padrona assoluta del fondo in piscina (oro negli 800 e nei 1.500, qui infrangendo l’ultimo record del mondo che durava dall’epoca dei costumoni), i 200 non li avrebbe nelle corde; dice che vuole farli, ma al momento resta un’idea incastrata negli orari compressi delle gare. Infatti, nei primi 100 metri Camille Muffat, Bronte Barratt e Melanie Costa Schmid le danno la paga, lasciandola lì ad annaspare. Siccome però la sedicenne del New Jersey è un fenomeno, butta giù la testa e comincia a volare: quando dà il cambio a Shannon Vreeland ha 13 centesimi di vantaggio sulla Muffat. Ora della terza frazione, gli Stati Uniti hanno perso tutto il margine: l’Australia con Kylie Palmer e soprattutto una strepitosa Brittany Elmslie riprendono il comando, Karlee Bispo non tiene il passo e all’ultimo cambio le oceaniche girano al primo posto. Ma c’è un difetto nella rimonta: gli Stati Uniti sono rimasti a 1”19, e in acqua c’è Missy Franklin. Risultato: ai 650 è già davanti, ai 700 ha ribaltato lo svantaggio in vantaggio, ai 750 è a 1”’99 e ciao a tutti, peraltro senza Allison Schmitt che di questa distanza è campionessa olimpica in carica. Bronzo, per la cronaca, alla Francia. Dunque Missy si prende il quarto oro in questi Mondiali (dopo la 4×100 stile, i 100 dorso e i 200 stile libero), per la Ledecky è il terzo e non è finita: la Franklin punta al settebello, e da venerdi apre la caccia ai 200 dorso dove troverà ancora Federica Pellegrini, cui oggi ha dato 4 secondi e mezzo. Già: l’Italia arriva dove era aspettata, anche se forse il sesto posto ai danni del Canada poteva starci. La migliore è Martina De Memme, che fa 1’58”60; ma Diletta Carli non riesce a tenere il ritmo, e la Pellegrini è troppo stanca per un’altra strepitosa rimonta come quella di ieri. Pazienza: la finale era comunque un risultato positivo. Nelle altre gare, Mattia Pesce chiude ultimo nella finale dei 100 stile, gara vinta da James Magnussen davanti a Nathan Adrian e James Feigen, Ryan Lochte vince i 200 misti rallentando nel finale mentre cade un altro record del mondo: merito di Rikke Pedersen, che si prende quello dei 200 rana (apparteneva a Rebecca Soni, stabilito a Londra un anno fa) e a questo punto rende interessantissima la finale di domani, con la danese e Yuliya Efimova (che ai microfoni dimostra di stare migliorando con l’inglese) a giocarsi l’oro in assenza della Soni. (Claudio Franceschini)



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