Povera Sorana Cirstea. A 23 anni arrivi alla prima finale di un torneo Premier dopo aver battuto in successione quattro top 20, stai giocando un tennis meraviglioso che ti farebbe vincere contro chiunque e dall’altra parte trovi Serena Williams, che nella categoria del chiunque non ci rientra manco per sbaglio. Così, la finale della Rogers Cup di Toronto è finita con un massacro: in 65 minuti. La rumena ha visto la luce solo all’inizio del primo set, quando sotto 0-3 ha avuto un moto d’orgoglio e si è portata 2-3 recuperando un break alla numero 1 del mondo. In quanti hanno pensato e sperato che Sorana – che l’avrebbe meritato eccome – infilasse un’altra striscia di game vincenti come già accaduto contro Kvitova e Li? Ammettiamolo: tutti. E però, con in campo Serenona anche le più belle favole si devono spezzare; a meno che non ci siano di mezzo mal di schiena, eccesso di nervi o Sabine Lisicki sull’erba di Wimbledon. Da lì in poi è andata come quando si muove una schiacciasassi: 10 game consecutivi, e partita finita ancor prima di capire cosa stesse succedendo. Del resto l’andamento nel torneo dell’americana doveva darci qualche indizio: 20 giochi concessi alle avversarie entrando in finale, un dominio pressochè netto, Flipkens (ricordiamo: semifinalista a Wimbledon) e Rybarikova triturate in un’ora, sofferenza solo contro Agnieszka Radwanska che comunque ha liquidato in due set senza passare da quello decisivo. E i numeri crescono: 54esimo torneo vinto in carriera, il quindicesimo nelle ultime due stagioni, l’ottavo nel 2013. Avanti di questo passo, la Williams può seriamente attentare al record di Martina Hingis, che 16 anni fa ne aveva portati a casa 12 (su 13 finali giocate). Certo: il suo principale obiettivo resta Flushing Meadows, perchè vincendo gli Us Open sarebbero 17 Slam. Ripetiamo: se gioca così, a fermarla può essere solo qualche evento esterno, dove per evento esterno non si contempla neppure un’avversaria in stato di grazia (forse Victoria Azarenka al suo massimo, visto che parliamo di cemento; ma un anno fa la bielorussa a New York finì in lacrime di frustrazione, ci andò vicinissima ma non bastò). Per quanto riguarda Sorana Cirstea, bravissima: ha dimostrato che contro le tenniste di questo mondo può vincere e rivincere, dopo la semifinale contro Na Li (con una doppia rimonta epica) ha detto “probabilmente sto giocando il miglior tennis della mia carriera” e non facciamo fatica a crederlo. Per una volta si è fatta notare non solo per le sue evidenti qualità estetiche: la strada è quella giusta, avanti di questo passo la Top 10 non sarà più così irraggiungibile.



Alle ore 13 di oggi, quando in Italia saranno le 19, si gioca la finale del torneo WTA Premier V di Toronto, la Rogers Cup: il tabellone ha prodotto una partita che forse in pochi si aspettavano, almeno per quanto riguarda la finalista della parte bassa. Serena Williams-Sorana Cirstea, questo l’incrocio di oggi; le due sono al terzo precedente, naturalmente l’americana ha vinto i due episodi della serie (Stanford 2012, Roland Garros di quest’anno). Diciamo subito che se la Williams è quella che abbiamo visto in questi giorni per la rumena ci sarà ben poco da fare: la numero 1 del mondo ha faticato relativamente ieri, trovandosi di fronte una Agnieszka Radwanska concentrata che ancora una volta ha messo qualche granello di sabbia nell’ingranaggio perfetto di Serena. Alla fine l’americana ha comunque vinto in due set, proseguendo nella striscia che l’ha vista demolire Kirsten Flipkens (tre giochi lasciati alla semifinalista di Wimbledon) e poi la rivelazione Magdalena Rybarikova, cui ha concesso appena due game. Dovesse vincere, per la Williams si tratterebbe dell’ottavo titolo stagionale (dopo Brisbane, Miami, Charleston, Madrid, Roma, Roland Garros e Bastad): continua l’inseguimento al record di Martina Hingis, che ne portò a casa 12 nel 1997. Per quanto riguarda la Cirstea, si tratta della prima finale in carriera in un torneo Premier; arriva a 23 anni e forse nel pieno della maturità, per lei in bacheca c’è finora un solo torneo (nel 2008 a Tashkent) con due finali giocate (perse quella di Budapest 2007). Un torneo in continua ascesa: dopo aver fatto fuori Caroline Wozniacki e Jelena Jankovic, i due capolavori sono arrivati contro Petra Kvitova, battuta in due set con una partenza sprint in quello decisivo, e Na Li, in un match altalenante che l’ha vista dominare il primo set, andare sotto 2-5 nel secondo e infilare una striscia di 4 giochi consecutivi che l’hanno mandata a servire per la finale. La cinese qui le ha strappato il servizio e al tie break è volata 4-1, prima di perdersi in un mare di errori e venire eliminata. Per la rumena di Targoviste (tristemente nota per essere stata la sede del processo e dell’esecuzione di Nicolae Ceausescu e della moglie) il torneo si può già considerare vinto (anche perchè porterà a un sostanziale balzo in avanti nel ranking WTA), ma è fin troppo ovvio che arrivata in finale la Cirstea proverà a fare il colpaccio; per come sta giocando si potrebbe anche pensare che ci riuscirà, ma come al solito tutto dipende dalla Williams, che ieri è apparsa leggermente svagata (a un certo punto era convinta di aver chiuso il suo game di servizio, e invece eravamo 40-40). La finale del torneo WTA di Toronto è in diretta su SuperTennis, web-tv tematica che offre anche la possibilità dello streaming attraverso il sito ufficiale www.supertennis.tv.

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