Gli Us Open 2013 sono finiti con la vittoria di Rafa Nadal, che centra il secondo titolo a Flushing Meadows e il 13esimo Slam in carriera, lo stesso numero che a 27 anni aveva conquistato anche Roger Federer. La finale contro Novak Djokovic è stata intensa e appassionante, come ci si aspettava da due fenomeni che si sono incontrati per la 37esima volta nel circuito pro. Grandi colpi, soprattutto lunghi, da fondocampo: sono anche due grandi difensori, perciò ognuno dei due per fare il punto ha dovuto sparare quattro o cinque vincenti in più di quanto avrebbe fatto normalmente. La sublimazione della partita è arrivata nel secondo set: Djokovic in vantaggio 3-2 e con la palla break per allungare, i due danno vita a uno scambio pazzesco. Sono 54 i colpi tirati da Nole e Rafa, per circa 65 secondi di pallate: lungolinea, diagonali, drop shot e ricerca degli angoli, tutto inutile per entrambi perchè la palla è sempre in volo. Alla fine la spunta il serbo: Nadal prova un’accelerazione con il rovescio incrociato, ma Nole risponde profondo e lo spagnolo si ritrova la palla tra i piedi, non riuscendo ad alzarla e facendola terminare in rete. Djokovic esulta mentre il pubblico dell’Arthur Ashe impazzisce con una standing ovation infinita; spesso e volentieri scambi simili sono una mazzata psicologica per chi li perde e una risorsa in più per chi li vince. Infatti, di lì a poco il numero 1 al mondo si aggiudica il secondo set () e si porta immediatamente avanti di un break nel terzo; ma la grande forza di Nadal sta nello spingere l’avversario oltre il limite e nel costringerlo a sbagliare, così che la situazione si raddrizza, Rafa vince un set che aveva già perso e dopo altri 40 minuti di gioco può sdraiarsi a terra nella sua ormai celebre esultanza. Un grande spettacolo: adesso, tutti si aspettano che venga replicato al Master di Londra, ultimo appuntamento di rilievo della stagione.



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