Il calciomercato è finito; almeno, quello dell’estate 2013. Ma il bello di una campagna acquisti è che fa nascere storie che si tramandano poi nel tempo come leggende, da raccontare a increduli ragazzini che sgranando tanto d’occhi si chiedono “ma davvero è successo questo?”. Di racconti intorno al calciomercato ce ne sono tanti: Michel Platini era già dell’Inter prima che il presidente di allora, Ivanoe Frazzoli, si stancasse di giri troppo complicati e al limite del legale per sconsigliare il Nantes dal prolungargli il contratto (le frontiere erano chiuse e non si poteva portare subito il calciatore a Milano) e quattro anni dopo lo comprò la Juventus. Per mascherare lo smacco, i nerazzurri raccontarono che Le Roi aveva un problema alla caviglia. E ancora: Johan Crujff era stato acquistato dal Real Madrid tramite accordo segreto con l’Ajax, ma fu lo stesso calciatore a forzare il suo passaggio al Barcellona, promesso al presidente Montal tre anni prima (anche qui una storia di “embargo” che doveva finire), minacciando di interrompere la carriera. Oggi quelle storie, che allora si riscoprivano magari anni dopo, sono scrutinate e conosciute nei minimi dettagli il minuto successivo; siamo nell’epoca dei social network. Non vuol dire che non si possano creare racconti interessanti: il caso di Willian è emblematico, e oggi torna di attualità perchè il calciatore brasiliano ha rilasciato alcune parole circa il suo passaggio rocambolesco al Chelsea. “Ho scelto per la presenza di José Mourinho, è stata determinante”. Non è questa la parte dell’intervista, rilasciata a Globoesporte, che fa riflettere, quanto l’altra: “Ho sempre sognato i Blues, sono un club migliore del Tottenham in tutti gli aspetti”. Al di là della parola fine al rapporto di collaborazione e amicizia tra lo Special One e il suo ex-Delfino André Villas-Boas, peraltro deterioratosi da tempo, le parole del fantasista brasiliano suscitano perplessità: per chi non avesse ancora chiaro il quadro della situazione, riavvolgiamo il nastro e spieghiamo brevemente. Willian, uno dei pezzi pregiati dell’Anzhi in svendita, si è accordato con il Tottenham, e le due società si sono già strette le mano. A un certo punto interviene Roman Abramovich: una telefonata al suo connazionale Sulejman Kerimov, e il brasiliano è dei Blues. Cose simili a volere scavare nell’archivio storico si sono già verificate, ma qui la particolarità sta nel fatto che mentre era in corso la telefonata da Londra a Mosca il giocatore si trovava nella sede di White Hart Lane per le visite mediche. Nemmeno un blitz: un vero e proprio furto, anche se di fatto legale come ha sottolineato Mourinho con la sua solita ironia: “Prima di fare le visite mediche bisognerebbe firmare i contratti”. Willian, all’oscuro di tutto, ha quindi fatto qualche chilometro verso Sud e si è trasferito al Chelsea. Stonano due cose in fondo al cassetto della storia: la prima, che il brasiliano ha parlato dei Blues come club migliore del Tottenham quando un minuto prima avrebbe probabilmente detto altro. La seconda, e qui arriva anche l’ironia, che molto probabilmente Mourinho non voleva nemmeno comprarlo, il brasiliano; e che l’ha comprato solo per soffiarlo alla concorrenza, che altrimenti si sarebbe rinforzata troppo. Che possa essere vero lo dimostra la sfilza di trequartisti attualmente nella rosa dello Special One: ma agli Spurs questo non interessa tanto quanto battere il Chelsea in entrambi gli incroci di campionato. Storie di calciomercato: sono sempre esistite, e sempre esisteranno. Oggi però, nel mondo dei “mi piace”, “condividi” e “retweet”, sarebbe d’uopo andarci ponderare le parole prima di lasciarsi andare a qualche dichiarazione. Anche lusinghiera, come in questo caso.



(Claudio Franceschini)

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