Una monumentale Italia batte la Spagna 86-81 dopo un tempo supplementare e si garantisce il terzo posto nel girone F degli Europei di basket 2013. Affronteremo la Lituania; diciamolo subito, forse sarebbe stato meglio giocare contro la Serbia (sarebbe successo se avessimo perso oggi), ma l’iniezione di fiducia che deriva dalla partita di oggi è grande, perchè battere i campioni d’Europa in carica (due titoli consecutivi) e prendere la prima vittoria di questa seconda fase, dopo due sconfitte tirate, vale molto più di un avversario sulla carta più debole. Soprattutto per come si era messa, l’Italia esce dal campo con la convinzione di poter battere tutti; intanto è ai quarti, e vincendo giovedi avrà anche strappato il pass per i Mondiali del 2015, che si giocheranno a Barcellona. Una gara dai due volti, anzi tre: nel primo quarto gli azzurri dominano l’avversario grazie alle triple (apriamo con 3/3) e le lettura intelligenti di Andrea Cinciarini, che trova sempre compagni ben piazzati e in ritmo. Un grande Marco Cusin cancella Marc Gasol che commette presto due falli e lascia il posto a Rey, mentre Ricky Rubio è cancellato da un Belinelli che si sbatte anche in difesa. Dopo 10 minuti siamo avanti 24-12; purtroppo qui la luce si spegne, le Furie Rosse rientrano in campo con un altro volto e in un amen sono lì, 24-24 con Datome in panchina gravato di 3 falli, e mettono anche la testa avanti per la prima volta. In casa Italia si spegne la luce: non segna più nessuno, alla disperata ci aggrappiamo a qualche invenzione di Belinelli, ma le riserve non danno il loro contributo (Travis Diener impalpabile) e dall’altra parte Gasol jr. si sveglia sul serio. Quasi per miracolo giriamo in parità (37-37) all’intervallo lungo, ma quando torniamo in campo la Spagna ci fa scappare fino al 43-42 e poi ci punisce: altro 12-0 iberico e Gasol (chiuderà con 32 punti e 10 rimbalzi) dominante. L’Italia non c’è più: si intestardisce in conclusioni dall’arco che non trovano il canestro, fanno il gioco dell’avversario che allunga in contropiede con Sergio Rodriguez (18 con 6 assist) e fa anche valere muscoli e centimetri sotto canestro, dove il solo Cusin non basta. Sembra finita al 30′ (45-56) anche perchè la Spagna continua a segnare, e invece no: la riscossa arriva come spesso capita grazie a un episodio, in questo caso una tripla di Gentile con fallo e l’aiuto del tabellone che riporta gli Azzurri a -9. E’ l’inizio della rimonta che contro la Croazia non era giunta al termine: qui invece sì. Belinelli gioca con la palla del pareggio, sbaglia il tiro ma Melli è presente a rimbalzo e, pur sbagliando il tap in, costringe la Spagna alla deviazione. Rimessa con 2”8 sul cronometro, Datome riceve, entra in area e, dopo la sua classica esitazione, appoggia al tabellone per il pareggio. E’ overtime: che l’Italia porta a casa da subito, guadagnando 8 punti di vantaggio (80-72) che vengono risicati dalla Spagna ma non cancellati nel gioco del fallo sistematico. Una grande vittoria, e ora ci chiediamo: dove arriverà questa Nazionale? Giovedi inizieremo a rispondere.
Il tabellino ITALIA-SPAGNA 86-81 dts (periodi 24-12, 13-25, 8-19, 25-14, 16-11)
Aradori 17, Gentile 25, Rosselli, Vitali 3, Poeta, Melli 2, Belinelli 16, T. Diener, Cusin 4, Datome 11. N.E.: Magro. Pianigiani
Rudy Fernandez 4, Sergio Rodriguez 18, Rey 2, Calderon 5, Rubio 2, Claver 5, San Emeterio 4, Llull 5, M. Gasol 32, Mumbru 4. N.E.: Aguilar, Gabriel. Orenga
Tiri da 2: Italia 24/41 (58,5%), Spagna 27/52 (51,9%)
Tiri da 3: Italia 6/26 (23,1%), Spagna 5/25 (20%)
Tiri llberi: Italia 20/26 (76,9%), Spagna 12/20 (60%)
Rimbalzi: Italia 48 (Cusin 11), Spagna 10 (M. Gasol 10)
Assist: Italia 9 (Aradori 3), Spagna 12 (Sergio Rodriguez 6)
Recuperi: Italia 3 (Vitali, Cusin, Cinciarini 1), Spagna 7 (Rudy Fernandez 2)
Palle perse: Italia 17 (Datome 4), Spagna 9 (Calderon, Llull, M. Gasol 2)
Italia al comando nel tempo supplementare: gli raggiungono un massimo vantaggio di +8, poi un libero di Lull e un tap-in di San Emeterio riducono il vantaggio azzurro a 5 punti (80-75). L’azione dopo eroico Datome con una gran stoppata su Claver, che mantiene il margine azzurro: sul cambio di fronte prova a chiuderla lo stesso Datome ma sbaglia il tiro. Nell’ultimo minuto segna Claver che poi manda in lunetta Datome. Il capitano fa due su due dalla lunetta per l’82-77, a 28 secondi dalla fine. Segna i solito Gasol con rimbalzo d’attacco, poi San Emeterio fa rapidamente fallo su Gentile. Il neo capitano dell’Olimpia fa 2/2 e siamo 83-79, a 20” dal termine. Gran canestro di Rodriguez (83-81), poi Gentile subisce un altro fallo e realizza ancora entrambi i tiri liberi (86-81). La Spagna cerca un tiro da fuori ma Claver si fa sfuggire la palla, e la partita finisce. Impresa degli azzurri! Quarti di finale giovedì 19 contro la Lituania.
L’Italia rimonta anche da meno 10 punti e con un finale di grande intensità e concentrazione si guadagna il tempo supplementare all’ultimo tiro. Il canestro che rimanda i titoli di coda è di Gigi Datome, che segna lasciando solo un decimo a cronometro. Tutti all’extra time! Cusin fuori per cinque falli.
I secondi dieci minuti sono più difficili per l’Italia, che subisce la rimonta di una Spagna che torna a grandissimi livelli, che ci raggiunge e ci sorpassa. Gli azzurri però hanno il merito di non mollare: si combatte punto a punto fino alla parità che ci accompagna all’intervallo lungo. A secco sia Belinelli sia Datome, per l’Italia il protagonista del quarto è stato Alessandro Gentile, mentre per gli spagnoli Marc Gasol è arrivato in doppia cifra (11 punti).
Primo quarto molto positivo dell’Italia che conduce di 12 alla prima pausa. 10 punti per Marco Belinelli e 5 per Luigi Datome, che però è dovuto uscire con tre falli a carico (dentro Luca Vitali al suo posto, entrato bene in partita). Da ricordare il primo quarto di Marco Cusin, autore di 3 stoppate di cui 2 su Josè Calderon.
I pronostici SNAI per la partita Italia-Spagna di basket. La vittoria dell’Italia è quotata a 10,00, quella della Spagna a 1,40 mentre il pareggio al termine dei quattro quarti regolamentari a 3,60. La Spagna è dunque considerata più che favorita. Queste le possibilità di margine per la vittoria degli iberici: quello tra 1 e 5 punti è quotato a 5,00, quello tra 6-10 punti e quello tra 11-15 punti entrambi a 3,50 mentre quello tra i 16 e i 20 punti è quotato a 4,80. Più alte le quote relative ai possibili scarti vincenti dell’Italia: il margine di vantaggio da 1 a 5 punti è quotato a 8,00, quello dai 6 ai 10 punti a 17,00, quello dagli 11 ai 15 punti a 36,00 e quello tra 16 a 20 punti a 70,00. Somma punteggio delle due squadre: la possibilità che sia un numero pari è quotata a 1,80, quella che sia un dispari invece a 1,90.
Oggi alle ore 17:45 si gioca a Lubiana Italia-Spagna, ultima partita del gruppo F degli Europei di basket 2013, seconda fase. Per gli Azzurri tecnicamente una partita ininfluente ai fini della qualificazione ai quarti di finale, dove torniamo dopo 11 anni: siamo già certi del passaggio del turno grazie alla sconfitta della Grecia contro la Slovenia, avvenuta sabato. In questo senso la prima fase ci ha dato una grossa mano: il 5 su 5 realizzato ci permette di passare il turno anche con tre sconfitte su tre partite. Merito della formula che, riducendo i gironi a due nella seconda fase, teneva conto dei punti realizzati nella prima (le partite già andate in scena non si sono infatti rigiocate). Diverso il discorso delle Furie Rosse, che clamorosamente rischiano l’eliminazione (saranno fuori se le batteremo e contemporaneamente la Grecia farà fuori la Croazia). Per quanto riguarda l’Italia, il calcolo è piuttosto semplice: attualmente si trova a 6 punti, pari merito con la Spagna e dietro a Slovenia e Croazia che ne hanno 7. Perdendo si guadagna un punto: ciò significa che se le Furie Rosse ci dovessero battere saremmo comunque quarti (Grecia e Flnlandia potrebbero agganciarci ma sarebbero dietro per lo scontro diretto). Non possiamo invece andare al di là del terzo posto: infatti, se anche vincessimo e una tra Croazia e Slovenia dovesse perdere, ci sarebbe comunque davanti per scontro diretto (mentre l’altra sarebbe irraggiungibile a quota 9); dovessero perdere entrambe, la classifica avulsa ci vedrebbe alle spalle con 2 punti (abbiamo infatti perso con entrambe le balcaniche). Significa che i nostri possibili avversari sono due: la Serbia se arrivassimo quarti, la Lituania in caso di terzo posto. Destini diversi: i balcanici sembrano attrezzati anche per vincere il torneo, hanno dato impressione di solidità e partirebbero favoriti. La Lituania è una squadra giovane con qualche veterano (Kleiza e i fratelli Lavrinovic), ma ha già mostrato pecche strutturali che potremmo andare a colpire. Nessuna delle due è più lo squadrone di un tempo, ma in Paesi nei quali si respira e mastica basket 24 ore al giorno è chiaro che la tradizione permette sempre di avere squadre competitive. Per quanto riguarda la qualificazione ai mondiali, in caso di qualificazione della Spagna nelle prime sei ci sarà un posto in più a disposizione. Basterà dunque vincere la finalina per il settimo e ottavo posto (ci sarà un mini torneo con semifinali e finali tra le quattro squadre eliminate ai quarti). Paradossalmente dunque dovremmo sperare che la Spagna ci batta, in modo che passi il turno (ma come detto può farlo anche perdendo) e prosegua il suo cammino; altrimenti ci sarà un posto in meno. Il precedente che tutti ricordiamo è la finale degli Europei del 1999: a Parigi, 3 luglio, battemmo le Furie Rosse 64-56, con 18 punti di Carlton Myers e 10 di Alessandro Abbio e Gregor Fucka.
A conti fatti, l’Italia avrebbe anche potuto centrare il primo posto nel girone. Le cinque vittorie nella prima fase erano un ottimo biglietto da visita; ci ha certamente permesso di centrare i quarti di finale anche perdendo tutte le partite, ma arrivando dalle vittorie contro Russia, Turchia e Grecia (pur se nessuna di queste si è poi mostrata per quello che si pensava fosse) era lecito aspettarsi un rendimento migliore. L’amara realtà dei fatti è che le nostre avversarie si sono rivelate superiori: Simone Pianigiani si è detto contento per lo sforzo profuso e il modo in cui siamo riusciti a restare incollati alle partite contro Slovenia e Croazia, ma soprattutto sotto canestro siamo stati schiacciati. Poco male: l’obiettivo è raggiunto, e non è poco se si considera che alla vigilia, al netto di tutte le nostre indisponibilità, pensavamo che anche superare la prima fase sarebbe stato un miracolo. Segniamo 76,6 punti a partita: decisamente non male, e i dati dei primi realizzatori lo confermano. Gigi Datome è il nostro miglior scorer: 14,4 punti a partita (di fatto ha steccato solo la partita contro la Turchia, dove però non c’è stato bisogno di lui, e quella contro la Slovenia), davanti a Belinelli, Gentile e Aradori anche loro sopra i 10 di media. Prendiamo 33 rimbalzi a partita (leader sempre Datome con 5,7), questa rimane una pecca del nostro roster anche se nella prima fase siamo riusciti a sopperire; e distribuiamo 11,6 assist (Belinelli con 2,8 è il primo in questa graduatoria). Come percentuali stiamo comunque tirando bene: 42,1% da 2, incredibile 43,7% da 3 che però resta arma a doppio taglio, avendo poche altre soluzioni per far male agli avversari. La Spagna è finora una mezza delusione: d’accordo che si è presentata qui senza due stelle del calibro di Pau Gasol e Juan Carlos Navarro (e pure Serge Ibaka), ma certo nessuno si aspettava che una nazionale che ha dominato negli ultimi anni sarebbe andata sotto con la Slovenia nella prima fase (pur se con fattore campo sfavorevole) e poi avrebbe rischiato di essere eliminata, perdendo di 4 punti contro una Grecia ben lontana da quella che tutti avevano accreditato come principale candidata al titolo. Resta un problema di punti segnati: 75,1 sono davvero pochi per una squadra che ha tante bocche da fuoco al suo arsenale e che aveva abituato in ben altro modo, come dimostra anche la distribuzione. Rudy Fernandez è il migliore con 12, poi ce ne sono altri due sopra i 10 (Marc Gasol e José Calderon) più Ricky Rubio che supera i 9. Sotto canestro si soffre: a parte il minore dei Gasol (7,7 rimbalzi a partita) le cose si fanno grigie, tanto che addirittura noi potremmo approfittarne quando il giocatore dei Memphis Grizzlies sarà in panchina. Rubio accende e spegne: 3,3 assist di media, palle perse contenute ma scelte non sempre lucidissime. All’Italia non importerà granchè, ma di di sicuro una vittoria contro la Spagna darebbe morale al gruppo in vista dei quarti di finale, e in questo momento affrontare la Lituania avendo anche un giorno in più a disposizione (sarebbe giovedi) piuttosto che la Serbia (mercoledi) sembra un affare migliore. Ad ogni modo non resta ora che scoprire come andrà a finire questa partita: Italia-Spagna sta per cominciare…
Risorsa non disponibile
Ci mette un po’ a carburare, ma quando lo fa diventa immarcabile. Tante piccole cose, anche in difesa, ma soprattutto 17 punti di un peso specifico enorme. Uno dei quattro uomini in doppia cifra, forse il miglior simbolo di un’Italia che non molla mai.
Devastante. Sembra fuori dalla partita, e invece alla fine ne fa 25 aggiungendoci 7 rimbalzi. Freddissimo nel finale in lunetta, la partita la cambia lui prendendosi la responsabilità con una sfacciataggine che ormai ben gli conosciamo: quando sembra finita, lui inizia a giocare. Pronto per la NBA? Ora conta poco: che ci porti in fondo in Slovenia, e poi vedremo.
Troppo poco tempo per giudicarlo, entra nel momento in cui la Spagna risale la corrente e ci mette anche troppo agonismo (tre falli subito).
Un ottimo impatto sulla gara quando deve sostituire Datome che ha problemi di falli. Subito una tripla, rimane quello il suo unico canestro ma costruisce buoni tiri e in generale è una presenza.
Gioca poco e fa in tempo a raccogliere un rimbalzo; tuttavia entra con la testa giusta e prova a mettere ordine dove invece regnava un po’ di caos. Poi si siede in panchina per rimanerci, ma la sua esperienza potrà servire anche giovedi.
Si deve adattare da centro vero e ancora una volta lo fa con abnegazione. Certo, viene distrutto da Marc Gasol ma la presenza c’è e soprattutto mette le mani sul possesso decisivo. Sbaglia ed è vero, ma intanto su quel pallone c’era lui e non una maglia rossa.
Se alla fine vinciamo è anche merito suo: nel primo quarto gioca come una furia e con ottime percentuali. Poi torna il Belinelli dei tempi passati: quello che prova a vincere da solo forzando tutto quello che passa dalle sue mani. Chiude con 2/8 da 3 punti e non è lui l’uomo della rimonta. Esce nel supplementare per 5 falli: ci sono anche 8 rimbalzi, pertando la sua partita è comunque positiva.
Vero che il plus-minus conta relativamente, ma -22 in una partita vinta dice qualcosa. Doveva essere l’uomo in grado di far saltare il banco con la sua imprevedibilità: finora non si è mostrato, e stasera ha chiuso con 0 punti, 0 assist e una palla persa in 11 minuti. Troppo poco, da uno con il suo talento ci si aspetta decisamente di più.
Apporto offensivo scarso come al solito, ma sotto il nostro canestro è una belva: nei miseri 12 punti segnati dalla Spagna nel primo quarto c’è tanto e quasi tutto di suo. Frena due volte Calderon e anche Marc Gasol – 3 stoppate – gioca limitato dai falli ma non indietreggia di un centimetro, chiudendo con 11 rimbalzi. E’ praticamente l’unico lungo contro la batteria iberica ma di gran lunga il migliore.
Guadagna punti con il canestro che ci porta ai supplementari, di classe e voglia pura. Prima, non il solito Gigigante: qualche errore di troppo al tiro e due falli in pochi secondi che lo mandano in panchina a lungo. Però come detto se andiamo all’overtime è grazie al suo tiro: non sempre si è decisivi segnando 25 punti.
Uomo occulto della rimonta, inizia bene distribuendo saggiamente tiri comodi o creando situazioni in ritmo. Tende a scomparire anche lui ma è l’uomo d’ordine che serve quando la foga ci potrebbe giocare brutti scherzi. Chiude con 8 punti e 4/8 al tiro.
Uno con il suo talento non si può limitare a 5 punti. Tira malissimo (2/8) e fa sempre le scelte sbagliate, non entrando mai in partita. Uno dei tanti a tradire Orenga.
Ci mette un po’ a carburare, ma nel secondo e terzo quarto firma insieme a Gasol la fuga Spagna che sembra essere decisiva. Segna 18 punti e distribuisce anche 6 assist: nel finale si fa prendere anche lui dalla foga e sbaglia qualcosina, ma senza di lui le Furie Rosse avrebbero perso più nettamente.
Gioca per far rifiatare Gasol e limitare i suoi falli: di fatto è arma tattica difensiva che funziona a corrente alternata. Non è in campo nei momenti in cui si decide la partita.
Scelte spesso sbagliate, si fa mangiare da Cusin due volte nel primo quarto, sbaglia un lay up in contropiede e poi quando la Spagna è in affanno non la mette mai, chiudendo con un orrido 2/10 da tre punti.
Gioca poco e le sue statistiche dicono ancora meno. Un tiro piazzato nel primo quarto, un assist in transizione, poi il nulla: tante amnesie ma soprattutto l’impressione che giochi con il freno a mano tirato. In difesa si sbatte come sa fare, ma non è decisamente la sua serata.
Lo si ricorda per essersi fatto sfuggire dalle mani la tripla dell’ultima speranza spagnola; prima però aveva anche combinato qualcosa di buono, segnando un tiro da 3 di discreta importanza e sbattendosi molto sotto i tabelloni (6 rimbalzi).
Partita dai due volti: solo 4 punti per uno dei giocatori più versatili delle Furie Rosse, dà l’impressione di poter spaccare il mondo ma di frenarsi. Non sfrutta appieno i missmatch e si accontenta troppo spesso del tiro da tre punti (0/4).
Al di là delle cifre non certo da ricordare, gioca una partita ordinata come cambio dei playmaker, e ad ogni modo è l’unico che riesca a portare ordine nella Spagna. Non è certo un caso che nel finale e quando si giocano i punti importanti ci sia in campo lui.
Le cifre sono pazzesche: 32 punti sono massimo nel torneo, e ci aggiunge anche 10 rimbalzi. Troppo deficitario nel primo quarto, e soprattutto nel corso della rimonta azzurra non segna più. Prima, però, aveva scavato il solco praticamente da solo. Encomiabile: con i se e i ma non si fa la storia, ma cosa sarebbe stato insieme a Pau? Beh: lo abbiamo già visto.
Una buona presenza sotto canestro, finisce per giocare tanti minuti (27). E’ l’uomo che dà l’inerzia giusta al secondo quintetto, vero che chiude con 2/7 al tiro ma sotto canestro, nella battaglia persa dalla Spagna, è uno dei più presenti e combattivi.
(Claudio Franceschini)