Una figuraccia: scoperto nel tentativo di truccare un controllo antidoping con un metodo quantomeno bizzarro, ora Devis Licciardi rischia pure grosso per la sua bravata. La notizia farebbe anche sorridere, se non fosse che ingannare i medici è cosa grave e il rischio di una lunga squalifica è dietro l’angolo per il podista. Sembra di raccontare la scena di un film: è quasi un classico lo sketch dell’etichetta scambiata sui campioni per farla franca, ma qui Licciardi, sabato a Molfetta (provincia di Bari) ha fatto anche di peggio. Sentite qui: il podista, al termine di una gara valida per il campionato italiano individuale assoluto 10 chilometri su strada, si è presentato al controllo antidoping di rito e ha pensato bene di estrarre un pene finto, naturalmente già contenente urina “pulita”. Deve aver pensato, il buon Licciardi, di passare inosservato, espletare la pratica e andarsene a casa senza problemi grazie alla sua trovata bizzarra; e invece è stato colto sul fatto, segnalato a chi di competenza e nello specifico al reparto antidoping del Coni. Immediata la convocazione di Licciardi per ulteriori accertamenti e spiegazioni; difficile immaginare come il podista si possa levare d’impaccio, la squalifica (non certo breve, peraltro) appare decisamente dietro l’angolo. Non solo: il corpo di cui fa parte, l’Aeronautica Militare, finisce sotto una inevitabile cattiva luce, e non è assolutamente escluso che a questo punto possa a sua volta dare vita a procedimenti contro il suo atleta. 



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