Mercoledì 25 settembre si è conclusa la 34esima edizione dell’America’s Cup, la Coppa America di vela fra il detentore Oracle Racing (Or) e lo sfidante Emirates Team New Zeland (ETNZ). La prima edizione statunitense dal 1995, anno in cui si trasferì in Nuova Zelanda, si è conclusa in maniera tipicamente americana: una rimonta quasi impossibile, iniziata sull’1-8 e terminata sul 9-8. Sembra proprio una trama di un film di Hollywood, come “Quella sporca ultima meta” o Miracle on Ice (che, peraltro, è tratto da una storia vera). Nella realtà molti elementi differiscono dal film. Pochi giorni prima dell’inizio della Luis Vuitton Cup, le regate di selezione degli sfidanti, emerse il primo scandalo: dopo la morte del velista “Bart” Simpson, la giuria aveva presentato 37 nuove aggiuntive che, secondo loro, avrebbero aumentato la sicurezza degli equipaggi. Sulle prime 35, riguardanti limiti di vento e dotazioni aggiuntive, si era raggiunto un comune accordo. Le restanti, che riguardavano la possibilità di regolare gli impennaggi (foil) dei timoni anche durante la regata, sono state viste da Luna Rossa e da come cambiamento sostanziale delle regole di stazza a vantaggio di Oracle, molto in ritardo sullo sviluppo del catamarano. Dopo una lunga protesta, con anche il boicottaggio da parte di Luna Rossa di alcune regate, la giuria ha dato ragione ai due “protestanti”. Un’ulteriore perdita sulla credibilità di Or si è avuta nell’intermezzo fra la Louis Vuitton Cup  e l’America’s Cup. Infatti, durante una serie di controlli di stazza su dei catamarani utilizzati durante le Luis Vuitton Series in giro per il mondo, anche a Napoli e a Venezia, si è scoperto che quelli utilizzati da Or avevano subito delle modifiche illegali, principalmente degli spostamenti di peso. Questo fatto è considerato molto disonorevole in ambito velico. Pensiamo che per tutto il , per i certificati di stazza ci si fidava della parola del progettista. Ovviamente, è successo che in controlli successivi, in caso di vendita, alcune barche avessero caratteristiche diverse da quelle dichiarate.  A causa di ciò, a Or sono stati dati 2 punti di penalizzazione e la squalifica a 3 membri del Team. Per molti, questa multa è stata piuttosto leggera e ci si aspettava qualche misura più rilevante. Un ulteriore fatto che ha inviso Or alla maggioranza del popolo della vela è avvenuta sull’, mentre ETNZ era a un punto dalla vittoria. Or ha ingaggiato nuovi progettisti, ha utilizzato ore e ore di calcolo e ha modificato sostanzialmente l’imbarcazione, nei limiti del regolamento. Questo è stato possibile grazie alle centinaia di migliaia di dollari spesi per la campagna. In pratica, è come se nel calciomercato invernale, una squadra cambiasse portiere, qualche difensore e gli attaccanti. Legalmente è possibile, però da molti puristi verrebbe visto come un campionato falsato. Uno dei problemi che si dovrà risolvere nella futura Coppa, è appunto il fatto che Or avrà per la nuova campagna un budget praticamente illimitato, cosa che gli altri sindacati difficilmente riusciranno ad avere. Chi potrà avere un progetto migliore con costi decisamente minori? Per fare un esempio calcistico, come può fare una squadra con un bilancio del Sassuolo confrontarsi contro il Real Madrid? Quello che per i meno addetti ai lavori è sembrata una favola, un’impresa eccezionale, una rimonta impossibile, fino alla vittoria del buono contro il cattivo, in realtà, nell’ambiente velico è stato visto come il prepotente che vince sempre, il bullo contro il secchione, tant’è che il Fan Club di Luna Rossa intitola un thread del forum sul futuro della coppa: “campane a morte per l’America’s Cup”.



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