Il beach volley italiano femminile è Cicolari-Menegatti. Greta, classe ’82, è stata di fatto la sorella maggiore di Marta (’90) con la quale si è tolta delle belle soddisfazione. E anche il quinto alle Olimpiadi di Londra del 2012, nonostante non valga una medaglia, è un risultato storico. Negli ultimi tempi Greta è stata protagonista di un caso (ancora aperto) con la Federazione che l’ha di fatto licenziata in seguito al suo infortunio alla schiena. Ma quest’oggi Greta Cicolari, esempio positivo dello sport italiano, racconta in esclusiva a IlSussidiario.net la sua esperienza sulla sabbia, le origini e il mondo del beach nostrano (che deve ancora svegliarsi).
Sei partita dalla pallavolo e poi ecco il beach. Come ti sei avvicinata? Era l’estate del 2008. Una ragazza mi aveva chiesto di giocare con lei perché le mancava la compagna. Ma non avrei mai pensato che sarebbe diventata una professione…
E invece? L’anno dopo l’allenatore ci aveva seguite mi chiese se mi andava di fare qualche stage finita la mia stagione indoor, e io accettati. Allenandomi vidi che mi riusciva bene e quando ho dovuto decidere se continuare o meno mi sono buttata. Pensai: “Il tempo per tornare indietro ce l’ho sempre!”
Raccontaci qualcosa del sodalizio con Mara Menegatti. Quando ho iniziato con questi stage, oltre alle seniores, che c’era un gruppo di ragazzine che non avevamo mai fatto niente che erano lì per provare. E tra le più piccole c’era proprio Marta che era brava, seppur inesperta. D’altronde aveva 17 anni. Prima però avevo fatto un torneo con un’altra ragazza che però poi ha deciso di non lasciare la pallavolo. Mi hanno quindi affiancato a Marta e da lì è partita la nostra avventura insieme
E proprio sul vostro rapporto, qualche episodio particolare? Ce ne sono troppi! Quando per quattro anni ci vivi insieme ogni giorno…! Sicuramente il primo periodo è stato strano. Avevo 26-27 anni e avevo la mia vita, mentre lei era ancora una ragazzina. Mi sembrava di girare il mondo con una mia sorella più giovane! Oltre ai risultati ci sono stati tanti momenti difficili, anche per la crescita della coppia
Cosa insegna questo sport? Si gioca in due e penso il tutto si basi su un rapporto di fiducia Ti devi fidare sempre del tuo compagno – sia dentro che fuori dal campo – per avere un’intesa massima e vincere. O sei una persona che fa del beach una professione (vivendo la cosa con una mentalità da lavoro) allora, come fanno un po’ più gli uomini, puoi anche non essere amico fuori dal campo. Però per le donne in particolare devi costruire un rapporto al di fuori. Sì, ti devi fidare al 100%, o almeno al 99.99 del tuo partner! Con il beach diventi praticamente fratello e sorella
Tu giochi a beach e il tuo compagno, Dimitri Lauwers, a basket in serie A (ora a Montegranaro). Ti viene a vedere? Sì, quando può lui mi segue sempre! Fa grossi sforzi, ma ovviamente è un bell’impegno perché io gioco in giro per il mondo
E te, invece, vai spesso al palazzetto? Idem. Soprattutto nella fase invernale della stagione, come adesso, lo seguo ovunque per sostenerlo
Il beach volley è uno sport minore, schiacciato forse dalla pallavolo, ma è il re dei “giochi da spiaggia”: tutti ci giocano al mare. E ultimamente si sta facendo qualcosa per promuoverlo con la costruzione di diversi spazi al coperto per giocarci d’inverno Si stanno creando molte strutture invernali e di questo sono molto contenta perché comunque la sabbia è un elemento fantastico su cui giocare: sia che giochi a beach volley ,che a beach tennis che a beach soccer. È bello quindi che nascano queste strutture e che venga data l’opportunità alle persone che non vivono vicino al mare di poterci giocare. Mi dispiace però che, pur essendo l’Italia un Paese di spiagge, non c’è ancora abbastanza gente che pratica beach volley qui da noi. Non viene sponsorizzato nella maniera giusta come, invece, accade altrove
Per esempio? La Germania (che ha pochissime le spiagge) ha un circuito nazionale fantastico. Ma anche in Svizzera… È uno sport che si sta evolvendo tantissimo a livello mondiale e poi è proprio bello da giocare, per chiunque.
Nelle ultime partite hai notate qualche giovane particolarmente promettente? Tra le femmine mi è piaciuta molto una tedesca, Kira Walkenhorst. È molto giovane (classe ’90, come la Melegatti, ndr) , ma sono sicura che farà molto bene nei prossimi anni. Il beach volley è uno sport che butta fuori continuamente giocatori giovani. Ce ne sono diversi ovunque. E poi l’anno post-olimpico è sempre l’anno più facile, perché magari le grandi coppie prendono un anno di pausa o abbassano un po’ il livello perché se devono riposare. Sono curiosa di vedere cosa accadrà nella stagione che deve iniziare…
Progetti futuri? Prenderò parte al World Tour che inizierà a fine aprile. Ho una nuova compagna e gli sponsor che mi stanno vicino. Combatto sul campo fin dal primo torneo. La mia carriera non si ferma: voglio andare a Rio
(Fabio Franchini)