Non era mai accaduto che Flavia Pennetta raggiungesse i quarti di finale degli Australian Open: detto fatto, a quasi 32 anni la brindisina si toglie una bella soddisfazione centrando l’obiettivo in un’ora e 52 minuti, battendo Angelique Kerber in una partita da film thriller (6-1, 4-6, 7-5) perchè la tedesca come sempre non molla una palla e anche quando sembra sconfitta risorge. Alla fine però la bandiera sulla Rod Laver Arena è tricolore a strisce verticali: Pennetta ai quarti in una giornata nella quale abbiamo perso anche l’ottavo italiano (su nove), Fabio Fognini che come da pronostico non è mai stato in partita contro il numero 2 al mondo e campione in carica degli ultimi tre anni Novak Djokovic (3-6, 0-6, 2-6) ma lascia l’Australia a testa alta. Flavia invece prosegue nel suo sogno: negli ultimi tre Slam giocati ha fatto ottavi a Wimbledon, semifinali agli Us Open e quarti qui: Na Li ha concesso solo due game a Ekaterina Makarova, è forse l’avversario più duro che si possa incontrare dopo Victoria Azarenka e forse, in questo momento, anche più della bielorussa. Ma la Pennetta è in forma e, se il polso reggerà (nel corso del torneo ha lamentato dolori), non le sarà precluso nulla. Anche perchè nella notte è successo il fatto clamoroso: Serena Williams è stata eliminata. La testa di serie numero 1 e miglior giocatrice al mondo per distacco (se la gioca per il titolo di più forte di tutti i tempi) è caduta sulla Rod Laver Arena per mano di Ana Ivanovic (4-6, 6-3, 6-3), che l’ha battuta per la prima volta in cinque incroci. Con la consueta sportività l’americana ha omaggiato l’avversaria sul campo (con un bel sorriso e una stretta di mano convinta) e in conferenza stampa, dove ha anche ammesso di aver giocato con una schiena messa male; dentro, naturalmente, è un focolaio di rabbia e frustrazione, che magari avrà sfogato in privato. Per la terza volta consecutiva l’americana cade prima delle semifinali: gli Australian Open, che pure ha vinto cinque volte nella sua carriera, in questi ultimi anni restano un tabù per lei. Sfumato l’appuntamento con l’aggancio alla coppia Evert-Navratilova per Slam vinti, se ne riparlerà a Wimbledon quando le sue rivali dovranno temere la furia cieca di una giocatrice che, appena dopo aver perso, ha detto che “in un certo modo va bene, adesso mi potrò allenare meglio per i prossimi impegni”. Per il momento tutte le altre giocatrici, come sempre succede quando Serena è fuori dal tabellone, gioiscono e annusano un’aria che sa di impresa: in primis la stessa Ivanovic, che ci ha messo sei anni per tornare ai quarti al Melbourne Park (nel 2008 perse la finale da Maria Sharapova) e nello stesso lasso di tempo si trova al quinto turno di uno Slam per la seconda volta (Us Open 2012 l’altro precedente, dove proprio la Williams l’aveva fermata). A guardare come sta in campo sono le sue avversarie a dover tremare: il livello di gioco è pericolosamente vicino a quello del 2008, quando era stata numero 1 al mondo e si era presa il Roland Garros. Oggi ha dominato Serena con i vincenti (33) dopo averlo già fatto con Sam Stosur; delle otto arrivate ai quarti nella parte alta è quella che ha avuto il tabellone più complicato per distacco. Ce l’avrà ancora: sulla strada tra lei e la semifinale c’è Eugenie Bouchard, che nella mattinata italiana ha finalmente consacrato il suo ingresso nelle top del circuito (due giorni fa aveva centrato per la prima volta gli ottavi in uno Slam). Perso il primo set al tie break contro Casey Dellacqua, ultima speranza australiana, la canadese del ’94 ha dominato gli atri due (6-2, 6-0) dimostrando che ormai è arrivata e se la gioca con tutte, anche se il suo cammino fin qui è stato facilitato da avversarie non esattamente irresistibili. La Ivanovic sarà la vera prova del nove: a Wimbledon, un anno fa, l’aveva battuta, ma la serba era un’altra giocatrice. Nel tabellone maschile poche sorprese, anzi nessuna: Tomas Berdych ci ha messo poco per regolare un Kevin Anderson che, ormai si è capito, non regge certe quote. Per il ceco quarto di finale contro David Ferrer, che ha avuto bisogno di quattro set per liberarsi di Florian Mayer. Sul cemento Berdych ha forse qualcosa in più, ma i precedenti dicono 7-4 Ferrer e in generale il quarto di finale è in totale equilibrio. Novak Djokovic se la vedrà invece con Stanislas Wawrinka, che ha battuto Tommy Robredo in tre set (6-3, 7-6, 7-6). Nella semifinale degli Us Open lo svizzero andò ad un passo dal fare il grande colpo: proverà a ripetersi a Melbourne. (Claudio Franceschini)
(2) Novak Djokovic (SRB) b. (15) Fabio Fognini (ITA) 6-3, 6-0, 6-2
(8) Stanislas Wawrinka (SUI) b. (17) Tommy Robredo (SPA) 6-3, 7-6, 7-6
(3) David Ferrer (SPA) b. Florian Mayer (GER) 6-7, 7-5, 6-2, 6-1
(7) Tomas Berdych (CZE) b. (19) Kevin Anderson (RSA) 6-2, 6-2, 6-3
(7) Tomas Berdych (CZE) – (3) David Ferrer (SPA)
(8) Stanislas Wawrinka (SUI) – (2) Novak Djokovic (SRB)
(28) Flavia Pennetta (ITA) b. (9) Angelique Kerber (GER) 6-1, 4-6, 7-5
(14) Ana Ivanovic (SRB) b. (1) Serena Williams (USA) 4-6, 6-3, 6-3
(30) Eugenie Bouchard (CAN) b. Casey Dellacqua (AUS) 6-7, 6-2, 6-0
(4) Na Li (CHN) b. (22) Ekaterina Makarova (RUS) 6-2, 6-0
(14) Ana Ivanovic (SRB) – (30) Eugenie Bouchard (CAN)
(4) Na Li (CHN) – (28) Flavia Pennetta (ITA)