E alla fine, Roger Federer è rinato. Lo svizzero batte Andy Murray in tre set: (in 3 ore e 20 minuti) e si regala la semifinale degli Australian Open 2014. Sono in festa più o meno tutti: sulla Rod Laver Arena, e in giro per il mondo. Tutti i fan del Re aspettavano questo momento: quello in cui Roger, un titolo Slam negli ultimi tre anni, avesse messo da parte problemi fisici e mentali, logoramenti e appagamenti, e si fosse spinto fino a tornare a battere, finalmente e inesorabilmente, uno dei Top 3 sulla distanza dei cinque set. Onore al campione: se i paragoni con il passato servono a qualcosa, dopo i sette Wimbledon a Federer manca solo questo per pareggiare il suo idolo Pete Sampras. Ovvero vincere un Major dopo un lungo digiuno e superati i 30 anni. L’americano ci riuscì agli Us Open, a 31 anni appena compiuti e due anni e mezzo dopo l’ultimo Wimbledon; Roger potrebbe centrare l’obiettivo a 18 di distanza dal trionfo all’All England Lawn Club, a 32 anni e cinque mesi. Al di là dei paralleli, che lasciano sempre il tempo che trovano, Federer sta giocando un grande torneo: evidentemente la cura Stefan Edberg funziona, e la chiamata del destino (vedi eliminazione di Novak Djokovic) è tanto forte da essere sentita e onorata; lo svizzero è stato chirurgico come ai bei tempi, piazzando il break decisivo e non facendoselo riprendere più. E’ successo solo nel terzo set, con le tribune del centrale che ribollivano pregustando il momento: 4-4 e break, Federer al servizio per chiudere si faceva però rimontare da Murray che, pur non al meglio per i quattro mesi di inattività, saliva fino al tie break che vinceva incredibilmente dopo aver annullato due match point. Il quarto set era un’altalena: 1-0 Federer, poi un game lunghissimo con Roger che aveva tante opportunità per fare il break ma le sprecava. Non succedeva però quello che capita molto spesso: perso il game, lo svizzero non concedeva più nulla al britannico e anzi nell’ottavo gioco strappava il servizio a Murray e saliva 5-3, potendo nuovamente servire per il match. Murray aveva un ultimo guizzo salendo 0-30 e minacciando di prolungare la partita: non ci riusciva, quattro punti consecutivi di Federer chiudevano i conti. E adesso, via all’episodio numero 33 della sfida infinita Federer-Nadal: dall’altra parte infatti lo spagnolo numero 1 del mondo, che contro Roger ha vinto gli ultimi quattro precedenti e in uno Slam non perde dalla finale di Wimbledon 2007 (4-0 da allora), si è liberato di Grigor Dimitrov () in una guerra di nervi e logoramento impressionante. Rafa non stava benissimo: 



Una vescica a una mano gli ha dato fastidio per tutta la partita. Il carattere da grande combattente però l’ha aiutato a uscire ancora una volta dalle difficoltà, “spalleggiato” anche dal ventiduenne che studia per diventare grande ma ancora non lo è, come si è visto da certi punti cruciali che ha giocato male. A questo punto, pronostico apertissimo: storia degli ultimi anni e realtà di oggi dicono Nadal, ma questo potrebbe essere davvero il torneo delle grandi occasioni per Federer, quello che ti capita una volta sola. Alcuni non sfruttano il momento; lui, che non ha certo bisogno di un altro Slam per essere incoronato tra i più grandi di sempre, potrebbe farlo a occhi chiusi. Si tratta di aspettare, e vederli giocare. Poi, vada come deve andare. 



(Claudio Franceschini)

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