“Che sensazione: centinaia di persone che ti incoraggiano sulla linea del traguardo e lo speaker che dice: Alex Zanardi, tu sei un Ironman”. Con questo tweet alle 7.44 di stamattina ora italiana, Alessandro Zanardi ha celebrato un’altra delle sue memorabili imprese. Quelle che lo hanno reso famoso da quando, dopo il terribile incidente al Lausitzring, ha iniziato un nuovo capitolo della sua avventura sportiva e umana. Nella notte italiana, infatti, ha affrontato la sfida dell’Ironman World Championship alle Hawaii, la gara di triathlon più dura del mondo composta da tre frazioni: 3,86 chilometri a nuoto, 180,2 chilometri in bicicletta (handbike per Alex) e per finire 42,195 chilometri di maratona che lui ha percorso con la carrozzina olimpica. Una sfida massacrante che ha visto ai nastri di partenza oltre duemila atleti arrivati da tutto il mondo. Alessandro ha corso tra i normodotati nella categoria 45-49 anni e ha tagliato il traguardo in 9 ore 47 minuti e 14 secondi, ben al di sotto del tempo limite di 10 ore che si era prefissato alla vigilia. La classifica parla chiaro: 273esimo assoluto su 2.187 partenti! Una prestazione, che se non fosse che stiamo parlando di Alex, avrebbe dell’incredibile e che è stata affrontata con elevate temperature, un’umidità al 90% e un fastidioso vento contrario. Ma lui ci ha abituato a tutto, ormai. Quando qualche settimana fa ha presentato la sua avventura in una gremita conferenza stampa a Milano, alla domanda: “Cosa ti fa più paura di questa sfida?”, aveva risposto con il consueto straordinario sorriso: “Paura vera e propria nulla. Al limite, se sarò in difficoltà, vedrò di rallentare”. Poi sotto l’incalzare del giornalista che si diceva stupito del fatto che nulla mai lo intimorisse, ha tirato fuori una delle sue memorabili battute: “Effettivamente c’é una cosa alla quale sto pensando. Nella frazione a nuoto, con tutti quegli atleti in acqua, non vorrei che i pescecani che nuotano in quelle acque, vedendo un corpo diverso e un po’ più corto fossero attratti proprio da me. Poi però penso che i pescecani sono animali intelligenti e di certo diranno: ‘Quello lì lo hanno già assaggiato e si vede che non era tanto buono!'”. Pochi giorni dopo, parlando al telefono dall’Oktoberfest con il vice direttore della Gazzetta dello Sport che gli chiedeva se si stesse gustando una birra fresca, gli replicava: “Non posso, la birra mi taglia le gambe!”. Con un uomo così, tutto sembra diventare facile. Anche quello che in realtà è ai limiti pure per i normodotati con i quali si é confrontato. Per dare un’idea dello sforzo che il corpo umano deve affrontare per portare a termine questa gara massacrante, basti dire che Alex consumato oltre 6 mila calorie. Dalle sue dichiarazioni a fine Ironman, sembra proprio che la sfida sia appena cominciata. Lo ritroveremo alla Hawaii nel 2015 con la voglia di stare sotto le 9 ore. Ci potete scommettere. Ricordando il titolo del primo libro che ha scritto con l’amico giornalista Gianluca Gasparini, non resta che dire: “Però, Zanardi da Castel Maggiore!”.