Siamo al 17′ del primo tempo di Crotone-Pescara: Gianmarco Ferrari e Caio Gobbo Secco, rispettivamente difensore e portiere del Crotone, si scontrano. Secco rimane svenuto per sette minuti, sono attimi di paura, si pensa subito a un altro caso Morosini, il contatto con il suo compagno di squadra è stato molto violento. Poi le cose si mettono a posto: non si tratta di un caso di arresto cardiaco, non c’è bisogno del defribillatore, peraltro presente allo stadio. Secco viene trasportato in ospedale, non è una situazione drammatica. Dovrà subire degli accertamenti per verificare eventuali danni cerebrali e poi potrà tornare in campo, si spera al più presto possibile. Per approfondire la questione dell’infortunio di Caio IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva il medico sociale del Cittadella, il Dottor Ilario Candido.



Nel caso di Secco il defibrillatore e l’ambulanza erano subito disponibili: quanto ha inciso il caso Morosini? Tanto, perchè le precauzioni prese sono importanti, e meno male che questa volta il defibrillatore nell’incidente di Secco non era comunque decisivo perchè non si è verificato un caso di arresto cardiaco.



Di cosa si è trattato? In questo caso si è verificato un trauma cranico con distorsione rachide cervicale, e certamente è stato fondamentale l’utilizzo  del collare per risolvere questa situazione.

Pensa che Secco potrà tornare a giocare già dalla prossima giornata? Direi proprio di no, bisognerà comunque effettuare degli accertamenti, degli accertamenti cerebrali, il giocatore dovrà restare fermo almeno quindici giorni.

A proposito: il giocatore non ricorda nulla, come già accaduto a Kramer nella finale dei Mondiali: perchè succede questo? Si tratta di un caso di amnesia retrograda, in cui sembra non ci siano danni visibili alla persona, cosa che in effetti non è vera; ma succede che poi chi ne è affetto non ricordi qualcosa di cui invece aveva coscienza nel momento.



Passiamo ad altro, in casa Roma tanti infortuni nei primi mesi di stagione: c’è un motivo particolare? Non lo so, non posso sapere nello specifico quello che succede alla Roma; posso solo aggiungere che nel calcio moderno ci possono essere veramente tanti infortuni, magari per il tipo di preparazione che si svolge, per le tante partite, per essere al top della forma già all’inizio della stagione.

In particolare Keita ha giocato nascondendo ai medici un problema al polpaccio: quanto può aver aggravato la sua situazione? Devo dire che Keita, parlando sinceramente, non ha certo fatto una cosa buona: nascondere ai medici un infortunio non è il massimo, così come giocare in condizioni non ottimali. Non so quanto abbia aggravato la situazione ma certo, come lui stesso ha poi detto, non è stato intelligente.

Barzagli si è operato per tendinopatia ma i tempi di recupero si sono allungati: anche dopo l’operazione la tendinopatia si può ripresentare? Di solito non ci sono complicazioni particolari, ma la medicina non è infallibile, è una scienza e può anche lei non essere sempre precisa. E’ possibile che siano sopraggiunti problei di altra natura. 

(Franco Vittadini)