E arrivato il tempo di annunciare la fine della mia carriera agonistica. Con queste parole Armin Zoeggeler ha annunciato il suo ritiro. Divisa dei Carabinieri inappuntabile e voce rotta dallemozione, il leggendario campione di slittino ha parlato a Milano in una sala troppo piccola per contenere i giornalisti arrivati anche dalla Germania, da sempre la patria in cui lo slittino ha maggiore importanza: giusto così, dal momento che lascia lattività il più grande slittinista di tutti i tempi, l’unico sportivo di ogni disciplina (invernali ed estive) ad andare sul podio in sei edizioni consecutive delle Olimpiadi in una gara individuale. La sua carriera è durata la bellezza di 25 anni, frutto di una passione nata fin da bambino, quando il piccolo Armin usava la slitta per raggiungere la scuola dal maso di Foiana, frazione del comune di Lana, dove abitava con la famiglia. Le sue prime gare furono dunque su pista naturale, ma visto il suo talento ovviamente passò presto a gareggiare su pista artificiale. Già ai Mondiali juniores ottenne risultati straordinari: argento nel 1992, poi oro nel 1993 e nel 1994, ma Armin era talmente forte da ottenere già in quegli anni straordinari risultati anche fra i grandi. O testimonia la medaglia di bronzo a Lillehammer 1994, la prima delle sue perle olimpiche. A seguire ci fu l’argento di Nagano 1998 e poi i due straordinari ori di Salt Lake City 2002 e ancora di più a Torino 2006, nei Giochi casalinghi sull’amatissima pista di Cesana, che tra l’altro colmò (purtroppo solo per pochi anni) la clamorosa assenza di piste di slittino in Italia, una delle nazioni da sempre più vincenti ma senza nemmeno una pista, anche soltanto per allenarsi. Ma non era ancora finita, perché in anni più recenti sono arrivati i bronzi di Vancouver 2010 con però poca gioia a causa della morte dello slittinista georgiano Nodar Kumaritashvili e giusto pochi mesi fa a Sochi 2014, consentendogli appunto di raggiungere l’epico traguardo della sesta Olimpiade consecutiva sul podio. Ma non si può ridurre la sua carriera alle medaglie olimpiche. In Coppa del Mondo vanta la bellezza di 59 vittorie di tappa (dal 1995 al 2014) e 10 vittorie nella classifica finale, nelle stagioni 1997-98, 1999-00, 2000-01, 2003-04, 2005-06, 2006-07, 2007-08, 2008-09, 2009-10 e 2010-11, queste ultime sei consecutive. Poi ci sono le 16 medaglie ai Mondiali, fra le quali spiccano i sei titoli individuali vinti nel 1995, 1999, 2001, 2003, 2005 e 2011, con 16 anni fra il primo e l’ultimo trionfo. Agli Europei invece vanta 18 medaglie di cui quattro d’oro, l’ultima proprio quest’anno a Sigulda. Insomma, Armin lascia da bronzo olimpico e campione europeo in carica: ancora ai vertici assoluti.



Quando i successi sono così numerosi, si rischia di scivolare in un elenco di numeri che non rendono l’idea delle grandi gioie ed emozioni che Zoeggeler ha regalato a tutto lo sport italiano, che giustamente lo ha ricompensato con l’incarico di portabandiera nella cerimonia inaugurale di Sochi 2014, mentre fin dal 2002 è Commendatore della Repubblica. Campione a tutto tondo, non solo per la sua straordinaria sensibilità nel condurre lo slittino lungo le curve delle piste di tutto il mondo ma anche per la capacità di curare in prima persona la preparazione delle slitte. Armin ora si ritira consapevole che Dominik Fischnaller potrebbe essere il suo erede, nuovo alfiere dello slittino azzurro. Non ci resta che ringraziare questo grande campione per tutte le vittorie che ci ha regalato nel corso di una carriera impeccabile in pista e anche fuori. (Mauro Mantegazza)

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