Sono passati 47 anni dalla morte di Gigi Meroni. Il 15 ottobre 1967 leclettica ala del Torino era vittima di un incidente mentre insieme al compagno di squadra Fabrizio Poletti veniva investito lungo Corso Re Umberto da una Lancia Appia dopo che già una li aveva centrati (in realtà Poletti era stato colpito solo di striscio). Una tragedia: Meroni giocava da cinque anni nel Torino, che lo aveva acquistato dal Genoa. Sulla sua morte si è detto tutto: che la FIAT era ironicamente guidata da Attilio Romero che all’epoca aveva diciannove anni e viveva a pochi metri dallo stesso Meroni, e che sarebbe poi diventato presidente del club, che il primo derby successivo alla morte di Meroni il Torino vinse 4-0 dopo un lungo periodo di astinenza e tre gol li segnò Nestor Combin, grande amico di Gigi che volle giocare a tutti i costi nonostante la febbre. Per la ricorrenza di oggi Toro News ha raccolto alcune dichiarazioni da parte di Natalino Fossati, lo storico compagno di stanza di Meroni. Dal suo racconto si evince la descrizione, ancora una volta, di un personaggio che era sì sregolato (nel senso che portava i capelli lunghi che per lepoca non erano usuali, e precorreva i tempi) ma anche totalmente professionale. Facevamo gli scaloni dei Filadelfia a salti e lui, che pure nelle gambe aveva meno potenza di me o altri, non si lamentava mai e ce la metteva tutta. Sul Meroni privato vengono spese poche parole: Poteva sembrare scorbutico ma in realtà era una persona sensibile e intelligente, che sapeva ascoltarti: abbiamo perso una grande persona oltre che un grande giocatore. E a proposito di quel 15 ottobre, Fossati lo ricorda così: Non potevamo credere che fosse morto così banalmente, attraversando la strada; era davvero pazzesco anche perchè le macchine non andavano forte come oggi; e nonostante la nebbia fosse fitta, Gigi aveva già avuto due incidenti ben più gravi dai quali era uscito illeso. Si vede che il suo destino era già scritto. Meroni ha giocato 170 partite con la maglia del Torino, realizzando 32 reti; ha anche 6 presenze in Nazionale (2 gol, contro Bulgaria e Argentina sempre in amichevole) con la quale ha partecipato ai fallimentari Mondiali del 1966, giocando però soltanto contro lUnione Sovietica. Sarebbe potuto passare alla Juventus per 750 milioni di vecchie lire ma Oreste Pianelli, presidente del Torino, dovette rinunciare per linsurrezione dei tifosi granata; e nel 1967 pose fine allimbattibilità della Grande Inter di Helenio Herrera, una striscia che durava da tre anni, con uno splendido pallonetto dal limite dellarea.