Una partita di calcio finita male, un arbitro 17enne che è stato ricoverato in ospedale per aver subito un’aggressione da parte di alcuni tifosi. E’ successo durante il match di Seconda Categoria leccese tra Cavallino e Cutrofiano. Da ieri però la notizia principale è il video con l’intervista al presidente dell’Atletico Cavallino Rosario Fina, che aveva rilasciato dichiarazioni inquietanti contro il giovane arbitro (“Io l’avrei ammazzato”), diventando oggetto di offese da parte di tutta Italia. In esclusiva per IlSussidiario.net, Rosario Fina, presidente dell’Atletico Cavallino, ha voluto chiarire la situazione.
Presidente, da ieri si parla solo delle sue dichiarazioni rilasciate nel video dopo l’aggressione all’arbitro. Che pensa di questa situazione? Mi dispiace davvero che si sia creata una situazione simile perché io non volevo assolutamente parlare male dell’arbitro aggredito.
Sono state parole forti, le pensa davvero? Assolutamente no, l’intervista era nata come uno scherzo tra amici che si trovavano lì in quel momento. Mi dispiace che in molti abbiano pensato davvero a quelle parole, ma non sono quel tipo di persona.
Cosa è successo domenica? C’è stata un’invasione di campo di qualche tifoso che ha inveito contro l’arbitro dopo un rigore fischiato. Non è stata una bella scena ma noi come società abbiamo subito pensato al bene dell’arbitro. Siamo stati in ospedale per sapere le condizioni del ragazzo e io personalmente mi sono recato al Comando dei Carabinieri.
Come mai? Volevo chiarire la situazione del video perché ripeto, da parte mia si è trattato assolutamente di uno scherzo fatto in quel preciso momento.
Si è meravigliato del clamore nazionale suscitato da quel video? Certamente perché non pensavo davvero che potesse fare il giro dei giornali e delle televisioni. Noi siamo dispiaciuti per ciò che è successo all’arbitro.
Ha ricevuto offese o altro? Ho letto sui siti tante offese e mi dispiace per questo perché sta passando un’immagine di me diversa. Da questa mattina non faccio altro che spiegare bene cosa è successo.
(Claudio Ruggieri)