Marco Van Basten ha compiuto 50 anni oggi (venerdì 31 ottobre). Inutile provare a spigare a parole ciò che è stato Van Basten per il calcio, meglio far parlare anzitutto i numeri: 152 gol in 172 partite con la maglia dell’Ajax e altri 125 in 201 gare con quella del Milan, prematuramente abbandonata nel 1995 dopo i perduranti problemi fisici, in particolare alle caviglie (quattro interventi chirurgici). Oggi, in una Serie A sovrastata da chiacchiere e analisi di ogni genere, forse mancano gli attaccanti come lui capaci di zittire tutti con i gol, l’essenza del gioco. Qualcosa si può comunque aggiungere come ad esempio gli auguri per il suo compleanno, un coro cui si sono uniti ex compagni ma anche rivali di tante battaglie. La Gazzetta dello Sport ha raccolto alcune voci illustri tra cui ci piace considerare quelle di due ex interisti. Il primo è Walter Zenga, che tante volte si è trovato di fronte il grande centravanti olandese: “E’ stato un fuoriclasse, non solo uno straniero forte. () Van Basten esprimeva eleganza anche se era un attaccante. Per lui il grande rispetto è superiore all’assoluta rivalità“. Tecnicamente rilevante la sintesi di Lothar Matthaeus, un altro che di Pallone d’oro se ne intende: “Fa parte della storia del Milan. E’ stato il miglior attaccante della sua epoca. Non era solo un cannoniere ma un attaccante completo, sapeva fare bene in tutte le zone del campo“. Della serie non è tutto gol quel che luccica: spesso sono state elogiate le movenze di Van Basten come qualcosa di regale, raro da rintracciare nelle spietate “belve” dell’area di rigore. Da qui il soprannome di “Cigno di Utrecht”. Ai più piccoli basta forse ricordare come Zlatan Ibrahimovic, l’onnipotente dei giorni nostri, sia stato da più parti definito il nuovo Van Basten, specie nei primi anni di carriera, per la capacità di coniugare utile e dilettevole, fiuto del gol e delizia per gli occhi. Altrimenti gli sbarbatelli provino a chiedere di Van Basten al nonno, allo zio o al papà (in ogni caso, meglio se milanista): scopriranno almeno un paio d’occhi illuminarsi d’immenso. In questo l’olandese è come Maradona: anche chi non ha visto ne può cogliere la grandezza, nei ricordi e paragoni di chi c’era. La carriera di allenatore di Marco, iniziata nel 2004 e recentemente interrotta per problemi personali, non è stata per adesso altrettanto soddisfacente; niente potrà però intaccare il ricordo di un giocatore semplicemente divino, e forse nemmeno il rimpianto di non averlo goduto il più possibile. Per concludere il breve ed indegno augurio a Marco Van Basten, il suo palmares: 3 campionati olandesi, 3 Coppe d’Olanda, 1 Coppa delle Coppe, 4 campionati italiani, 4 supercoppe italiane, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 3 Palloni d’oro, (1988, 1989, 1992) 1 FIFA World Player, 6 totali di capocannoniere (4 in Olanda, 2 in Italia). Dulcis in fundo l’Europeo 1988 con l’Olanda, che dopo di lui ha sfornato fior di campioni (Bergkamp, Van Nistlerooy e Robben su tutti) ma non ha più vinto alcunché.



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