E l’ultima grande gara dell’anno, il Giro di Lombardia 2014 chiude ancora una volta la stagione del ciclismo internazionale. L’ultima classica Monumento, il Mondiale d’autunno (quando la corsa iridata si disputava ad agosto), la Classica delle foglie morte, tanti nomi per definire il fascino di una classica fatta solo per uomini veri, pronti a battagliare fin dall’inizio di fronte anche a condizioni atmosferiche spesso non facili per l’immediata rivincita del Mondiale di domenica scorsa. Il Giro di Lombardia 2014 partirà da Como e arriverà a Bergamo, come non succedeva dal 2003. Una serie di salite importanti lungo i 256 km del percorso, come ad esempio tanto per citarne solo una quella storica del Ghisallo e una parte finale con lo strappo del Bracca, fino alla salita che porterà a Berbenno. A questo punto mancheranno circa venticinque chilometri all’arrivo con altre pendenze, anche in ciottolato dentro Bergamo alta e poi la discesa che porterà al traguardo in città bassa. Un finale quindi molto suggestivo, proprio lo stesso dove vinse per due volte nel 2002 e nel 2003 Michele Bartoli. Ecco la sua presentazione del Lombardia 2014 in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Qual è il fascino di questa corsa? E’ l’ultima grande corsa dell’anno. Ha un fascino veramente incredibile, tanto che era chiamata anche “Il Mondiale d’autunno” quando il Mondiale si correva ad agosto.

Quest’anno l’arrivo torna a Bergamo, cosa ne pensa? Reputo molto bello finire il Lombardia a Bergamo. La cornice di Bergamo alta renderà ancora più spettacolare l’arrivo di questa grande classica.

Come giudica il percorso? Molto duro, molto impegnativo, bisognerà affrontare nel finale il Berbenno dopo una corsa non facile, ricca di insidie e di salite. Poi ecco le pendenze di Bergamo alta, con una parte anche in ciottolato, e attenzione anche alla discesa finale verso Bergamo bassa.

Lei ha vinto due volte, sempre con arrivo a Bergamo… Sì, mi ricordo che la prima volta fu fondamentale l’aiuto della squadra, la seconda invece fu caratterizzata da una mia azione individuale, partii con un gruppettino ristretto e poi vinsi in volata davanti a Lopeboselli.

Rodriguez potrebbe vincere per la terza volta consecutiva? Lo vedo bene, anche alla Milano-Torino ha disputato una buona corsa, piazzandosi al quinto posto.

Quali saranno gli altri favoriti? Contador e Valverde, poi non dimenticherei il campione del mondo il polacco Kwiatkowski.

Speranze per gli italiani?

Non vinciamo dal 2008 e penso che non sarà facile neanche stavolta, nelle classiche stiamo facendo fatica da un po’ di tempo. Ci mancano i corridori adatti per questo tipo di corse, anche se il Lombardia può essere adatto a corridori come Aru e Visconti.

Quanto potranno influire le condizioni atmosferiche? Sono molto importanti, siamo in autunno e può piovere come è successo spesso nelle ultime edizioni. Con la strada bagnata non è facile andare in discesa, sei costretto a rischiare tanto per cercare di vincere.

Cosa significa per un corridore vincere il Lombardia? La gioia di vincere l’ultima gara della stagione te la porti fino all’anno seguente. A differenza delle altre corse, dove ce n’è subito un’altra, il Lombardia è speciale in questo senso. E poi il pubblico, la gente che assiste alla corsa: mi ricordo che nelle mie due vittorie a Bergamo era veramente tanta. Una cosa fantastica, impossibile da descrivere a parole… (Franco Vittadini)