La Juventus ha battuto la Roma 3-2. Porta a casa lo scontro al vertice, caccia indietro i rivali dellultima stagione – e di questa, per quanto si è visto finora – e resta a punteggio pieno dopo sei giornate, pur subendo i primi due gol in campionato. Di questa partita si discuterà a lungo: dei tre rigori concessi dallarbitro Gianluca Rocchi, del fuorigioco di Vidal in occasione del gol di Bonucci, di come il fallo di Maicon e il contatto Pjanic-Pogba fossero con tutta probabilità fuori area, di come al direttore di gara sia sfuggita leggermente di mano la situazione probabilmente a causa sua, per aver cambiato la decisione in occasione del primo penalty per i bianconeri. Non è però di questo che si parla, non in questa sede almeno; qui, vogliamo analizzare alcuni spunti tecnici che si sono visti nellintensissima partita dello Stadium. Una piccola analisi, da una parte e dallaltra, di quanto potremmo aspettarci da qui alla fine della stagione. Dalla parte della Juventus: Massimiliano Allegri ha vinto, ma ancora una volta ha palesato qualche difficoltà negli scontri diretti. Psicologica non ci sentiamo di dirlo: a conti fatti i suoi giocatori hanno già vinto e dominato in Italia. Ma certamente come atteggiamento; la squadra di Antonio Conte era una macchina da guerra che aggrediva dal primo allultimo minuto. Spesso in maniera confusa e istintiva, e per questo motivo soffriva qualcosa di troppo contro le piccole che si chiudevano e ripartivano; ma sempre con un furore vivo negli occhi, volendo schiacciare lavversario ogni singolo minuto di partita, con la foga di segnare subito. Per questo motivo vinceva gli scontri diretti, perchè erano quelli nei quali più di altre volte sentiva il peso del dover dominare. La partita contro la Roma ci ha detto altro: che questa versione dei bianconeri ha più controllo e anche più possesso, ma aspetta maggiormente, è sorniona e sembra non voler affrettare i tempi. Contro le grandi può essere un errore: se non sblocchi subito, rischi di pagare (e stava succedendo questo). La Juventus non ha demeritato sul piano del gioco, ma a tratti è parsa incapace di venire a capo di una Roma miglioratissima come se volesse aspettare a oltranza il momento giusto. Non viene meno niente di quanto detto nei giorni scorsi: il progetto cè e le vittorie anche, ma qualcosa scricchiola (e basta, ancora non si rompe). Dalla parte della Roma: paradossalmente i giallorossi escono rinforzati da questa sconfitta. Hanno capito di potersela giocare ad armi pari e, al di là dellaspetto tecnico che si era già evidenziato allEtihad Stadium, di avere finalmente la forza psicologica per stare fronte a fronte con la Juventus. La strategia di Rudi Garcia ha funzionato: questa volta non è partito a mille come per scrollarsi di dosso lansia dello scontro diretto, ma ha saputo aspettare, tenere botta in mediana (con un grande Nainggolan) e poi partire alla grande sfruttando appieno le caratteristiche dei suoi esterni. Sì, questa Roma se la può giocare con la Juventus; aveva fuori sette giocatori (e li ha fuori da tempo) eppure non è per nulla sembrata stanca, in debito dossigeno o in sudditanza nei confronti della Juventus, ripensando al dato dei precedenti allo Stadium. E dunque: i bianconeri hanno vinto il primo round ma forse, vista anche la sconfitta di Madrid, dovrà riflettere su come affrontare le prossime sfide contro le grandi.



(Claudio Franceschini)

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