Escono le parole di Daniele De Santis contenute nella lettera ai pm romani: “Sono disperato per quello che è successo. Mi porto dentro il dolore per la morte di Ciro Esposito. Non volevo uccidre nessuno però alla fine purtroppo un ragazzo è morto. Voglio dire che è vero, alla fine i colpi l’ho esplosi io, ma senza mirare. Ero pieno di sangue ovunque. Mi stavano ammazzando punto e basta“. Parole dipserate che fanno riflettere per quello che ruota attorno a una partita di calcio, a un gioco che ormai ha perso tali connotati ed è diventato figlio di interessi secondari a volte anche scenario di battaglie armate. Questo non lo vogliamo più vedere, mai più vogliamo assistere a queste situazioni.

 “Siamo molto amareggiati”. Così l’Avvocato Tommaso Politi, uno dei legali di Enrico De Santis, ha commentato le dichiarazioni circolate ieri e attribuite al suo assistito, che avrebbe ammesso di aver sparato colpendo a morte Ciro Esposito in quella tragica sera del 3 maggio scorso. “Ho avuto paura” avrebbe detto De Santis; il condizionale però diventa d’obbligo, perchè il legale ha dichiarato a Radio Crc che “quello che è emerso ieri è del tutto infondato. Innanzitutto quelle parole non sono presenti nel memoriale – una lettera via fax inviata alla procura, ndr – e dunque non sono riconducibili al mio assistito; in più c’è un senso profondamente riduttivo in quelle dichiarazioni che, ripeto, non sono riconducibili al nostro assistito”. Ma l’amarezza maggiore, continua l’Avvocato Politi, è per il fatto che “il documento doveva restare segreto e invece è stato reso pubblico, deviandone completamente il senso”.

Giungono novità importanti per quanto riguarda il caso dell’omicidio di Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto nel corso degli scontri fuori dallo Stadio Olimpico che hanno preceduto l’ultima finale di Coppa Italia disputata tra Fiorentina e Napoli. Daniele De Santis, ultrà romanista, è stato accusato di aver sparato il colpo di pistola mortale ma finora non aveva mai ammesso di aver commesso il reato. Nella giornata di oggi è arrivata la svolta. Gastone, così viene chiamato dagli amici, ha inviato una lettera via fax alla procura nella quale ha scritto: “Sono stato coinvolto in una rissa e ho temuto per la mia vita dunque ho avuto paura e ho sparato“. Una confessione inaspettata dunque. Il soggetto indagato ha anche aggiunto che non si presenterà all’interrogatorio del 9 settembre a causa di alcuni problemi di salute. Gli inquirenti intendono comunque recarsi all’Ospedale Belcolle di Viterbo, dove De Santis è ricoverato, per raccogliere la sua deposizione. Intanto i pm di Roma hanno definito la sua ricostruzione “sommaria e non particolarmente dettagliata” e che “non muta il quadro indiziario a suo carico”. Oltre questa versione dei fatti “non toglie e non aggiunge nulla rispetto a quanto sinora acquisito“.