Come riportato anche dal Corriere dello Sport, la situazione in casa è molto lontana dall’essere rosea. La vittoria in Champions League contro il Barcellona, a seguito di un’ottima prova corale, sembrava aver fatto uscire la squadra transalpina da un lungo tunnel di risultati modesti; e invece il pareggio interno di campionato contro il Monaco ha lasciato l’Olympique Marsiglia di Marcelo Bielsa a +7 e i campioni in carica che, finisse così, dovrebbero giocare i preliminari per accedere alla fase finale della prossima Champions. Il PSG è ancora imbattuto; ma ha vinto solo tre partite a fronte di sei pareggi, peraltro ottenuti contro squadre che di solito si mangerebbe (Reims, Rennes e Tolosa per fare un esempio; contro l’Evian un anno fa ci aveva addirittura perso). E così il cerotto del 3-2 al Barcellona sta saltando via, poco a poco. Sul banco degli imputati non c’è un solo nome, anche se la stampa transalpina ne individua un paio che sono forse bersagli più semplici da colpire: intanto l’allenatore – ci torneremo – e poi Edinson Cavani. Il quale in assenza di Zlatan Ibrahimovic (fermo per infortunio) avrebbe dovuto salvare capra e cavoli, e che invece ha uno score di 4 gol in 12 partite. France Football lo ha messo in copertina, a terra, con la scritta “L’uomo che non valeva 64 milioni”. Crudele, indecoroso o irriverente che sia, appare chiaro come il Matador, frustrato anche dal divorzio, non sia lo stesso che ha incantato le platee di Napoli e abbia bisogno di sbloccarsi per tornare a ruggire sotto porta. Insomma, la solita storia: questo PSG è bello da vedere e ha grandi campioni, ma se nessuno la butta dentro i giocolieri predicano nel deserto. E allora, qui entra in gioco Laurent Blanc; che da quando si è seduto sulla panchina del Parco dei Principi non è mai stato davvero al sicuro. Le voci su un suo possibile esonero si sono sprecate a ogni momento di difficoltà; l’ultima riguarda un possibile arrivo di Roberto Mancini che, a Parigi per una fiera sportiva, ha alimentato immediate discussioni e ammesso di considerare la Francia un buon posto per lavorare, pur se ha allontanato l’ipotesi di un arrivo immediato. A ben guardare il nome forte, forse anche quello che i tifosi gradirebbero maggiormente, è quello di Leonardo: l’ex direttore sportivo del club era già il primo candidato alla panchina prima che la spinta (presunta) all’arbitro Castro nel maggio del 2013 lo portasse alla squalifica. Il cielo è buio sopra la Torre Eiffel: serve la classica vittoria scacciacrisi, ma anche la sosta per le nazionali potrebbe aiutare a ritrovare il sereno.
(Claudio Franceschini)