Alla fine è successo: Antonio Conte ha convocato Mario Balotelli per l’impegno della Nazionale contro la Croazia (domenica sera). SuperMario mancava all’Italia dal fallimentare Mondiale in Brasile: 209 minuti, un gol, un’eliminazione al primo turno e un’infinita coda di polemiche. L’atteggiamento in campo. L’atteggiamento fuori dal campo. La “fuga” sul pullman – poi rientrata – mentre Andrea Pirlo annunciava l’addio – poi rientrato. Le frecciate di Buffon e De Rossi. Le parole di Prandelli. Di tutto e di più, mentre lui pubblicava foto con pistole in mano, si ossigenava la cresta e provava a non pensarci. Nel frattempo è cambiato il Commissario Tecnico, si è insediato Antonio Conte e si è capito piuttosto in fretta che l’attaccante avrebbe avuto vita breve in azzurro. Le prime convocazioni lo avevano confermato, ma ora Balotelli compare nella lista dei 26 per la Croazia. “Sono orgoglioso di rappresentare il mio Paese” ha subito twittato. I numeri sono dalla sua parte, si può dire: in 33 partite con la Nazionale i gol sono 13 e, se consideriamo che il nostro miglio cannoniere ne ha 35 e gli anni di SuperMario sono 24, c’è di che essere soddisfatti. Però, qualcosa stona: dall’ultima partita della Nazionale (il 13 ottobre contro Malta) Balotelli ha giocato sei partite con il Liverpool. Ha un totale di 406 minuti e un solo gol (in Coppa di Lega); in queste gare i Reds hanno ottenuto due vittorie, un pareggio e tre sconfitte (non contiamo il ritorno contro il Real Madrid, quando è rimasto in panchina per turnover) e sopratutto il numero 45 ha ricevuto tante critiche, facendo scemare l’entusiasmo che c’era stato al suo arrivo. Stando alle parole che Conte aveva pronunciato al suo insediamento (e che aveva poi ripetuto) Balotelli in Nazionale non ci dovrebbe stare. Però a ben guardare in Nazionale non dovrebbe starci nemmeno Simone Zaza, che di gol dopo lo strabordante avvio ne ha segnato solo uno (in due mesi e mezzo). E allora, perchè il salentino ha chiamato SuperMario? E’ una domanda alla quale certamente dovrà far fronte nelle prossime dichiarazioni ufficiali; certamente sarà il tema della settimana. Noi ci sentiamo di dire che la scelta ci può stare; l’obiettivo finale, non va mai dimenticato, è al momento l’Europeo del 2016. Manca più di un anno e mezzo, ed è giusto che il CT sperimenti, innovi, studi tanti giocatori per arrivare a definire uno zoccolo duro. Ricordiamo che l’Italia arriva da un doppio fallimento Mondiale e che è cambiata la guida tecnica; occorre ripartire da zero e rifondare. Conte ha le sue certezze: Buffon, Bonucci-Ranocchia-Chiellini, Pirlo e Candreva, Immobile e probabilmente Sebastian Giovinco, che ha ricevuto la sua terza convocazione. Il resto è da ricostruire con il tempo a disposizione, e allora ben venga la chiamata di Balotelli: anche lui è uno tra i tanti, un giocatore che ha fatto bene e anche benissimo in passato (ricordate gli Europei di due anni fa?) e che può dimostrare che in questo gruppo ci può stare ancora. L’importante è che non li si tratti da salvatore della patria o, al contrario, da capro espiatorio a prescindere. Il resto spetta a lui: dimostri che l’Italia non può farne a meno, e saremo tutti contenti.
(Claudio Franceschini)