E bufera in Inghilterra per la vicenda di Ched Evans, un giocatore che nellaprile del 2012 era stato condannato a cinque anni di galera per aver violentato una ragazza di diciannove anni in un albergo di Rhyl (la sua città natale) nel Galles settentrionale. Dopo due anni e mezzo Evans è uscito di prigione, ma la notizia non è tanto questa; il fatto è che adesso il giocatore potrebbe tornare a calcare i campi della League One (la terza serie inglese) e questo ha suscitato unondata di feroce indignazione in tutto il Paese. Evans, 26 anni il prossimo dicembre, gioca nello Sheffield United; e ai biancorossi ha anche dato un discreto contributo, realizzando 42 gol in 106 partite di campionato. Quando era ancora minorenne, il Manchester City aveva deciso di investire su di lui, lo aveva mandato un anno al Norwich (10 gol in campionato) e lo aveva ripreso facendolo giocare con discreta continuità (16 apparizioni in Premier League, con un gol realizzato in un 6-0 al Portsmouth). Allepoca dei fatti, e fino a oggi, lattaccante ha sempre ammesso di aver commesso il fatto, ma negato che si trattasse di stupro; ha aperto un blog per loccasione, lo ha costantemente aggiornato e ha sempre specificato come la ragazza fosse in realtà consenziente. Va da sè che, uscito di prigione, abbia immediatamente chiesto di poter tornare a giocare, sostenendo di averne tutto il diritto. A pensarla così è stata la Professional Footballers Association, che ha convinto lo Sheffield United a reintegrarlo quantomeno negli allenamenti nelle strutture del centro sportivo, così da poter tornare in forma e poter trovare un futuro ingaggio. Apriti cielo. Lo Sheffield ha chiarito che futuro ingaggo non significa necessariamente presso di loro e ha smentito la preparazione di un contratto biennale (come il Sun aveva invece rivelato), ma intanto la presa di posizione cambiata (settimane fa la società ammoniva che Evans non è un nostro giocatore e proibiva la vendita delle magliette con il suo nome) ha creato una scia di proteste sfociate addirittura in una petizione firmata da 157 mila persone e nelle dimissioni da patrona del club, in diretta televisiva, della presentatrice della BBC Charlie Webster. La giornalista, lei pure vittima di violenza sessuale quando aveva 15 anni, ha espresso la sua perplessità sul fatto che lo Sheffield United abbia deciso di ascoltare lAssociazione dei Calciatori piuttosto che le centinaia di migliaia di persone indignate; e intanto sui giornali divampa il caso, con il Telegraph che ha pubblicato la lettera di una tifosa di lunga data (46 anni) che ha fatto sapere di aver chiuso con le partite dei biancorossi (anche lei era stata violentata da ragazzina). Ma la dichiarazione più forte è quella della zia di Ched Evans, che sul Sun ha affermato che il ritorno al calcio di mio nipote è una reale vergogna per il genere umano. (Claudio Franceschini)



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