Partita brutta con risultato finale sostanzialmente corretto. Un punto per parte fra due squadre che confermano di avere grosse difficoltà a segnare. Le statistiche ci dicono in modo chiaro che sono stati i granata a fare la partita: 62% di possesso palla, 556 palloni giocati contro 367 e soprattutto 17 tiri totali contro 5. Una supremazia che ai punti avrebbe premiato i padroni di casa, ma attenzione al numero dei tiri in porta, solamente uno per parte. Questo ci dice sia della scarsezza di emozioni, sia del fatto che la superiorità del Torino è stata sterile e che l’Atalanta si è almeno difesa in modo molto efficace. Per le emozioni, ripassare un’altra volta. 



E’ una squadra che sta migliorando, dice Fabio Quagliarella del suo Torino in vista del match di oggi contro l’Atalanta: “Siamo partiti un po’ male in questo campionato ammette, ma d’altro canto, dice, il Torino quest’anno è una squadra con tanti giovani e anche stranieri che non conoscevano il campionato italiano e si sa, spiega, quanto sia difficile il campionato italiano. Adesso però va meglio, anche se il mister ci chiede di migliorare è inutile nasconderlo. Oggi giochiamo davanti al nostro pubblico, è una partita importante e se la vinciamo ci troveremo in posizione di classifica più tranquilla cosa che è importante anche in vista della partita di coppa che dobbiamo affrontare“.



Frugando tra i ricordi sparsi nel web si trova un Torino-Atalanta del 5 maggio 1985, in cui le due squadre di divisero la posta in palio pareggiando 0-0. Partita “assai combattuta”, secondo la definizione dell’epoca, in cui il Torino sbattè più volte contro il portiere nerazzurro Ottorino Piotti. Chissà se il suo successore odierno, l’emergente Marco Sportiello, saprà essere altrettanto bravo nella sfida odierna. Quella partita appartiene ad uno dei campionati più incredibile della storia, quello 1984-1985 vinto dall’Hellas Verona. Gli scaligeri precedettero proprio il Torino, che era allenato da Luigi Radice a trascinato in campo dai vari Junior, Renato Zaccarelli, Beppe Dossena e Aldo Serena. L’Atalanta dal canto suo riuscì a salvarsi con 7 punti di margine sul terzultimo posto, pur vincendo solo 5 partite (ma con ben 18 pareggi) e segnando 20 gol. Il mister nerazzurro era Nedo Sonetti, i capocannonieri furono Marino Magrin e Marco Pacione con 5 gol a testa. Il campionato era a 16 squadre: davvero un altro mondo.



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