La stagione 2014 del tennis si è conclusa poche settimane fa, e un’altra è già alle porte. Dura la vita di un tennista: non ci sono troppe pause tra un anno e l’altro, smetti per ricominciare immediatamente e nei mesi in cui si gioca giri il mondo e ti capita di giocare per un mese consecutivo in quattro località diverse, con al massimo due o tre giorni di pausa. Il 2015 è alle porte: per l’occasione, abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con una ragazza di 17 anni che affronta il suo primo anno nel circuito WTA e promette di far parlare di sé. Ivana Jorovic, serba, è ad ogni modo già un nome: da juniores è stata la numero 1 del mondo nel 2014, e ha raggiunto la finale del Roland Garros (perdendola dalla russa Darya Kasatkina). In novembre ha vinto un torneo ITF a Nuova Delhi e si è spinta fino alla posizione 308 del ranking, al momento il suo massimo in carriera. A IlSussidiario.net ha raccontato in esclusiva le sue aspettative per l’anno a venire, i suoi inizi e altro ancora.
Partiamo dalla stagione conclusa da poco: sei soddisfatta di come è andata o hai qualche rimpianto? Come ogni tennista ho avuto alti e bassi, ma quando abbiamo iniziato la stagione avevo un obiettivo: diventare la numero 1 tra le juniores. Ci sono riuscita, ho giocato una finale Slam e ho finito l’anno con un titolo in un torneo da 50.000 $; perciò, posso dire di essere soddisfatta.
Il prossimo anno inizierai a giocare nel circuito WTA. Quali sono le tue sensazioni in merito? Ho lavorato per anni per arrivarci. Ho appena iniziato la preparazione per la prossima stagione e non vedo l’ora di giocare nel circuito WTA. Spero di migliorare il mio gioco e certamente darò il massimo; speriamo un giorno di avere successo come tra gli juniores!
A proposito: hai detto recentemente di voler chiudere almeno tra le prime 150 al mondo. Hai altri obiettivi specifici? Per esempio giocare gli Slam o vincere qualche torneo… Al momento il ranking non mi preoccupa molto, ma sarebbe bellissimo finire l’anno intorno alla 150esima posizione; tutto il resto è più che benvenuto. Ovviamente mi piacerebbe giocare qualche Slam, ma la cosa più importante è la mia maturazione dentro il campo, come giocatrice, e fuori dal campo come persona. Se migliorerò il mio gioco arriveranno altre cose positive.
Hai già pianificato la tua stagione o quantomeno i primi mesi dell’anno? Il mio team e io valutiamo insieme gli impegni per la stagione; per ora posso dirti che giocherò tre tornei 25.000 in Florida.
Pochi giorni fa tu e i tuoi allenatori vi siete separati dopo un anno e mezzo. Posso chiederti perchè, e se hai già pensato alla nuova guida tecnica? E’ un aspetto normale nella vita di una tennista. Il mio team si prende molta cura di me e proprio adesso stiamo studiando la soluzione migliore possibile.
Parliamo dei primi giorni: quando e come hai iniziato a giocare a tennis?
Avevo sette anni quando ho preso in mano la racchetta per la prima volta; ero una bambina, ma già allora ho avuto la sensazione che il tennis sarebbe stato il mio sport e la mia vita. Il mio primo allenatore è stato mio nonno, e tutta la storia è iniziata nella mia città natale, Cacak; ho tanti ricordi bellissimi di quel periodo, e ogni volta che ci torno mi diverto un sacco.
Sei cresciuta avendo un idolo o un modello specifico nel mondo del tennis? Non ho mai avuto un vero idolo nè un modello; più che altro ho amato il tennis fin da bambina e ho sempre guardato gli incontri in tv. La grande cosa della Serbia è che abbiamo Novak, Ana e Jelena (Djokovic, Ivanovic e Jankovic, ndr) e tanti altri giocatori di successo che ci rendono spesso felici. Grazie a loro siamo arrivati a credere che ogni bambino può raggiungere il suo sogno; ci hanno incoraggiato ad allenarci di più e sempre più duramente, ogni giorno.
Puoi dirci quali sono al momento i tuoi punti di forza a livello tecnico, e dove invece senti di poter particolarmente migliorare? Considero buoni alcuni aspetti del mio gioco, mentre altri ogni tanto mi fanno venire il mal di testa. Sto lavorando per portare tutte le componenti allo stesso livello.
Il tennis in Serbia è molto popolare, anche grazie a giocatori come quelli che hai citato: tu hai già giocato varie volte rappresentando il tuo Paese, cosa significa per te? La Serbia è un Paese piccolo, ma abbiamo tanti grandi atleti. In particolare il tennis rende la gente felice e fiera. Io sono orgogliosa di essere una di quelli che può rappresentare la Serbia attraverso lo sport, perchè è un gran modo per tenere alta la nostra bandiera.
(Claudio Franceschini)