Qualche tempo fa Giovanni Malagò aveva usato parole dure nei confronti di Carolina Kostner. Non potrei mai stare con una che si dopa la frase del presidente del Coni; erano i tempi in cui era venuta a galla la presunta complicità della pattinatrice nella vicenda dellallora fidanzato Alex Schwazer, la cui positività era stata accertata appena prima di partire per le Olimpiadi di Londra. Ieri, Malagò ha cambiato versione. Rivelando quello che è ovvio, ma che in pochi ricordano: anche lui è un uomo e, di conseguenza, anche lui può avere un giudizio che esula dal suo ruolo istituzionale. Nei panni di Carolina avrei fatto lo stesso; anchio avrei risposto, agli ispettori che lo cercavano, che il mio fidanzato non cera. Il riferimento è ormai noto: la Wada andò a cercare il marciatore nella sua casa di Oberstdorf il 30 luglio 2012, Carolina Kostner andò alla porta e disse che Alex non era in casa. Purtroppo lindagine della procura antidoping ha poi svelato che Carolina aveva mentito; la stessa pattinatrice ha ammesso di averlo fatto ma anche di non sapere, allepoca dei fatti, che il suo fidanzato si dopasse. Ed è proprio qui che sta la differenza di posizione di Malagò rispetto alla Wada: il presidente del Coni asserisce che la Kostner non sapesse davvero, mentre dallaltra parte si sostiene che ci fosse piena consapevolezza della cosa. Da cui la richiesta a 4 anni e 3 mesi di sospensione. Sono tra lincudine e il martello ha dichiarato Malagò alla trasmissione Un giorno da pecora su Rai Radio 2 (come riportato anche dalla Gazzetta dello Sport). Da una parte cè la mia anima istituzionale e non posso che prendere atto di quello che la giustizia sportiva ha applicato al momento; dallaltra parte sono vicino a Carolina e faccio un grande tifo per lei; non voglio creare problemi con le norme esistenti, che forse sono state scritte male o pensate nel momento sbagliato. E proprio qui sta linghippo: non si spiega infatti come sia possibile che Carolina Kostner, per la semplice colpa di aver coperto Schwazer, rischi una pena maggiore del marciatore che a tutti gli effetti è stato trovato positivo, e per il quale la procura aveva chiesto 42 mesi (poi ridotti a 8 dietro patteggiamento). Un concetto espresso chiaramente qualche tempo fa anche dalla tuffatrice Tania Cagnotto, che aveva sintetizzato tutto dicendo che piuttosto che accanirsi con Carolina dovrebbero andare a cercare chi si dopa davvero. E se anche il procuratore capo di Bolzano, Guido Rispoli, ha fatto presente che non cè prova che la Kostner fosse consapevole in quel momento che Schwazer si dopasse (in unintervista alla Gazzetta dello Sport), per la procura antidoping la tesi dellingenuità della pattinatrice non sta in piedi. Nel frattempo la Federghiaccio ha deciso comunque di far esibire Carolina: sarà lei infatti la star dellottavo Golden Gala Skate Awards, in programma domenica al PalaVela di Torino. Sarà presente anche la coppia Anna Cappellini-Luca Lanotte, oltre a Evgeny Pluschenko e Stephane Lambiel che otto anni fa in questo palazzo vinsero oro e argento olimpico. 



(Claudio Franceschini)

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