Il Parma Football Club è stato ufficialmente ceduto o forse no? La vicenda sta assumendo contorni quasi grotteschi e, nelledizione odierna, la Gazzetta dello Sport ha riportato le tappe di una cronistoria evidentemente non ancora conclusa. Ieri il neopresidente Pietro Doca, gioielliere di Lodi che opera a Piacenza, ha fatto dietrofront, dichiarando che considerato quanto emerso il Parma Calcio non è stato ufficialmente ceduto mediante atto notarile di compravendita; in soldoni, la proprietà del club ducale è ancora nelle mani del presidente Tommaso Ghirardi. Il quale non ci ha messo molto a diramare un ulteriore comunicato nel quale ha smentito queste dichiarazioni, sostenendo invece che laccordo avente oggetto la cessione delle azioni è invece da considerarsi concluso e usa termini forti (increscioso e inaspettato episodio) facendo notare che il comunicato stampa diffuso ieri sul sito di Parma FC è stato concordato e sottoscritto dal sig. Doca alla presenza del notaio Posio e del consulente delle parti. Ovvero: il Parma è passato di mano, e Ghirardi nulla ha più a che fare con questa vicenda. A questo punto però sorgono spontanee le domande, e la Gazzetta dello Sport si è interrogata sui motivi che possono aver spinto Doca a smentire le sue stesse dichiarazioni, peraltro nello spazio di poche ore. Lipotesi è quella che dietro il neopresidente, che sarebbe un prestanome, ci siano in realtà i capitali di tale Rezart Taçi, un imprenditore albanese proprietario della Taçi Oil Italia di cui Doca era stato prima amministratore unico e poi liquidatore. Ora, se pare chiaro – stando a questa ipotesi – che Doca parli a nome di Taçi, non si capisce perchè limprenditore ritenga non valida lacquisizione del Parma. Sempre la Gazzetta ha scoperto sullatto notarile risulta la clausola secondo la quale le firme sono da ritenersi valide solo qualora gli acquirenti esibiscano entro venerdi una fideiussione con evidenza fondi. Mancherebbero perciò le garanzie bancarie: la storia non è ancora finita.