Tommaso Giulini ha prelevato il Cagliari da Massimo Cellino, che per diversi anni è riuscito a ottenere risultati importanti con la squadra sarda lanciando tanti giocatori e allenatori (su tutti Massimiliano Allegri) e spesso ha fatto discutere per i tanti esoneri. Giulini si è presentato come il presidente giusto per sposare un progetto importante: la sua prima scelta è stata quella di ingaggiare Zdenek Zeman come guida del nuovo ciclo. Un amore finito dopo pochi mesi, esattamente dopo la sconfitta contro la Juventus per 1-3, che ha portato all’addio del boemo e all’arrivo di Gianfranco Zola, un mito tra i tifosi sardi. La classifica del Cagliari è la seguente: terz’ultimo posto a quota 12 punti frutto di due vittorie, sei pareggi e otto sconfitte, con la casella dello zero nelle vittorie casalinghe. “Esonero doveroso” ha dichiarato il patron del Cagliari che ha voluto dare una scossa all’ambiente. Paga sempre l’allenatore e questa è una dura legge del calcio, ma il Cagliari di oggi è sicuramente lontano parente della formazione vista e ammirata per diversi anni nell’era Cellino. Zeman, pur nei suoi soliti difetti nell’organizzazione difensiva, ha fatto più del previsto, con una squadra formata da giovani appena lanciati in Serie A e altri giocatori che forse il meglio lo hanno già dato (con Sau infortunato e indisponibile nelle ultime giornate). L’1-4 contro l’Inter a San Siro è stato il punto più alto della gestione Zeman, la squadra giocò un match strepitoso sfruttando al massimo le debolezze nerazzurre. Il duo Giulini-Marroccu oggi corre ai ripari cercando giocatori di livello per Zola: il calciomercato estivo è stato fallimentare quanto a rafforzamento dell’organico. A gennaio 2014, sotto le gestione Cellino, è andato via Nainggolan, giocatore importantissimo per il centrocampo del Cagliari. In estate hanno lasciato l’Isola Astori, difensore della Nazionale italiana passato alla Roma, Mauricio Pinilla, centravanti cileno con esperienza in Serie A così come Nené, passato al Verona. Gli arrivi? Molti talenti in erba come Longo e Crisetig, il giovane portiere Cragno promosso titolare da Zeman, Balzano del Pescara, Benedetti, classe ’92 ex prodotto delle giovanili Inter e qualche scommessa come Caio Rangel, attaccante proveniente dal Flamengo. Giocatori non certo abituati a lottare in Serie A per non retrocedere, una situazione che forse il duo Giulini-Marroccu non ha preso in considerazione ad inizio stagione. Non a caso oggi si parla con decisione di possibili acquisti di spessore come Borriello, Mancosu. A Zola serviranno sicuramente grandi colpi per portare il Cagliari alla salvezza, Giulini e Marroccu dovranno capire che la permanenza in Serie A non si acquista solo con i buoni propositi. Un autogol quello del presidente dei sardi che sposando la causa Zeman ad inizio anno sapeva benissimo che la squadra avrebbe avuto problemi ad assimilare i concetti di gioco del tecnico boemo. Un errore da non ripetere in futuro per il bene del Cagliari.
(Claudio Ruggieri)