Lunga vita all’altro calcio, quello agli antipodi dei modelli proposti dai soliti colossi del football europeo. Già, perché dall’inizio di questa stagione, parallelamente ai record milionari polverizzati dai vari Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Chelsea et similia, si stanno consolidando in diversi campionati alcune oasi felici in grado di impressionare il pubblico per risultati ottenuti e qualità di gioco espressa. Nessuno ci avrebbe scommesso un euro eppure oggi queste squadre si trovano ai vertici se non al comando delle rispettive leghe grazie a eroi inaspettati o rinati. Il fenomeno è particolarmente evidente in Francia dove l’Olimpique Marsiglia di Gignac viaggia a vele spiegate davanti al Psg di Ibra e Cavani. Ma che dire del Southampton di Pellè in Premier League, terzo, o degli entusiasmanti testa a testa in Liga e Bundesliga rispettivamente fra Siviglia e Valencia per la zona Europa League e tra Wolfsburg e Bayer Leverkusen per il secondo posto?



‘Labrune? Ha preso degli impegni che non ha mantenuto, ha mentito presentandomi un progetto che non può realizzare’. L’autore di questa dichiarazione è Marcelo Bielsa, allenatore dell’Olimpique Marsiglia, mentre il destinatario della dura critica è il presidente della medesima squadra francese reo di aver promesso al tecnico argentino una certa campagna acquisti poi non effettuata. Erano gli inizi di settembre e l’OM, dopo una stagione, la 2013-2014, da dimenticare, aveva ottenuto nelle prime due giornate di Ligue 1 un solo punto. Adesso la situazione è completamente diversa, le polemiche si sono placate. Dopo aver preso le misure, Bielsa è riuscito a plasmare il Marsiglia secondo la sua filosofia calcistica, la stessa presa come modello perfino da Pep Guardiola. Per chi non conoscesse, il Loco è un coach rivoluzionario, amante del gioco offensivo e perfezionista fin nei minimi dettagli; in molti hanno paragonato il suo calcio a quello di Zeman. L’accostamento ci sta tutto ma Bielsa, nonostante non voglia dare un punto di riferimento agli avversari, è molto attento alla ricerca dell’equilibrio, cosa che il boemo trascura. La formazione tipo del Marsiglia è quel rivoluzionario 3-3-1-3 tanto caro all’argentino mascherato con un 3-5-2 in cui gli esterni di centrocampo salgono fino a formare un tridente assieme all’unica punta Gignac, rivitalizzato dalla cura del Loco e ora cercato da mezza Europa. Payet diventa quindi un vero e proprio trequartista arretrando di qualche passo mentre Thauvin veste le parti di variabile impazzita in mezzo al campo. Il Psg degli sceicchi? Per adesso è alle spalle dell’OM ma anche in caso di sorpasso nel corso della stagione, il lavoro di Bielsa merita sicuramente una sottolineatura importante nella storia di un club, il Marsiglia, pronto a tornare fra le grandi d’Europa.



Chissà cosa avranno pensato i supporters del Southampton quando la scorsa estate la società ha ceduto, più o meno, tutti i pilastri della squadra: da Lallana a Lovren, da Chambers a Lambert fino ad arrivare al terzino Shaw. Eppure il nuovo allenatore Koeman, dopo l’ottavo posto conquistato la scorsa stagione da Pochettino sulla stessa panchina, potrebbe fare ancora meglio del suo predecessore. Attualmente i Saints sono terzi con quattro lunghezze di distacco dalla seconda piazza e una di vantaggio sullo United. Uno dei protagonisti della metamorfosi del Southampton è stato sicuramente Graziano Pellè, attaccante arrivato in Inghilterra dal Feyenoord per la cifra di 10 milioni di euro. L’allenatore olandese, che già aveva testato l’abilità dell’italiano, ha voluto portare il 29enne con se e mai decisione fu più saggia. Per adesso Pellè ha firmato in campionato sei reti, alcune delle quali fantastiche. E i Saints volano grazie alle sue prodezze; già un’eventuale qualificazione in Champions sarebbe un successone.



C’erano una volta i gol a grappoli della coppia offensiva Dzeko-Grafite, le chiusure difensive di Barzagli e le vulcaniche idee del tecnico Magath. Dopo anni di oblio, il Wolfsburg è tornato nelle parti nobili della Bundesliga grazie a una serie di protagonisti inaspettati. Primo fra tutti sicuramente il croato Ivan Perisic, costantemente nel mirino di diversi top club europei fra cui il Napoli; 

In mezzo al campo da sottolineare l’esperienza di Luiz Gustavo, brasiliano che in estate fu a lungo corteggiato invano dall’Inter, e l’intraprendenza dell’ex Chelsea De Bruyne. Manca, forse, un attaccante in grado di garantire reti: Olic è un faticatore ma non un goleador di razza e Bendtner non offre garanzie. In ogni caso, alle spalle dell’inarrivabile Bayern, il calcio tedesco si gode la rinascita del Wolfsburg, squadra dinamica, offensiva e formata da uomini chiave in settori decisivi del campo.

 Dopo anni di improvvisazione, forse, a Valencia qualcosa si sta muovendo. Lo scorso maggio il magnate Peter Lim ha prelevato il 70% della squadra spagnola per una cifra di 420 milioni di euro; quasi la metà di questi soldi sono stati utilizzati per ripianare i pericolosi debiti in cui versava la società del Murcielago. Ma ci sono altri introiti pronti per essere utilizzati sia in chiave calciomercato sia in chiave progetto nuovo stadio. Insomma, il Valencia si sta preparando per tornare davvero grande. Intanto gli uomini di Espirito Santo, dopo un sorprendente inizio di campionato, sono in piena zona Europa League. Il modulo di base dei bianconeri di Spagna è un offensivo 4-3-3; gli uomini chiave sono tutti arruolati nel reparto offensivo a cominciare dal baby talento Paco Alcacer, attaccante classe 1993 prodotto dalla cantera valenciana. Il bomber sarebbe dovuto essere Negredo ma l’ex City si è fermato nel pre campionato a causa della frattura del quinto metatarso e scalpita per tornare a disposizione della squadra. Meritano mensione anche Feghouli, Parejo e Javi Fuego, i tre volti di un centrocampo che vede il giusto mix tra qualità e quantità. La sensazione è che sia ancora presto per contendere la Liga a Real Madrid e Barcellona ma sembra proprio che il Valencia abbia intrapreso il percorso giusto per riemergere dalle ceneri.

(Federico Giuliani)