Questa la domanda che Dominique Gisin ha rivolto ai suoi fan sulla pagina Facebook ufficiale. Appena sotto, a corredo, la foto che la ritrae sorridente sul gradino più alto del podio, insieme a Tina Maze con cui ha condiviso la medaglia d’oro della discesa libera (le due sono anche buone amiche: la stessa slovena ha detto di essere contenta che ad essere giunta a pari merito con lei fosse la svizzera). C’è anche un “incredibile!” scritto in maiuscolo (e in tedesco); prima ancora, sempre nella sua lingua madre, aveva scritto “è come un sogno, ma è ancora più bello perchè è reale”. Del resto che questo oro per lei fosse un’impresa capolavoro si era intuito dalle lacrime che Dominique non è riuscita a trattenere per tutti i minuti in cui all’arrivo ha aspettato che le favorite sfilassero sul traguardo. Fino a qui aveva conquistato due vittorie in Coppa del Mondo e un bronzo iridato nella gara a squadra di Are. Non c’è che dire: a 28 anni, questo è il capolavoro di una carriera.



E’ terminato anche il programma libero del pattinaggio artistico a coppie, e quindi sono state assegnate le medaglie: è doppietta russa, con l’oro che va a Tatiana Volosozhar-Maxim Trankov (già oro agli Europei di Budapest oltre che di Zagabria) e l’argento a Ksenia Stolbova-Fedor Klimov. Il bronzo è per la Germania, con Aliona Savchenko-Robin Szolkowy. Gli italiani sono andati male: sedicesimi (e ultimi tra i “sopravvissuti”) Nicole Della Monica-Matteo Guarise, mentre il bronzo conquistato a Zagabria 2013 da Stefania Berton-Ondrej Hotarek aveva fatto sperare in un risultato migliore che invece non è arrivato, perchè qualche errore di troppo nei due programmi non ha concesso più di un undicesimo posto.



L’halfpipe femminile di snowboard regala grandi soddisfazioni agli Stati Uniti. La medaglia d’oro infatti è andata a Kaitlyn Farrington, già seconda dopo la prima run e autrice poi di una prestazione spettacolare nel secondo tentativo, che le è valsa il punteggio di , con il quale ha sbaragliato la concorrenza di tutte le rivali, a partire dalla connazionale Hannah Teter, che era al comando dopo la prima metà della gara ma che si è dovuta accontentare di un amarissimo quarto posto visto che nella seconda run è stata scavalcata dall’australiana Torah Bright, oro nel 2010 e oggi argento con il punteggio di , per un soffio alle spalle della vincitrice, e dall’altra statunitense Kelly Clark, con punti. Il punteggio della Teter è stato invece di , ottenuto appunto nella prima run. Dunque ancora una volta dominio americano nello sport della tavola, che ha portato tutti e tre gli ori conquistati finora a Sochi dalla spedizione a stelle e strisce.



Siamo circa a metà del programma libero di pattinaggio di figura. Le coppie italiane sono già scese entrambe in pista, e salvo clamorose sorprese hanno confermato i piazzamenti del libero: dunque, alla fine dovremmo trovare Stefania Berton-Ondrej Hotarek all’undicesimo posto e Nicole Della Monica-Matteo Guarise al sedicesimo posto. Posizioni di rincalzo, deludente soprattutto per i bronzi europei in carica, mentre per Della Monica-Guarise può già essere considerato soddisfacente aver superato il taglio dopo il corto. Adesso però scendono in pista le migliori coppie del mondo, ci attendono grandi emozioni…

Tutto come previsto. Tobias Wendl-Tobias Artl vincono la gara di slittino doppio e regalano alla Germania il terzo oro in altrettante gare di questo sport: per loro il tempo complessivo sulle due manche è stato di 1’38″933, irraggiungibile per tutti gli avversari. Al secondo posto si sono classificati i fratelli austriaci Andreas Linger-Wolfgang Linger, però staccati di oltre mezzo secondo. Primi dei terrestri, potremmo definirli. Terzo posto e medaglia di bronzo per un’altra coppia di fratelli: stiamo parlando di Andris Sics-Juris Sics, che regalano così una grandissima soddisfazione alla piccola Lettonia, che ottiene la prima medaglia in questi Giochi. Seconda manche sciagurata invece per l’altra coppia austriaca, formata da Peter Penz e Georg Fischler, che con un gravissimo errore scivolano dal terzo all’ultimo posto. Già nella prima manche invece la seconda coppia tedesca si era esclusa dalla corsa alle medaglie con un grave errore. Per l’Italia due piazzamenti dignitosi, ma inferiori a quanto si sperava: Christian Oberstolz-Patrick Gruber si sono piazzati al sesto posto immediatamente davanti a Ludwig Rastner-Patrick Rieder, che chiudono invece in settima posizione. Segnaliamo intanto che è in corso anche il programma libero delle coppie di pattinaggio di figura, con gli azzurri però destinati a rimanere nelle retrovie.

L’oro di Stefan Groothuis consolida sempre di più il dominio dell’Olanda nel pattinaggio di velocità. Si colora d’arancio infatti anche la gara dei 1000 metri maschili, che l’atleta olandese ha vinto con il tempo di , precedendo il canadese Denny Morrison, medaglia d’argento con il tempo di 1’08″43 (solo quattro centesimi di ritardo), e l’altro olandese Michel Mulder, terzo e medaglia di bronzo in 1’08″74 dopo avere già vinto l’oro sui 500. I Giochi di Sochi stanno regalando all’Olanda soddisfazioni enormi, con un dominio a dir poco totale su questo sport. Per l’Italia era in gara Mirko Nenzi: partito fortissimo, dopo 200 metri era addirittura al comando. Probabilmente una partenza troppo lanciata: Nenzi ha pagato caro nel finale, chiudendo solamente venticinquesimo.

La prima manche della gara di slittino doppio sembra profilare un nuovo successo tedesco (come era nei pronostici). Infatti, al comando troviamo la coppia formata da Tobias Wendl e Tobias Arlt con il tempo record di precedendo le due coppie austriache. Andreas Linger-Wolfgang Linger sono secondi con un ritardo di 312 millesimi, Peter Penz-Georg Fischler occupano invece la terza posizione staccati di 420/1000. Per le coppie italiane, invece, risultati discreti ma che difficilmente ci consentiranno di lottare per il podio nella seconda manche: infatti Christian Oberstolz-Patrick Gruber sono settimi con 603 millesimi di ritardo, e subito dietro di loro, all’ottavo posto, troviamo Ludwig Rieder-Patrick Rastner staccati di 691/1000. La seconda manche avrà inizio alle ore 16.45, intanto ricordiamo che è in corso anche la finale dei 1000 metri di pattinaggio velocità maschile, che vedrà impegnato anche l’azzurro Mirko Nenzi.

Nuovo spettacolare scatto sul Twitter ufficiale delle Olimpiadi di Sochi 2014. Poco fa è stata pubblicata un’immagine (che trovate più in basso), che mostra il connubio fra modernità e tradizione in Russia: da una parte uno splendido salto con gli sci e dall’altra le matrioske di Sochi, uno dei tanti simboli della sconfinata terra degli Zar. Intanto le Olimpiadi continuano e le medaglie vengono assegnate…

E’ stata l’immagine della giornata. Almeno finora. Lara Gut ha vinto la medaglia di bronzo nella discesa libera, la sua prima medaglia olimpica; eppure, al traguardo, la sua espressione non era felice. Tutt’altro: intervistata da Radio Television Suisse appena dopo la gara, improvvisamente è scoppiata in lacrime. “Scusate, fa troppo male” si è giustificata la 22enne di Sorengo (vicino a Lugano). “Ero davanti a ogni intertempo, e riesco solo a pensare che quei 10 centesimi, nell’altro senso, mi avrebbero portato l’oro. Ho l’impressione di essermelo fatto sfuggire; meglio lasciarlo a Dominique (Gisin, sua connazionale) ma alla fine siamo tutte in competizione”. Non un concetto nuovo: Lara si allena da sola, giustificandosi appunto con il fatto che sarebbe inutile condividere allenatori e preparatori della Federazione quando poi si è una contro l’altra. Lacrime amare, come era accaduto in supercombinata: lì però era arrivato l’errore, con conseguente eliminazione nello slalom. L’amarezza è comunque durata poco: già sul “podio” la Gut si è lasciata andare ad un sorriso – seppur tirato – poi ha affidato a Facebook un messaggio nel quale infine si è ripresa: “E’ una medaglia!!” ha scritto. “Mi spiace davvero per le lacrime, è la prima volta in cui vedevo la medaglia d’oro così vicina e sono davvero dispiaciuta per il mio errore. Ma stare sul podio della discesa libera olimpica con grandi atlete come Tina (Maze) e Dominique mi rende orgogliosa!”. E poi: “Fra tre giorni c’è un’altra possibilità”. Ovvero il Super-G, che almeno sulla carta è la gara in cui Lara Gut è più competitiva. Che avesse un certo caratterino si sapeva; che pianga per un bronzo che non è stato un oro è certamente sintomo di grande competitività, e con essa ci si migliora sempre. Tuttavia, cosa dovrebbero dire Daniela Merighetti e Alessandro Pittin, che sono arrivati quarti?

Altro quarto posto per l’Italia in questa giornata maledetta: Alessandro Pittin grande protagonista della combinata nordica, ma resta ai piedi di un podio che esata soprattutto il tedesco Eric Frenzel, grande favorito della vigilia che ha confermato i pronostici vincendo la medaglia d’oro con 4″2 di vantaggio sul giapponese Akito Watabe e il norvegese Magnus Krog, staccato di 8″1. Frenzel e Watabe avevano già dominato nel salto e hanno fatto gara di testa per tutti i 10 km della prova di fondo, con il tedesco che infine ha staccato il giapponese per godersi il trionfo a braccia alzate, senza volata. Dietro però c’è stata soprattutto la straordinaria rimonta di Pittin, partito venticinquesimo e risalito fino a giocarsi la medaglia. All’ultimo chilometro con lui è rimasto soltanto Krog, che però ha avuto la meglio sul rettilineo finale. Come sempre in questi casi, la gioia per una prestazione eccellente si unisce al rimpianto per il piazzamento più amaro per l’azzurro. Complimenti comunque a tutta la squadra, perché l’Italia ottiene da questa gara anche il settimo posto di Lukas Runggaldier e il quattordicesimo di Armin Bauer. Tutti e tre hanno fatto splendide rimonte nel fondo: per le prossime gare urge migliorare nel salto, e se così sarà niente ci sarà precluso.

Scatenato nella 10 km di fondo della combinata nordica. Partito venticinquesimo, il friulano ha agganciato il gruppo degli inseguitori della coppia di testa formata dal tedesco Erick Frenzel e dal giapponese Akito Watabe, e ora è davanti a fare selezione. Una frazione eccellente nel fondo, e una medaglia (almeno d’argento) è possibile.

Ha vinto la medaglia d’oro nella discesa libera femminile. E’ un ex aequo con la svizzera Dominique Gisin, ma sempre di oro si tratta; non vale certo di meno. Dopo i due argenti di Vancouver, e dopo la delusione per il quarto posto nella supercombinata, la trentenne slovena ha ampiamente fatto il suo dovere in mattinata, portando a casa un titolo che è storico anche per la Slovenia. La gioia della sciatrice si era già manifestata sulla neve, in “tempo reale”; ma nell’epoca di Internet e dei social network è interessante anche scoprire le reazioni affidate alla rete. E così Tina Maze ha postato una foto sul suo profilo Facebook ufficiale, nella quale, diciamo così, si lascia andare. Il suo commento? In inglese, lingua universale, e non troppo approfondito: “Jaaaaaaaaaa! Sono campionessa olimpica di discesa libera!”. Giusto così: quando si vince un oro, le parole servono a poco. Sempre che si riesca, a parlare.

Da oggi comincia il torneo maschile di hockey ghiaccio. L’onore dell’apertura toccherà a Repubblica Ceca-Svezia e Lettonia-Svizzera, entrambe con inizio alle ore 18.00. Tuttavia, è da segnalare anche Canada-Stati Uniti del torneo femminile, “antipasto” di quella che è la più probabile finale: l’appuntamento in questo caso è per le ore 13.30. Si è già conclusa invece la prima partita femminile del giorno, valida per il gruppo A: la Finlandia si è imposta sulla Svizzera con il punteggio di 4-3.

Splendido tempo in Russia come testimoniato dal canale ufficiale Twitter delle Olimpiadi invernali del 2014. Poco fa è stata infatti pubblicata la foto (che trovate poco più in basso) che testimonia appunto il sole che sta illuminando i giochi olimpici. “Tempo brillante per la prima medaglia d’oro – si legge – nella combinata nordica”.


Si è conclusa pochi minuti fa la prova di salto della combinata nordica, gara dal trampolino piccolo NH. In questa perima metà della gara dominatori assoluti sono stati il tedesco Erick Frenzel e il giapponese Akito Watabe, che hanno ottenuto rispettivamente 131.5 e 130.0 punti. Ciò significa che nella 10 km di fondo (in programma alle ore 13.30) Frenzel partirà con sei secondi di vantaggio su Watabe mentre il terzo, il russo Evgeniy Klimov, è già staccato di 27″. Le gerarchie però potranno cambiare, perché salto e fondo sono discipline completamente diverse. La speranza vale anche per gli azzurri Lukas Runggaldier e Alessandro Pittin, rispettivamente ventunesimo (a 1’03”) e venticinquesimo (a 1’12”) al termine del salto: le speranze si rivolgono soprattutto sul friulano, già bronzo nel 2010 e che ci ha abituato a ottimi recuperi nella prova di sci. Il podio dista 45 secondi: impresa certamente difficile, ma non impossibile.

La discesa libera femminile è finita e i risultati ora sono definitivi. Tina Maze e Dominique Gisin possono dunque festeggiare la medaglia d’oro ex-aequo, conquistata da entrambe con l’identico tempo di . Per la Slovenia è lo storico primo oro ai Giochi invernali, per la Svizzera è un trionfo visto che all’oro della Gisin si aggiunge pure il bronzo di Lara Gut, anche se la ticinese continua ad essere delusa per una vittoria mancata di soli 10/100. La gara si è disputata sotto un sole splendido e ha coronato la carriera di una grandissima campionessa come la Maze, ma anche di una ottima sciatrice come la Gisin, mentre la Gut – anche lei vera fuoriclasse – per ora ha più l’amarezza per una vittoria mancata che la gioia per una medaglia. Sul podio tre atlete che parlano italiano, purtroppo però non le azzurre. Rimpianto per il quarto posto di Daniela Merighetti, che ha sfoderato la miglior gara stagionale superando anche i dolori causati da una caduta in prova, ma purtroppo si è dovuta fermare al piazzamento che alle Olimpiadi è il peggiore di tutti, con 17/100 di ritardo dal podio.

Quando ormai i risultati possono essere considerati definitivi, la discesa libera femminile vede al comando la coppia formata dalla slovena Tina Maze e dalla svizzera Dominique Gisin. Un oro ex-aequo con pochi precedenti nella storia, con il tempo di che le atlete di secondo piano che devono ancora scendere non dovrebbero riuscire a battere. Medaglia di bronzo per l’altra elvetica Lara Gut, staccata di un decimo e al traguardo delusa più per il successo sfiorato e mancato di pochissimo che felice per una medaglia olimpica comunque conquistata. Per l’Italia una ottima prestazione di Daniela Merighetti, alla sua miglior gara della stagione, anche se naturalmente il quarto posto alle Olimpiadi lascia sempre più rimpianti che gioia. Le altre italiane: dodicesima Elena Fanchini, quattordicesima Verena Stuffer, ventunesima Nadia Fanchini.

Si apre un’altra giornata a Sochi. E’ la quinta dopo la cerimonia inaugurale: le Olimpiadi invernali 2014 non conoscono pause. L’Italia purtroppo è ferma alle due medaglie conquistate da Christof Innerhofer (discesa libera maschile) e Armin Zoeggeler (slittino singolo maschile); l’obiettivo dichiarato è quello di superare le cinque medaglie di Vancouver 2010 e possiamo già dire che non sarà impresa semplicissima. Come al solito sono tante le gare in programma: oggi si assegnano sei titoli, con occhi puntati sulla discesa libera femminile (si parte alle ore 8 italiane, le 11 in Russia). Poche speranze per l’Italia, che schiera le sorelle Elena e Nadia Fanchini, Daniela Merighetti (caduta nella prima prova cronometrata, ma ha già partecipato alla supercombinata) e Verena Stuffer; le favorite sono sempre le solite, e cioè Maria Riesch (oro in supercombinata), Tina Maze e Lara Gut (che lunedi sono uscite deluse dalla prima gara olimpica), la lussemburghese Tina Weirather e Julia Mancuso, che ha già conquistato un bronzo qui a Sochi. Gli altri titoli che si assegnano riguardano la combinata nordica (10 Km di fondo più salto dal trampolino corto) con Lukas Runggaldier, Armin Bauer, Samuel Costa e Alessandro Pittin; i 1000 metri del pattinaggio velocità maschile nel quale l’Italia schiera Mirko Giacomo Nenzi; il lo slittino doppio maschile con Ludwig Rieder/Patrick Rastner e Christian Oberstolz/Patrick Gruber, e qui gli azzurri potrebbero avere qualche speranza di podio. Infine il pattinaggio a figura (coppie): dopo il programma corto si chiude e si assegnano le medaglie con il lungo. L’Italia è rappresentata da Nicole Della Monica/Matteo Guarise e Stefania Berton/Ondrej Hotarek (questi ultimi bronzo agli Europei di Budapest 2013). A dire il vero ci sarebbe anche il titolo dell’halfpipe femminile (snowboard); ma qui gli azzurri non hanno atleti. Inoltre continuano legare del girone di curling (maschile e femminile) e quelle di hockey su ghiaccio maschile.