Lo short track è uno sport che potrebbe regalarci grandi emozioni a Sochi. Pattinaggio di velocità sul ghiaccio in pista corta, siamo sempre andati bene nel corso delle varie manifestazioni mondiali e olimpiche: diciamo pure che l’Italia è la prima potenza a livello europeo, in uno sport però dominato da Sud Corea, Canada, Cina e Stati Uniti. La nostra punta di diamante sarà Arianna Fontana che è in grado di fare ottime cose praticamente in tutte le gare, magari di arrivare anche alla medaglia d’oro: il suo obiettivo è entrare in tutte le finali, a partire dai 500 in programma oggi. Anche gli altri azzurri sono in grado di raggiungere ottimi traguardi, quindi saranno tante le gare da seguire con attenzione. Per parlarci delle speranze azzurre alle Olimpiadi abbiamo sentito Diego Cattani, ex atleta e ora insegnante di short track. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Come vede le possibilità degli atleti azzurri qui a Sochi? Ci saranno ottime possibilità di medaglia, ad esempio nella staffetta 3000 metri donne, dove siamo in finale con la Cina, il Canada e la Corea, in una competizione riservata alle migliori otto squadre del mondo.

Quindi ha fiducia nella spedizione italiana? Sì, abbiamo una buona squadra femminile con Arianna Fontana e poi Cecilia Maffei, Lucia Peretti, Martina Valcepina ed Elena Viviani. Tra gli uomini c’è un atleta esperto come il pattinatore italoamericano Anthony Lobello, poi Yuri Confortola e Nicola Rodigari su cui puntiamo molto. Nicola si è ripreso dopo un infortunio ed ora eccolo a Sochi, a lottare speriamo per le prime posizioni. E poi ci sono Tommaso Dotti e Davide Viscardi, due pattinatori molto giovani che ho cresciuto io dall’età di 6 anni.



Dove potranno arrivare? Secondo me potrebbero fare grandi cose, magari già a Sochi, di certo hanno davanti una grande carriera.

Come giudica Arianna Fontana? E’ una pattinatrice eccezionale, che potrebbe andare a medaglia e anche vincere nei 500, 1000 e 1500 metri.

Un vero talento di questo sport! Sì, una campionessa, una grande fuoriclasse.

Quali sono le nazioni dove si pratica di più lo short track? La Cina, il Canada, la Corea, l’Olanda e gli Stati Uniti, ci sono bellissimi impianti e tanti praticanti in queste nazioni.

In Italia com’è la situazione? Lo short track si pratica quasi esclusivamente al nord. D’altronde al centro e al sud non sarebbe facile praticarlo.



Ha nostalgia di quando era atleta? E’ normale che sia così, adesso però cerco di vivere il nuovo ruolo di maestro di questa disciplina.

Cosa bisognerebbe fare per pubblicizzare di più lo short track?

Potrebbe avere più popolarità se anche gli sponsor ci seguissero di più. E’ uno sport molto televisivo, con pattinatori che corrono velocemente, molto spettacolare ed emozionante. Sarebbe anche importante che ci fosse una cultura dello sport e che fosse praticato maggiormente nelle scuole, che non ci fosse solo il calcio in Italia…

Dove si può praticare a Milano? All’Agorà praticamente tutto l’anno, da inizio settembre a metà luglio.

Lei è insegnante, che consigli dà ai ragazzi che volessero iniziare a praticare lo short track? E’ più facile insegnare a ragazzi che abbiano già pratica del pattinaggio. Di certo per fare short track bisogna amare la velocità, il rischio, sapere che bisognerà fare molta fatica, allenarsi con continuità per arrivare a certi livelli. In questo sport si possono costruire grandi atleti, ma devi avere nel sangue, nel Dna la capacità di eccellere per arrivare a grandi traguardi. (Franco Vittadini)