Dopo la cerimonia inaugurale di ieri, iniziano finalmente le gare alle Olimpiadi di Sochi 2014, anche se qualche prova di qualificazione si è già svolta. Oggi saranno assegnati i primi cinque titoli in altrettanti sport, tra i quali anche i 5000 metri maschili del pattinaggio di velocità in pista lunga. A Torino Enrico Fabris in questa gara ottenne una medaglia di bronzo, la prima di sempre per l’Italia in questo sport. Nei giorni successivi, il veneto divenne un personaggio tra i più importanti di quelle Olimpiadi italiane, vincendo anche l’oro dell’inseguimento a squadre e quello dei 1500 metri. Ora le ambizioni azzurre in questo sport sono minori, anche se Mirko Nenzi è già salito sul podio in Coppa del Mondo sulla distanza dei 1000 metri. Per parlare dei Giochi Olimpici di Sochi e in particolare delle possibilità degli atleti italiani nel pattinaggio di velocità abbiamo sentito proprio Enrico Fabris. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Cosa potranno fare gli atleti italiani a Sochi? Penso bene, visto che l’Italia ha fatto sempre buone cose alle Olimpiadi invernali. Abbiamo sempre disputato gare importanti e siamo tornati a casa spesso con tante medaglie.
Ci potrebbe essere qualche speranza di medaglia nel pattinaggio di velocità? Difficile, perché ci sono atleti giovani che dovranno fare soprattutto esperienza a Sochi. Mi aspetto però un buon risultato da Mirko Nenzi, che in questa stagione si è messo spesso in evidenza.
Quali saranno i protagonisti di questa disciplina alle Olimpiadi? Gli atleti olandesi in particolare, poi quelli statunitensi e quelli russi, che correndo in casa vorranno fare grandi gare.
Come mai questo predominio nel pattinaggio di velocità da parte dell’Olanda? In questa nazione il pattinaggio di velocità è una tradizione, una disciplina praticata tantissimo. Per questo motivo nascono tanti campioni.
Ci può parlare dei suoi ricordi alle Olimpiadi, soprattutto le due medaglie d’oro di Torino? Quella fu un’esperienza bellissima, essermi trovato a vincere due medaglie d’oro e anche una di bronzo diventando così il protagonista della Nazionale italiana a Torino, a casa nostra.
Come si inizia a fare questo sport, quale consiglio può dare per chi volesse praticarlo? Bisogna andare in una pista coperta di pattinaggio, quelle per lo short track. In realtà purtroppo non ce ne sono molte in Italia, anche perché in effetti costano molto. Ci sono anche atleti del pattinaggio a rotelle, sport non presente alle Olimpiadi, che passano a questa disciplina durante la loro carriera. Non è un passaggio impossibile quello tra il pattinaggio a rotelle e il pattinaggio di velocità su ghiaccio, e poi il desiderio di partecipare ai Giochi spinge gli atleti a fare questo cambiamento.
Come si potrebbe fare per rendere il pattinaggio più popolare in Italia? Dopo Torino è stata persa un’occasione?
Penso proprio di sì, a Torino nessuno si aspettava che io andassi così bene e magari c’è stata tanta sorpresa rispetto a questo, quindi non si è programmato niente per rendere popolare questo sport. E’ anche vero però che si è persa veramente un’occasione unica per lanciarlo tra i ragazzi, per aumentare i praticanti del pattinaggio di velocità.
Cosa farà lei in futuro per ovviare a questa mancanza? Vorrei veramente aprire delle scuole, tanti centri dove si possa praticare il pattinaggio di velocità, insegnarlo ai ragazzi grazie alla mia esperienza di atleta. (Franco Vittadini)