Oggi pomeriggio alle ore 15.00 allo stadio Bentegodi si gioca Verona-Juventus, certamente una delle partite più interessanti della ventitreesima giornata di serie A. Una partita di grande valore tecnico e probabilmente anche di grande intensità emotiva è quello che ci si aspetta da queste due squadre. I bianconeri di Antonio Conte vogliono continuare a dominare il campionato, mentre i gialloblù di Andrea Mandorlini puntano a proseguire nella loro rincorsa verso un posto per la qualificazione in Europa League, traguardo che sarebbe eccezionale per una neopromossa. Ci saranno grandi attaccanti in campo, per la Juventus tanti campioni compreso l’ultimo acquisto Osvaldo, ma dall’altra parte ci sarà Luca Toni, che quest’anno ha ritrovato un livello di rendimento che sembrava ormai appartenere al passato. Riuscirà finalmente la formazione veneta a vincere contro una big in questo campionato? Per presentare questo match abbiamo sentito un grande ex delle due squadre, Domenico Penzo, al Verona dal 1981 al 1983 e alla Juventus nella stagione 1983-1984. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Per la Juventus a Verona una partita importante sulla via dello scudetto? Direi di sì, anche se i punti di vantaggio sulla Roma sono tanti, come minimo sei. La Juventus comunque dovrà continuare a fare bene e avrà un avversario difficile in questo Verona, che sta disputando un grande campionato.
Il Verona quindi sarà molto temibile oggi? L’Hellas è in lotta per aggiudicarsi un posto in Europa. La formazione veneta vorrebbe vincere questo match, le manca la ciliegina sulla torta in questo suo ritorno in serie A, cioè battere una grande.
Come bloccare Toni? E’ un attaccante di valore e di grande rendimento quest’anno. Credo che i difensori della Juventus abbiano tutte le doti tecniche per bloccarlo, non dovranno però battagliare con Toni, perché è un attaccante sempre pronto a colpire in ogni istante di una partita.
Lei lo porterebbe ai Mondiali? Perché no, convocando lui la Nazionale potrebbe evitare di fare sempre quel fraseggio che non porta poi a nessun risultato senza un punto di riferimento in attacco.
Schiererebbe Osvaldo al Bentegodi? Credo che sarebbe meglio che la Juventus continui a giocare per il momento con i suoi soliti schemi, i meccanismi più collaudati.
Si può fare un paragone tra la sua Juventus e quella attuale? Quella era più forte sicuramente, senza niente togliere a quella attuale: c’erano sei campioni del mondo, Platini e Boniek. Vincemmo lo scudetto e la Coppa delle Coppe in finale a Basilea, 2-1 in rimonta col Porto. Era una squadra straordinaria…
I suoi ricordi in quest’incontro e in queste due squadre?
Col Verona sono stato vice-capocannoniere dietro Platini nella stagione precedente al passaggio alla Juventus, una grande soddisfazione. In quegli anni era un Verona eccezionale, che poi vinse lo scudetto nel 1985. Fu un decennio irripetibile per la formazione gialloblù. Io in quegli incontri mi bloccavo sempre, non riuscivo ad esprimere tutto il mio potenziale.
Anni bellissimi comunque quelli in Verona e Juventus per lei? Indimenticabili, soprattutto per me che sono di Verona e ho avuto la fortuna di giocare anche per la squadra della mia città, di cui sono ancora tifoso.
Il suo pronostico per questa partita? Dico Juventus perché la formazione bianconera è superiore, è certamente più forte rispetto a quella di Mandorlini. (Franco Vittadini)