Nonostante l’1-2 per lo Zenit al Signal Iduna Park, per il Borussia Dortmund il passaggio del turno era ormai in cassaforte: i tedeschi tornarono dalla campagna di Russia forti di un 4-2 che spalancava le porte ai quarti di Champions. La partita di ritorno, però, è stata più dura dell’andata: la squadra di San Pietroburgo ha tirato fuori l’orgoglio, ruscendo a sbancare, seppur inutilmente, il nido del Borussia, animato come sempre da una marea gialla caldissima. Ed è stato un match duro anche in un altro senso. Allo scoccare dell’89° minuto, a qualificazione ormai ottenuta, Robert Lewandowski è protagonista di un contrasto di gioco con il difensore Tomáš Hubocan, sul quale commette fallo. L’avversario, nello scontro, finisce a terra, ma l’attaccante polacco continua nella sua corsa colpendo (comunque involontariamente) con il ginocchio la testa dello sloveno, quasi all’altezza della tempia. Il volto di Hubocan, soccorso per primo dal compagno (e portier) Malafeev, diventa una maschera di sangue e i sanitari intervengono immediatamente per valutare l’entità della botta e la profondità della ferita, che lo ha messo k.o. Tanta paura ma fortunatamente niente di grave. Lewandowsky, ammonito in precedenza (e non per questo incidente) salterà l’andata dei quarti di finale.