Due Coppe del Mondo di slalom speciale (la seconda con una gara di anticipo). Un oro mondiale. Un oro olimpico. Nove vittorie e sedici podi in Coppa del Mondo. In più, la classifica di slalom speciale della coppa Nord-Americana (con 7 vittorie) e un bronzo ai Mondiali juniores. Il palmarès di Mikaela Shiffrin è talmente ricco che non c’è quasi più spazio per altro; a questo dovremmo aggiungere che ha 19 anni compiuti da due settimane. Impressionante, no? Ma la sciatrice di Vail, in Colorado, non ha certo intenzione di fermarsi qui. Gli obiettivi sono tanti, li ha elencati lei stessa nell’intervista concessa in esclusiva a IlSussidiario.net: innanzitutto i Campionati del Mondo a casa sua, nel 2015. E poi la Coppa del Mondo generale, una questione per il momento chiusa dal fatto che gareggia in due sole specialità (con risultati non esaltanti nel gigante) ma che prima o poi diventerà di attualità, e allora le avversarie dovranno iniziare a preoccuparsi. Di sicuro c’è che questa ragazza le idee chiare le ha eccome: ci ha raccontato – con grande disponibilità – dell’esperienza di Sochi, della stagione appena conclusa e dei suoi prossimi passi.



Cosa pensi in termini generali della tua stagione? Ho avuto una stagione bellissima e sono davvero felice di aver raggiunto i miei obiettivi: vincere l’oro olimpico nello slalom e la Coppa del Mondo di specialità. Tuttavia, sono molto meno entusiasta sul mio slalom gigante…

Perchè? Sono certamente migliorata e ho centrato qualche buon risultato, ma in generale non sono andata come volevo. Perciò, sul gigante dovrò ancora lavorare parecchio. Ma guardando a tutto l’insieme, sono molto felice della mia stagione. 



Con l’oro di Sochi sei diventata la più giovane campionessa olimpica nello slalom speciale: cosa significa questo traguardo per te e la tua carriera? Sono stata felicissima della mia vittoria alle Olimpiadi, e pare che ci sia sempre modo di battere un record… Ti dirò: da una parte ero ovviamente contenta di sapere di aver centrato un record di età, ma..

Ma? Dall’altra parte, il giorno dopo lo slalom ero la stessa Mikaela che ero il giorno prima di gareggiare a Sochi, e nel procedere della mia carriera continuerò a lavorare duramente sui miei prossimi obiettivi senza sedermi sugli allori di questo slalom. 



Tra le vittorie di questa stagione, comprendendo gli slalom di Coppa del Mondo, ce n’è qualcuna che in particolare hai apprezzato di più? Naturalmente la migliore è quella delle Olimpiadi! C’era così tanta pressione su questo evento che ho dovuto realmente affrontarla nel modo giusto; penso di averlo fatto. E’ stata una sfida psicologica e mentale che sono fiera di aver superato riuscendo a produrre il mio sci migliore, o uno dei migliori. Dopotutto, alle Olimpiadi si tratta di questo. 

Hai mai considerato di diventare una sciatrice polivalente e di gareggiare anche in discesa e super-G, come alcune delle tue colleghe fanno? Sì, ci penso. Ma io tendo a essere molto metodica: mi piace fare le cose nel giusto ordine. In questo senso inizierò ad allenarmi di più in super-G e farò qualche gara in questa specialità nel corso della stagione. Poi – ma non so quanto presto – mi sposterò sulla discesa. Credo che debba essere fatto nel modo giusto: se stai provando a essere una sciatrice che compete in tutti gli eventi devi seguire un processo per evitare infortuni gravi. Sono giovane: ho tempo per gestire la cosa, e in più…

Sì? Penso che sia possibile vincere la Coppa del Mondo generale senza necessariamente gareggiare nella discesa; perciò, dovrò valutare le mie sensazioni in questa specialità una volta che ci sarò arrivata.

A 19 anni hai già vinto più di alcune colleghe che di anni ne hanno magari 30: come riesci a trovare le motivazioni giuste dopo risultati simili? 

Le mie motivazioni arrivano dal mio amore per lo sci e per provare cose nuove e fantastiche. Adoro guardare i grandi sciatori, e provo a copiarli; voglio sciare bene come loro, e divertirmi così. 

La ricetta perfetta dunque? Ispirazione e divertimento? Certo. Finchè avrò qualcuno da emulare e lo sport sarà un divertimento, sarò motivata a migliorarmi e cercare quella meravigliosa sensazione nel mettere insieme un’evoluzione dopo l’altra. Prendi la velocità: credo che quando farò queste gare le troverò coinvolgenti come penso che siano, perciò c’è molto per cui essere emozionati e impazienti.

Hai già pianificato il 2014-2015? Ci saranno i Mondiali a casa tua… saranno il tuo principale obiettivo? Sì, naturalmente! Si gareggia nella mia città natale e voglio centrare un ottimo risultato. 

All’inizio della tua carriera ci sono stati atleti che ti hanno particolarmente ispirato? Ce ne sono stati molti, ma nei miei primi passi, diciamo quando avevo tra i 6 e gli 8 anni, adoravo guardare Bode (Miller, ndA), Sara Schleper, Janica Kostelic, Tanja Poutiainen, Denise Karbon, Pernilla Wiberg, Anja Paerson e molti altri ai quali ho visto vincere gare di Coppa del Mondo.

Hai citato Denise Karbon: abbiamo notato e apprezzato il messaggio sul tuo profilo Facebook, nel quale l’hai ringraziata pubblicamente. Che rapporto avete avuto sulle piste? E ci sono altre sciatrici italiane con cui hai un legame particolare? Mi piacciono tutte le sciatrici italiane, davvero. Ma in particolare seguivo molto gli slalom giganti di Denise, una delle migliori sciatrici che abbia mai visto. Nell’ultima stagione ho potuto conoscerla e allenarmi con lei e ho capito subito che non era soltanto una sciatrice speciale. E’ una persona speciale ed eccezionale, e sono davvero felice che le nostre strade si siano incrociate, anche se brevemente. 

E gli altri italiani? Sono tutti bravissimi sciatori e persone stupende, simpatiche e disponibili. Penso ai fratelli Moelgg, alle Fanchini, a Federica Brignone e tutti gli altri. 

(Claudio Franceschini – Mauro Mantegazza)