Non c’è alcun dubbio: Christof Innerhofer è il principale personaggio dello sci italiano negli ultimi anni. Merito dei suoi ottimi risultati in pista, uniti anche a una personalità di spicco, che gli ha permesso di farsi conoscere anche lontano dalle piste e da chi non segue molto il Circo Bianco. Comunque, i suoi meriti sportivi restano indiscutibilmente in primo piano: nel 2011 fu proprio l’altoatesino, classe 1984, il principale personaggio dei Mondiali di Garmisch con l’oro in super-G, l’argento in supercombinata e il bronzo in discesa. Freschissimo invece è il ricordo delle Olimpiadi di Sochi del mese scorso, dove Christof ha conquistato l’argento in discesa e il bronzo in supercombinata. In Coppa del Mondo vanta invece sei vittorie, fra le quali alcune delle discese più prestigiose del mondo, come quelle di Bormio e Wengen. Peccato che il mal di schiena (che lo affligge da anni) gli impedisca di avere la regolarità necessaria per puntare alla classifica generale, ma con la sua simpatia è il primo sciatore azzurro dopo Alberto Tomba ad aver riportato lo sci sotto i riflettori. Ora il gran finale della Coppa del Mondo si avvicina. Oggi e domani a Kranjska Gora si disputano un gigante e uno slalom, settimana prossima ritroveremo invece l’azzurro protagonista nella discesa e nel super-G delle finali di Lenzerheide. Per fare un bilancio della stagione e in particolare dei Giochi, abbiamo intervistato proprio Christof Innerhofer: ecco le sue risposte in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Si ritiene soddisfatto delle sue Olimpiadi? Direi che due medaglie sono quanto di meglio potessi sperare alla vigilia. Sono riuscito ad ottenere il massimo proprio nell’occasione che contava.

Prima di partire per Sochi si aspettava un risultato simile? Prima di una gara non hai mai la certezza del risultato che puoi ottenere, però mi sono preparato al meglio per farmi trovare pronto.



Come sono stati i suoi Giochi, anche fuori dalla pista? Una Olimpiade è sempre qualcosa di particolare, si vive in maniera diversa e più appassionata rispetto ad una gara di Coppa del Mondo o a un Mondiale, c’è un clima differente.

Globalmente come giudica la sua stagione? Sono soddisfatto, la preparazione è stata effettuata per essere al massimo a Sochi e i risultati ci hanno dato ragione.

Come incide però il suo problema alla schiena nella routine allenamento-gara? In percentuale quanto la condiziona? Diciamo che ho imparato a conviverci, il mio corpo mi manda segnali su quando è il momento di insistere oppure di tirare il freno a mano.



Quali saranno i prossimi obiettivi della sua carriera?

Direi che la prima cosa da fare è divertirsi come ho fatto sinora, poi si può sempre migliorare.

Cosa si aspetta dalla discesa di Lenzerheide? Ho ancora qualche soddisfazione da togliermi prima della fine della Coppa del Mondo. Super-G e discesa delle finali sono due appuntamenti a cui tengo.

Chi vede favorito per la conquista della Coppa del Mondo, Svindal o Hirscher? E’ sicuramente una battaglia ancora aperta, dipende anche da quali condizioni delle piste troveremo. Il weekend di Kranjska Gora potrebbe favorire Hirscher.

Chi secondo lei meriterebbe di più questo successo? Sono entrambi grandi campioni.

Per evitare che le sue due medaglie di bronzo non restino un caso isolato, cosa bisognerebbe fare in Italia? Siamo una squadra competitiva, le nostre gare sono fatte di episodi e alle Olimpiadi siamo stati sfortunati, sfiorando dei podi per pochi centesimi. Dobbiamo soltanto continuare a lavorare duro e crederci sempre. (Mauro Mantegazza e Franco Vittadini)