La Juventus vince 1-0 la prima delle tre sfide contro la Fiorentina, allungano a 72 punti e lasciando i viola a 45, in attesa dell’Inter che rischia di avvicinarsi. Decide il primo gol di destro della carriera di Asamoah, che nel primo tempo fissa il risultato. La Fiorentina resta ferma alla traversa di Matos nel finale. Voto partita, 6.5: gara piacevole, ma chiaramente non all’altezza delle aspettative. Demerito della Fiorentina, timorosa e arrendevole nel primo tempo, che è così di sola marca bianconera, senza che però gli juventini, non abbastanza determinati, riescano a capitalizzare la mole di gioco creata. La ripresa vede i ruoli invertirsi, anche se i padroni di casa sono in controllo, e gli ospiti non riescono mai davvero ad accendere la gara, se non colpendo una traversa nel finale. Voto Juventus, 6.5: tre punti importantissimi con una prestazione nella norma, senza sprecarsi più di tanto. Basta un primo tempo determinato e una ripresa in controllo per avere la meglio su una Fiorentina scarna. L’impressione è che in Europa sarà tutta un’altra storia, sia da una parte che dall’altra. irriconoscibile. Lenta, prevedibile, sterile. Meglio nel secondo tempo grazie ai cambi, ma è troppo tardi. buona direzione senza errori, sceglie ottimamente la gestione delle sanzioni e non casca nella simulazione di Matos.
La Juventus per la vendetta e per uccidere il campionato, la Fiorentina per ritrovare la forma perduta e mettere pressione al Napoli: è questa la posta in palio nel super anticipo di mezzogiorno, ricco come solo un pranzo domenicale sa essere. Conte vuol far pagare a Montella lo scotto dell’unica sconfitta subita, all’andata a Firenze nel clamoroso 4-2 che poi diede una spinta decisiva ai bianconeri: c’era però, allora, Rossi, oggi infortunato, mentre era assente Gomez, che sta invece pian piano ritrovando la forma partita, ed oggi si carica del peso dell’attacco. Insieme a lui, Montella sogna l’impresa schierando un grintoso 4-3-3 con Vargas e Cuadrado a fianco del tedesco, Anderson, Pizarro e Aquilani a centrocampo, Diakitè, Rodriguez, Savic e Pasqual davanti a Neto: pesa tantissimo l’assenza di Borja Valero, solo panchina invece per l’ex Matri. Conte risponde con i titolarissimi (eccetto Bonucci), per fare un altro scatto verso il tricolore: Buffon in porta, Barzagli, Ogbonna e Chiellini in difesa, Lichtsteiner, Pogba, Marchisio e Asamoah in centrocampo (Pirlo squalificato), Llorente e Tevez davanti. Il primo tempo è tutto di marca bianconera, visto che la squadra di Conte si presenta in campo con la solita ferocia, mentre quella di Montella sembra intimorita e incapace di reggere la pressione avversaria. Gomez è troppo isolato in avanti, e il centrocampo viola non riesce a supportare il tridente offensivo perchè troppo occupato a provare ad arginare le incursioni bianconere. La Juve riesce a schiacciare gli ospiti soprattutto grazie alle fasce, che spingono con efficacia arrivando spesso alla conclusione. Non a caso la prima occasione è di Lichtsteiner, che al 15′ sbaglia il sinistro ravvicinato; un minuto dopo altro sinistro, stavolta di Tevez, che spedisce ancora fuori, dimostrando la scarsa precisione dei bianconeri nel colpo finale. Dall’altra parte al 26′ Asamoah, che fa vedere i sorci verdi a Diakitè, prova un sinistro in semirovesciata, ma dopo una deviazione Neto con una grande parata salva il risultato; al 29′ Pogba ha una grande occasione al centro dell’area, ma il destro al volo è sballato, troppo alto. Ma al 42′, quando la Fiorentina è già nello spogliatoio con la testa, arriva finalmente il vantaggio bianconero, guarda a caso proprio di Asamoah, che entra in area, elude un avversario con il tacco, e spara uno splendido tiro di destro sotto l’incrocio opposto. Risultato più che giusto, all’intervallo: Montella deve cambiare qualcosa soprattutto sugli esterni, altrimenti la Juve, con la sicurezza del vantaggio acquisito, potrà dilagare. mezzo punto in meno per l’assenza della solita ferocia sottoporta, che impedisce di capitalizzare un sacco di occasioni create dalla solita grande organizzazione, che si basa sulla sapiente regia di Marchisio e sull’eccellente lavoro delle ali. Migliore Juventus, Marchisio, 7: regia impeccabile, lanci lunghi, tocchi corti, palle veloci, ritmi dettati con sapienza: è il più in forma dei suoi, e non fa pesare l’assenza di Pirlo. Peggiore Juventus, Pogba, 6: il peggiore solo perchè commette un paio di errori di precisione: peggiore è comunque un’iperbole nella Juve di oggi. Fiorentina, 5: assente dal campo, inesistente in attacco, timorosa in difesa, fragile a centrocampo. Insomma, non gira nulla. Migliore Fiorentina, Neto, 6.5: una grandissima parata su Asamoah, purtroppo serve solo a rimandare la condanna del ghanese. Peggiore Fiorentina, Pizarro, 5: il centrocampo naufraga, e lui non riesce a invertire la rotta. Anzi, la sua eccessiva leziosità gli fa perdere un paio di palle sanguinose.
Buffon, 6.5: un solo vero intervento, in cui dimostra tutta l’attenzione e l’intelligenza del grande campione, anticipando di petto fuori area Ryder.
Chiellini, 6: normale amministrazione contro un Gomez scarico.
Ogbonna, 6.5: diligente e ordinato, non sbava nulla ed è perfetto nel sostenere l’impostazione di Marchisio.
Barzagli, 6: un paio di scivoloni, ma nulla di veramente preoccupante.
Marchisio, 7: partita splendida, nel primo tempo è di un altro pianeta per intelligenza tattica e precisione tecnica. Nella ripresa si gode il meritato riposo, controllando le avanzate viola.
Lichtsteiner, 6.5: bravo e convincente nel primo tempo, spinge con costanza e arriva ad un passo dal gol.
Pogba, 7: straripante, come al solito. Il centrocampo della Juve schiaccia quello ospite grazie soprattutto alla prestanza fisica del francese.
Vidal, 5: si prende una giornata di riposo, delegando il lavoro ai colleghi, che lo svolgono impeccabilmente. Lui è nervoso, viene ammonito, e poi sparisce dal gioco.
Asamoah, 7.5: migliore in campo: un gol magnifico, un altro gran tiro salvato da un miracolo di Neto, e tante discese e dribbling velenosi.
Tévez, 6: oggi ha la mira un po’ difettosa, ma comunque con la sua tenacia mette pressione alla difesa viola.
Llorente, 6: anche lui si limita a fare il suo, senza sfondare ma supportando il lavoro altrui con sponde e sostegni.
Caceres, Isla e Padoin, s.v.
All. Conte, 7: partita determinante vinta come se nulla fosse, con il minimo sforzo. Potrebbe sembrare poco, e invece è un altro passo determinante verso lo scudetto, in attesa di fare quello verso l’Europa League.
Neto, 6.5: una grande parata su Asamoah, che però serve solo a rimandare il gol del ghanese, sul quale il portiere non può nulla.
Savic, 5.5: in affanno, frettoloso e nervoso.
Diakité, 5: primo tempo da incubo, Asamoah fa quel che vuole. Meglio la ripresa, ma non ci voleva molto.
Pasqual, 5.5: prova incolore, nè spinta nè difesa efficace.
Gonzalo Rodríguez, 5: brutta giornata, non tiene Llorente e fatica a coordinare i movimenti della retroguardia.
Aquilani, 5: sommerso dal centrocampo avversario, non s’impone e non fa nulla per aiutare i suoi.
Pizarro, 5: non riesce a dirigere le operazioni, anzi rischia di mettere in difficoltà i suoi perdendo tre palle sanguinose, una delle quali porta la Juve a un passo dal due a zero.
Anderson, 5.5: comincia molto bene, con grande personalità. Poi sparisce progressivamente dal campo, fino ad essere sostituito a inizio ripresa.
J. Vargas, 6: quando viene innescato con precisione, dimostra di essere pimpante, in palla. Da una sua grande giocata viene l’occasione viola che si spegne sulla traversa.
Mario Gomez, 5.5: è vero che è isolato, è vero che non ne riceve mai una buona. Ma le poche palle che gli girano, le gestisce così così, come quel colpo di testa in ottima posizione che, magari, a settembre avrebbe messo dentro.
Cuadrado, 5.5: si accende per pochi istanti, raramente. Non trova spazio per la sua reattività, nè viene lanciato in profondità. Non era la sua partita.
Mati Fernandez, 6.5: entra bene, restituisce brio e vigore al centrocampo viola e avanza decisamente il baricentro della sua squadra. Probabilmente doveva giocare dall’inizio.
Wolski, 6: anche lui entra bene, con personalità. La squadra sente l’entusiasmo del giovane e prova l’assalto finale.
Ryder Matos, 5.5: sulla testa l’occasione clamorosa del pareggio, lui la sciupa. Che beffa: se ci fosse stato Gomez, sostituito pochi secondi prima?
All. Montella, 5.5: stecca la formazione iniziale: con Mati sarebbe stata un’altra storia. Bravo a correggerla in corsa, sfortunato in occasione della traversa, ma Gomez, o almeno Matri, probabilmente l’avrebbero messa dentro.
(Giovanni Gazzoli)