Da oggi a domenica si svolgerà sul percorso dell’Augusta National Golf Club, negli Stati Uniti, il Masters di golf, primo major della stagione più noto proprio come Augusta Masters, un appuntamento di grande importanza e fascino per tutto il mondo del golf. Non ci sarà Tiger Woods, operato alla schiena. Tornerà alle competizioni forse in estate, ma deve rinunciare al torneo che ha già vinto quattro volte. Tra i favoriti ci potrebbe essere Adam Scott, l’australiano vincitore dell’edizione 2013. Ci saranno anche i migliori golfisti italiani come Matteo Manassero e Francesco Molinari. Speriamo che possano ottenere un grande risultato. Per presentare il primo grande appuntamento della stagione golfistica abbiamo sentito la giornalista di Sky Sport Francesca Piantanida. Eccola in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Qual è l’importanza a livello tecnico del Masters di Augusta? E’ veramente importante, perché è il primo Major dell’anno e sono quindi tante le motivazioni per vincerlo. Potremmo paragonarlo all’Australian Open di tennis, e poi vincere un Major è sempre una cosa fantastica.
Qual è il fascino di questo torneo? Innanzitutto si disputa ogni anno sempre sullo stesso campo, e poi la particolarità dell’Augusta Masters è che il vincitore riceve una giacchetta verde, che gli viene consegnata proprio dal vincitore dell’edizione precedente di questo Major.
Quali saranno i favoriti? Vedo bene quest’anno i golfisti australiani, in particolare Jason Day e Adam Scott. Non sono però del tutto convinta che Adam Scott possa ripetere il successo della scorsa stagione, ma potrebbe comunque fare molto bene.
Cosa potrà essere importante per l’esito di questo torneo? Proprio le motivazioni. Il prestigio derivante dal fatto di poter vincere il primo grande torneo della stagione e di avere in bacheca una vittoria così importante può darti stimoli ma anche mettere pressioni.
Quali saranno le possibilità di Matteo Manassero? Matteo sta vivendo una stagione particolare, ha cambiato attrezzatura e questo ha influito molto sul suo rendimento. Al torneo di Houston è uscito al taglio (novantunesimo con 146 colpi, ndR).
E quelle di Francesco Molinari? Francesco mi sembra più pronto per questo torneo, ed anche l’età potrebbe aiutarlo molto in questo momento della sua carriera.
Potremo mai avvicinarci al movimento golfistico di una nazione come gli Stati Uniti?



Non è facile perché negli Stati Uniti il golf ha una larghissima diffusione, grazie anche ai costi che non sono molto alti. Da noi questo sport è ancora d’élite, non è facile praticarlo anche se c’è stato un notevole miglioramento negli ultimi anni. Ci sono zone, specie al Sud, dove giocare a golf non è per niente facile ancora oggi. Forse una cosa che potrebbe aiutare la pratica di questo sport potrebbe essere l’inserimento del golf dentro una politica del turismo che lo valorizzi.
Chi è secondo lei il più grande golfista del mondo? Credo che il migliore attualmente sia il golfista nord-irlandese Rory McIlroy, potrebbe essere lui l’erede di Tiger Woods. Tiger ha un carattere e un temperamento veramente speciale, che gli hanno consentito di ottenere grandissime vittorie, ma anche MciIroy potrà fare cose importanti nel futuro di questo sport. (Franco Vittadini)

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